Si è appena concluso il World Pasta Day, quest’anno celebrato in Argentina, a Buenos Aires, tra festeggiamenti e convegni per valorizzare la cultura della pasta, ripercorrerne la storia e le tradizioni nel mondo e considerarne il valore aggiunto nell’ambito dell’alimentazione familiare. Come ogni anno l’evento è stato promosso dall’Ipo, l’International Pasta Organisation, che nel 2005 si costituita con l’intento di promuovere il consumo di pasta nel mondo e diffonderne la cultura, facendo riferimento a un mercato sempre più globale, che conta oltre 14 milioni di tonnellate di pasta prodotte ogni anno.
E l’Italia continua a mantenere il primato, registrando una produzione che supera le tre tonnellate annue con un indotto del valore di 4,6 miliardi di euro, trainato anche dal fiorente capitolo export. Lo stesso può dirsi per il consumo nazionale, che vale all’Italia il primo posto (con oltre 25 chili pro capite), seguita a sorpresa da Tunisia e Venezuela. Non è un caso che l’Ipo raccolga ben 19 Paesi membri distribuiti su tre continenti (nessuna rappresentanza asiatica), riuniti in nome della passione per la pasta.
Dopo la presidenza del brasiliano Claudio Zanao, per il biennio 2015-2017 alla guida dell’organismo internazionale ci sarà Riccardo Felicetti, patron del pastificio trentino fondato nel 1908, che da cinque generazioni continua a produrre pasta di qualità - 20mila tonnellate all’anno - a Predazzo, concentrando la sua ricerca su farine selezionate e formati studiati per la ristorazione (raccolti nella linea Monograno).
Già presidente dei pastai italiani, Felicetti si è detto orgoglioso di rappresentare i produttori di pasta di tutto il mondo: “La pasta è un alimento globale, pregiato sotto il profilo nutrizionale e può avere un ruolo centrale nell'alimentazione di tutti. Farò quindi del mio meglio per contribuire alla sua valorizzazione e alla diffusione dei suoi innumerevoli valori positivi “. Una buona occasione per trainare un made in Italy che troppo spesso continua a dimostrare la sua incapacità di fare sistema. E in un settore che qualche tempo fa lo stesso Felicetti aveva definito il “locomotore dell’agroalimentare italiano”, dal momento che porta con sé il pomodoro, l’olio d’oliva, il Parmigiano o il Grana padano, e molti altri prodotti, vino compreso.