Aiutare la ristorazione. Le parole del neoministro del Mipaaf
Cambia l’esecutivo, ma non le priorità di lavoro. Oltre all’impegno per ottimizzare la campagna vaccinale, i primi passi del governo Draghi sono tutti tesi a strutturare l’ossatura più solida per favorire una ripartenza delle attività economiche compatibile con la situazione di emergenza sanitaria che ancora stiamo vivendo. E in questa direzione è complesso il compito che spetta al neo Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, chiamato, tra le altre cose, a gestire il rapporto, sempre più teso, tra istituzioni e settore della ristorazione. In tal senso, l’ultima dichiarazione del ministro, intervenuto in streaming al Consiglio Nazionale della Coldiretti, sottolinea l’impegno a concertare scenari di ripartenza per concedere respiro a un’intera filiera in sofferenza: “Con il Cts, stiamo lavorando a un protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza. Dobbiamo avere la forza per garantire alle persone di poter tornare al ristorante. Anche perché ci sono comparti fornitori, come quello del vino, in grande sofferenza”. Qualche settimana fa, all’inizio di febbraio, le indiscrezioni trapelate circa l’ipotetico benestare del Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura serale delle attività di ristorazione a partire dall’inizio di marzo avevano fatto ben sperare. Ma gli esperti consulenti del Ministero della Salute si erano affrettati a smentire di aver accordato il proprio consenso, rimettendo la decisione nelle mani dell’esecutivo entrante.
Riaprire a cena in zona gialla. Appoggio bipartisan
E il tema continua a essere caldo. Sono sempre più numerose, infatti, le prese di posizione - bipartisan – di esponenti politici chiamati a pronunciarsi sulla questione. Con suo solito piglio, ne ha fatto un cavallo di battaglia Matteo Salvini, che ha rivendicato a gran voce la necessità di riaprire i ristoranti anche a cena incontrando i ristoratori riuniti a Roma per una protesta davanti alla Camera dei deputati: “Dove ci sono le condizioni di sicurezza, dove c'è la zona gialla, dove c'è una situazione sanitaria sotto controllo, se si può andare a pranzo tranquilli, lo si deve poter fare anche a cena. Dove si può garantire la sicurezza a mezzogiorno lo si deve poter fare anche di sera”. Posizione ribadita dal leader della Lega nel suo ultimo tweet a riguardo: “Le aperture serali rappresentano una richiesta di BUONSENSO, condivisa anche dai sindaci di tutti i colori politici”. A dargli manforte, non a caso, è Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna che nell’ultimo anno si è più volte impegnato a sostegno della ristorazione: “La proposta di Matteo Salvini sui ristoranti aperti anche a cena è ragionevole. Nei territori dove il rischio di contagio è più contenuto, si può ragionare, con controlli più serrati, per dare ossigeno a qualche attività”, sottolinea il presidente di regione, pur ribadendo la criticità di un momento che vede aumentare rapidamente i contagi e concentrandosi sulla necessità di accelerare la campagna vaccinale.
Riaprire a cena, ma all’aperto
Resta il fatto, come abbiamo a più riprese ribadito, che l’arrivo di temperature più miti in avvicinamento alla stagione primaverile potrebbe prestare il fianco a una terza opzione praticabile con minor rischio per la salute: aprire bar e ristoranti anche dopo le 18, sì; ma solo negli spazi all’aperto, soluzione già praticata in altri Paesi del mondo (lo abbiamo visto a New York, persino durante le settimane più rigide dell’inverno, e il Regno Unito, in vista di una ripresa, ripartirà all’inizio di aprile proprio con l’apertura degli spazi outdoor di pub e ristoranti, senza limitazioni orarie). Negli ultimi giorni, gran parte d’Italia, vive un anticipo di primavera che rende difficile rinunciare a prendere un aperitivo o un caffè al bar, seduti tranquilli all’aperto, dopo le 18. Perché non prendere seriamente in considerazione l’idea?