Due le novità che caratterizzeranno la stagione dell’ospitalità 2024 del settecentesco Palazzo Acampora, arroccato sulle alture di Agerola e da duecento anni dimora dell’omonima famiglia di Corfù: l’inserimento, recentissimo, nella prestigiosa Associazione dimore storiche italiane (Adsl) e l’approdo dello chef Vincenzo Guarino al timone della cucina de La Corte degli Dei, il ristorante di fine dining ospitato all’interno del palazzo che riaprirà i battenti, dopo la chiusura invernale, il prossimo giovedì.
La cucina del territorio di chef Guarino
Trent'anni di esperienza e 4 stelle Michelin conquistate in tempi record nei 4 ristoranti in cui ha portato la sua cucina (l’ultimo, in ordine di tempo, il Mandarin Oriental sul Lago di Como): sarà Vincenzo Guarino il nuovo brand chef della Corte degli Dei, a lui verrà assegnato il compito di dare una veste nuova e un’impronta mediterranea alla cucina già definita dal resident chef Giuseppe Romano. «Territorialità e stagionalità saranno le parole chiave dei menu», spiega Guarino.
«Protagonisti delle ricette saranno i prodotti di cui il nostro territorio è ricchissimo, le verdure provenienti dall’orto interno al palazzo, ma anche alcuni prodotti tipici, come l’ormai famosissimo tarallo di Agerola. La mia proposta d'altronde parte dallo studio del territorio, a cui aggiungo sempre qualcosa preso a prestito dalle mie origini». Insomma, in un’armonica fusione, la cucina tradizionale campana incontra l’innovazione, sposa i principi della dieta mediterranea e assume una forma ancor più curata ed elegante. «Per fare un esempio, ho trasformato la tipica braciola napoletana in una tartare di vacca agerolese e in molto ricette, seguendo i principi della dieta mediterranea, sostituisco il burro con l’olio campano».
Dal light lunch ai menu degustazione
Una delle novità della stagione che sta per cominciare è l’apertura a pranzo. «Abbiamo immaginato un light lunch da degustare negli incantati spazi della corte. Ricette veloci, servite in pentole di rame, che partono della tradizione come i ravioli caprese, il cuberoll di manzo ai tre pepi, la cianfotta di verdure, ma anche la pasta e patate con il fiordilatte di Agerola». Per cena si può scegliere à la carte oppure affidarsi a uno dei quattro menù degustazione.
«Il menu “tradizione” prevede immancabili piatti campani realizzati con ingredienti a km 0 e presentati in maniera innovativa, mentre “innovazione” è pensato per chi vuole concedersi l’esperienza di un percorso. Trovandoci a 15 km da Amalfi, non poteva mancare un menu “mare” a base di pescato locale. C’è, infine, “green”, una selezione verde pensata per soddisfare una richiesta sempre più attuale, sulla quale lavoro già da una decina d’anni. Ovviamente per la Pasqua non mancherà un menu ad hoc che come protagonista avrà l’agnello (per provare qualche altra ricetta a base di agnello) proposto in tre variazioni (spalla, lombo e costoletta), in crema di piselli e patate di Agerola o gli ndunderi di ricotta (una particolare tipo di pasta fatta a mano tipica della costiera) con crema di fave, pecorino e guanciale». Interessante anche il lavoro portato avanti sul fronte beverage: 200 le etichette tra cui scegliere, con un focus su quelle locali - ma ogni regione è rappresentata con almeno una cantina -, qualche proposta biodinamica e tantissimo champagne francese.
Palazzo Acampora diventa una dimora storica
Raro esempio di dimora e architettura patrizia dell'alta costiera amalfitana, da sempre crocevia di artisti, musicisti e uomini di cultura, ma anche salotto culturale estivo che ha ospitato personaggi come Francesco Crispi, Enrico De Nicola o Francesco Cilea, Palazzo Acamora è stato inserito a fine marzo nell’Associazione dimore storiche italiane (Adsl): la prima organizzazione che riunisce i proprietari delle dimore storiche presenti su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di valorizzare un patrimonio inestimabile, costituito da edifici dall’enorme valore culturale e dalla spiccata identità territoriale.