Pastrami, ceviche e tanto altro. Dietro la Stazione Tiburtina c'è un ristorante nascosto dentro una vecchia rimessa degli autobus

1 Feb 2024, 08:28 | a cura di
In un luogo non usuale per Roma, frutto di un progetto urbanistico piuttosto recente, abbiamo scovato Gusta, una nuova insegna, aperta da mattina a sera, nel quale assaggiare una cucina concreta e stagionale

Molti romani ancora non lo conoscono, ma nei pressi della Stazione Tiburtina, tra via della Lega Lombarda e via Giano della Bella, negli spazi una volta occupati da una rimessa Atac, è nato un nuovo pezzo di quartiere, un progetto privato denominato Città del Sole, nello stile dei centri direzionali metropolitani partoriti nell’ultimo decennio, con residenze, uffici, negozi. Il colpo d’occhio è straniante, soprattutto se confrontato al resto del quartiere con palazzine di inizio Novecento (il nome riprende la "Casa del Sole”, edificio storico realizzato nel 1929 da Innocenzo Sabbatini).
 Celatissimo tra i palazzi tutto acciaio e vetri c’è anche Gusta, nuovo ristorante aperto dalla famiglia Celon, che ha contenuti e risultati che valgono la scoperta e che è, di per sé, molto particolare, con una parte dello spazio in continuità con uno showroom di motociclette di lusso.

Il ristorante Gusta

All’ingresso si viene attratti dalla cucina a vista, una sorta di box trasparente in una sala ampia ed elegante nei toni del nero: alcuni cuochi e cuoche, sotto la direzione dello chef Edoardo Conti, si muovono agili ai fornelli, uscendo spesso e volentieri in sala per portare i piatti in tavola. In un pranzo infrasettimanale una clientela numerosa, soprattutto lavoratori dai numerosi uffici circostanti: i viaggiatori dalla vicina Stazione (quella degli autobus, la Tibus, è quasi adiacente) forse non si accorgono facilmente di questo posticino a disposizione. Si adocchiano qua e là prodotti di ottimo livello (colpisce l’extravergine siciliano di Planeta al tavolo); una ricca bottigliera sovrasta il bel banco bar, mentre all'esterno un dehors affaccia sulla nuova piazzetta.

Cosa si mangia da Gusta

Il claim “cucina conviviale” dà qualche indizio: il menu è corto e divertente, esula dalle divisioni tradizionali. Dai fritti (come le fragranti crocchette di baccalà mantecato con origano e aioli) alle opzioni “fast”, come la focaccia integrale con pastrami, pickles, semi e maionese al chipotle. I crudi, come il ceviche di pescato e la tartare accompagnata dal midollo (e l’osso) arrostito. Nella sezione “hot” tagliata di manzo, polpo rosticciato con hummus, polvere di capperi e terra di olive taggiasche.

Attraggono i piatti del giorno, scritti sulla parete sopra la cucina, che parlano una lingua semplice e stagionale: si va da radicchio tardivo ed erborinato alle fettuccine alle tre carni con Provolone del Monaco, poi carciofo alla romana con lardo di Mangalitza e Falisco o testina di maiale con pan brioche e giardiniera. Preparazioni ben fatte, con cotture precise e sapori nitidi, senza barocchismi o esagerazioni di sorta.
Il locale, con l'offerta del bar MV Cafè, è aperto dalla colazione al dopocena, dalle 8 alle 22.30, con una proposta di miscelazione di livello, appannaggio di Alessandro Mastrofini, che si affianca alla ricca selezione enologica curata da Riccardo Celon.

Gusta - cucina conviviale – p.zza Carlo Magno, 13 – Roma - ristorantegusta.it

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