La prima ondata di freddo artico è alle porte. Il ciclone in questione si chiama Attilla ed è previsto per il weekend del 25 e 26 novembre: il cambio di stagione, ormai, non si può più rimandare, e il richiamo dei piatti caldi è più forte che mai.
Attila, 10 zuppe da preparare in inverno
Niente ristora come una buona zuppa, perfetta anche per recuperare ingredienti preziosi come il pane raffermo, usanza che ha accompagnato (e sfamato) generazioni di contadini, che nei periodi di carestia immergevano il pane secco nel brodo, accompagnandolo con i prodotti dell'orto sempre disponibili come fagioli e patate. Una buona zuppa si può preparare in moltissimi modi: se siete stanchi del classico minestrone e già non ne potete più della vellutata di zucca, ecco qualche idea alternativa.
Minestra maritata, le nozze tra carne e verdure
Celebrata anche dal New York Times (che l’ha ribattezzata “zuppa del matrimonio italiano”), la minestra della tradizione campana è un toccasana nelle serate fredde. A convolare a nozze sono gli ingredienti, carne e verdure, che si “maritano” e mescolano insieme creando un piatto corroborante e saporito. Cicoria, scarola, verza, borragine e poi le parti meno pregiate e i tagli di scarto del maiale: ecco gli ingredienti alla base della ricetta, da accompagnare con pane tostato o, per i più tradizionalisti, gli scagliuozzi, delle frittelle di farina di mais tipiche del Sud Italia.
Zuppa di miso, l'essenzialità giapponese
Elemento imprescindibile nella cucina giapponese, il miso (frutto della lunga fermentazione dei semi di soia gialla e di sale marino) viene usato anche per realizzare una minestra semplice e deliziosa, da preparare in pochi minuti. Basta aggiungerlo al brodo caldo (solitamente il dashi, un leggero brodo di pesce) aromatizzato con alga kombu per un ulteriore tocco di umami, e il gioco è fatto. A piacere, poi, si possono unire delle verdure come carote o porri.
Acquacotta, il piatto dei butteri
Meno conosciuta della ribollita, meno famosa della pappa al pomodoro resa immortale dal motivetto di Rita Pavone, l’acquacotta è una delle più antiche zuppe toscane, tipica della bassa Maremma. È il piatto dei butteri, i “cowboys italiani", fatto con pane sciocco (la pagnotta sciapa toscana), acqua, pomodoro e verdure di stagione. Broccoletti o cicoria selvatica, fagiolini o borragine, e infinte l'aggiunta di uova. Una generosa spolverata di formaggio grattugiato e il piatto è servito.
Crapiata materana, la zuppa della condivisione
Nella Città dei Sassi l’inverno non comincia senza portare in tavola la crapiata, zuppa originariamente preparata per festeggiare la fine del raccolto estivo, mettendo insieme legumi e cereali a disposizione. La tradizione prevedeva che ogni contadino versasse in un grande calderone una porzione di ingredienti, da cuocere poi tutti insieme col brodo per realizzare un’ottima minestra da condividere.
Stracciatella, il gusto delle uova
Un nome, tre significati: formaggio, gusto di gelato e anche un’ottima zuppa dell’Italia centrale, preparata nel Lazio, Marche e Abruzzo, semplice e veloce. Basta mescolare le uova con parmigiano, sale, pepe e noce moscata e poi cuocere l’impasto in un brodo caldo per avere una minestra nutriente, economica e facilissima da fare. Simile è la pasta butada istriana, che prende il nome dalla pratica di “buttare” nel brodo una pastella di farina, uova, burro e grana.
Gumbo, la zuppa di New Orleans
Per i bambini questa è la zuppa di Tiana, l’aspirante chef protagonista de “La Principessa e il Ranocchio”, lungometraggio Disney ambientato a New Orleans, territorio di grande ricchezza gastronomica. Simbolo della cucina locale, il gumbo, zuppa con buone probabilità nata in Africa occidentale – il nome sembrerebbe derivare da ki ngombo, ovvero okra, verdura in origine usata per addensare il piatto – e poi portata in America dagli schiavi. Si prepara con gamberi, salsiccia affumicata andouille, cipolla, sedano, aglio, spezie, pomodori, peperoni, salse piccanti e brodo, ma le varianti sono infinite.
Zuppa imperiale, la nobile cucina emiliana
I tortellini in brodo in Emilia sono un must, ma un’altra ricetta della tradizione da scoprire è quella della zuppa imperiale, cubetti di semolino, burro e parmigiano aromatizzati con noce moscata e cotti in forno, poi tuffati nel brodo. La leggende narra che a ispirare la ricetta sia stata la krinofel austriaca, minestra giunta in Emilia ai tempi del ducato di Maria Luigia, moglie di Napoleone I e duchessa di Parma, ma più probabilmente il nome “imperiale” è legato alla nobiltà degli ingredienti come uova e formaggio, un tempo molto costosi.
Soup à l'oignon
Calda, densa, profumatissima: con due fette di pane tostato e imburrato la zuppa di cipolle alla francese è uno di quei piatti in grado di mettere tutti d'accordo. I cugini d’oltralpe la mangiano dal Settecento, con un brodo di pollo o cappone, cipolle sfumate con vino bianco e rese cremosissime dall’aggiunta di burro e farina, il tutto arricchito con formaggio. La cottura in cocotte, poi, assicura quella crosticina in superficie a cui è impossibile resistere.
Clam chowder, la zuppa di vongole americana
Legumi, verdure e cereali non stancano mai, ma si possono fare delle ottime zuppe anche con il pesce. Basti pensare al brodetto tipico della costa abruzzese e marchigiana, oppure alla clam chowder americana: un piatto cremoso e saporito che mescola pesce e carne, nato nel New England e diffuso in varianti diverse anche in altre zone. Per prepararlo, occorrono vongole, brodo di pollo, cipolla, latte, farina, panna, patate e bacon.
Cawl Cennin, la zuppa contadina del Galles
Porri e patate, le fondamenta della cucina britannica. In Galles questi due ingredienti sono alla base della zuppa più iconica del territorio, il cawl cennin, piatto di umili origini fatto con i prodotti più facilmente reperibili dalle famiglie contadine. Alla base c’è un soffritto di cipolle, a cui si aggiungono porri e patate a pezzetti, si unisce il brodo caldo e infine si frulla il tutto con un goccio di panna per ottenere una crema.
Pastina, il classico dell’infanzia
Non è la più originale delle ricette, ma non si può non citare la mitica, fedelissima pastina. Compagna di influenze e raffreddori, garanzia in caso di mal di stomaco e ristoro sicuro nelle giornate storte, la minestrina resta un comfort food a qualsiasi età, da preparare con un brodo leggero e pastina a scelta. Stelline e risoni sono tra i formati più scelti, ma tra i più amati ci sono anche i quadrucci all’uovo, nati come pasta di recupero per utilizzare la sfoglia avanzata dopo la preparazione delle fettuccine nei giorni di festa.
La ricetta della minestra maritata