Sono state giornate di grande tensione per il settore della ristorazione italiana, in una settimana aperta dagli scontri di piazza che hanno contrassegnato la manifestazione non autorizzata promossa dall’associazione IoApro a Roma, seguita a 24 ore di distanza dalla più pacifica dimostrazione organizzata, sempre nella Capitale, da Fipe. Comune la richiesta, pur perseguita con modi e toni molto distanti tra loro: ottenere chiarezza sul piano di ripartenza delle attività, con la prerogativa di tornare a lavorare quanto prima, ormai diventata un’impellenza difficilmente procrastinabile, a fronte di ristori considerati insufficienti. Il balletto dei colori riproposto invariato negli ultimi mesi, con l’aggravante di una zona gialla che manca all’appello dall’inizio del mese di marzo, ha contribuito a esacerbare gli animi; come pure la difficoltà del Paese di far partire una campagna vaccinale capillare e rapida, unica via d’uscita per stabilizzare la situazione sanitaria e consentire una reale ripresa delle attività sociali e commerciali.
L'Italia riparte dal 26 aprile
Dunque - dopo giorni di proposte, proclami e controdichiarazioni, cui ormai non si sottrae alcun rappresentante politico, né virologo di sorta – è indubbiamente uno spiraglio, quello che Mario Draghi, nell'ambito di un'inattesa conferenza stampa, indica come “un futuro cui guardare con prudente ottimismo e fiducia”. La piegatura della curva epidemiologica (attualmente l’indice Rt nazionale è pari a 0,85), insieme all’accelerazione della campagna vaccinale, garantiscono ora di programmare la ripartenza sancita dalla cabina di regia, che tiene conto anche delle richieste avanzate dalle regioni: “Siamo in condizione di disegnare con cautela un percorso positivo, a partire dal 26 aprile”, spiega il ministro Speranza nel sancire la graduale riapertura delle attività economiche e commerciali, ferma restando la priorità accordata alla scuola. Nella sostanza, il governo Draghi si assume quello che il Presidente del Consiglio definisce “un rischio ragionato", evocando il ripristino delle zone gialle (qualora i dati regionali lo consentano) già a partire dal prossimo 26 aprile. I dati presi in considerazione saranno quelli del monitoraggio del 23 aprile (secondo la rilevazione odierna sarebbero in fascia gialla Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, province Bolzano e Trento, Puglia, Umbria e Veneto).
Ristoranti aperti a pranzo e cena. Ma solo all'aperto
Per la ristorazione questo significa ripartire a pranzo, ma anche a cena, esclusivamente però negli spazi all’aperto, come già sperimentato in altri Paesi e seconda una proposta avanzata a più riprese (anche in questa sede) fondata sul principio ora evidenziato anche dal ministro Speranza: “Ci basiamo su un’evidenza scientifica emersa da diversi studi, secondo cui nei luoghi all’aperto si riscontra una difficoltà molto più significativa nella diffusione del contagio”. “Si tratta di un principio” continua il ministro della Salute “che applicheremo nella ristorazione e non solo, e ci riaccompagnerà nella fase di transizione. Con l'auspicio che col passare delle settimane, il miglioramento della curva e l'aumento delle vaccinazioni potremo programmare ulteriori aperture anche per attività al chiuso”.
La riapertura a pranzo e cena per ristoranti con servizio al tavolo in dehors e terrazze all’aperto sarà valida, chiaramente, solo per le attività in zona gialla, per cui cadrà dunque l’obbligo di chiudere alle 18, anche se dovrà essere ancora rispettato il coprifuoco imposto alle 22. Conta molto in questo contesto la decisione di molte amministrazioni cittadine di prorogare la sospensione del pagamento della tassa sul suolo pubblico, come pure la volontà di semplificare l’iter burocratico per richiedere l’occupazione dello spazio esterno su strada. Per contro, questa strategia di ripresa graduale che tanto punta sulle attività all'aperto non può che scontentare i numerosi gestori di ristoranti che non possono usufruire di spazi all'esterno, che ora temono di veder slittare a data da destinarsi la possibilità di ripartire anche negli ambienti al chiuso (e l'auspicio di Speranza, con riferimento generico al "passare delle settimane", non fa che aumentare i timori). Sempre a partire dal 26 aprile sarà inoltre possibile tornare a spostarsi liberamente tra regioni in zona gialla.
a cura di Livia Montagnoli