Leopoldo (Nicola Nocella) e Amanda (Barbara Venturato) stanno per sposarsi, rispettando la promessa che si erano fatti da bambini. Il problema è che Leopoldo, nonostante Amanda abbia rinunciato a una carriera da ballerina lontana da lui, è diventato un pasticcere di fama mondiale, ed è tutto concentrato su stesso e non ha tempo per lei. Il problema, però, scoppia quando Amanda, a una settimana dalle nozze, decide di accettare la proposta di lavorare all’Opera di Parigi: a questo punto Leopoldo capisce cosa sta per perdere, e così – risfogliando un quaderno in cui da bambino aveva disegnato tutti i sogni che avrebbe realizzato per Amanda – cerca di trasformarli in realtà per dimostrarle che “ha capito”, anche grazie all’aiuto del suo migliore amico, Ciro (alias il regista, Paolo Ruffini) che, specchiandosi nella storia di Leopoldo, forse riuscirà a non lasciarsi sfuggire l’ennesima ragazza innamorata di lui…
La passione per la pasticceria
Non facciamo in tempo a domandare a Nicola Nocella se si è sentito a suo agio nel ruolo di pasticcere, che ci anticipa: “In quanto co-sceneggiatore, sono io ad aver voluto a tutti i costi che Leopoldo Timi facesse quel mestiere: ho una passione viscerale per la pasticceria, che ritengo essere un atto d’amore. Non a caso Leopoldo, quando si fa prendere dalla smania per il successo, inizia a cucinare meno bene perché ha perso di vista i sentimenti, mentre quando cerca di riconquistare Amanda, che nel frattempo è sentimentalmente insidiata dal direttore dell’Opera, si riappropria del gusto per la pasticceria, dandosi l’obiettivo di diventare il migliore pastry chef al mondo. Perché non basta essere dei farmacisti, per fare emozionare con i dolci: come nel cinema, in cui tutto deve incastrarsi, ma con amore”.
Una favola d'amore senza effetti speciali
Rido perché ti amo è la classica favola d’amore che non cerca gli effetti speciali, solo la dolce normalità dei sentimenti: “Chi non ha amato il film è perché lo ha inquadrato in modo sbagliato: se ho di fronte un piatto tradizionale, non posso valutarlo come se fosse di cucina molecolare, devo utilizzare strumenti di giudizio assai più semplici”, spiega Nocella con una metafora che la dice lunga circa il suo essere gourmet. Il cavallo di battaglia di Leopoldo è infatti la zuppa inglese, un piatto che aveva scatenato le ire di un critico gastronomico (anche qui, come ne La cena perfetta, ritratto come una prima donna altezzosa) perché aveva provato a farla con il Rum, ma poi era tornato a cucinarla in modo ortodosso, utilizzando l’Alchermes. “Ho vissuto con partecipazione tutti i cambiamenti del personaggio, assaggiando sia i dolci del suo periodo meno ispirato, sia quelli fatti con il cuore: durante la lavorazione del film, infatti, ho preso ben 8 chili!”.
I pasticcieri Biasetto e Mita gli ispiratori
La pasticceria è raccontata in maniera così puntuale che viene il sospetto che ci sia stato un mentore: “Assolutamente sì, ed è Luigi Biasetto di Padova, campione del mondo di pasticceria nel ‘97 grazie al suo setteveli, che considero una vera e propria opera d’arte. La frase che Leopoldo, a inizio film, pronuncia (la mia non è una pasticceria, bensì un atelier) è stata detta proprio da Biasetto”. Viene allora spontaneo chiedergli perché non aver messo al centro della storia la sua setteveli, ma Nocella replica a bassa voce, con pudore: “Biasetto non sa che mi sono ispirato a lui, magari non era d’accordo e allora ho preferito scegliere una più comune zuppa inglese”. Se gli chiediamo quale pasticcere ricordi il Leopoldo cattivo, Nocella risponde ridendo “me stesso”, mentre la parte buona del protagonista di Rido perché ti amo è stata ritratta pensando a Tiziano Mita, il bravissimo pastry chef di Ceglie Messapica che lavora al ristorante stellato i Due camini, a Borgo Egnazia.
Malika Ayane e Paolo Ruffini
Durante la sua permanenza a Parigi, nel tentativo estremo di riconquistare Amanda, Leopoldo va in una pasticceria per assaggiare il suo dolce preferito, che è anche quello di Nocella: l’eclaire con cioccolato alsaziano al 70%. A servirlo c’è niente popò di meno che Malika Ayane, che canta l’omonima canzone del film scritta da Giuliano Sangiorgi: “Sono io ad averla voluta a tutti i costi: quella scena, che è la mia preferita, aveva bisogno di un angelo, dietro il bancone della pasticceria, e Malika è un angelo. Anche se non appare dal film, Paolo Ruffini, che interpreta il mio migliore amico, è invece un grande appassionato di vini. Li bevevamo a Collina Fleming, durante le cene post riprese presso la pescheria Nemo, di Gianni Zampilloni: capisci, ora, perché girando Rido perché ti amo sono così ingrassato?”