Seconda riunione dell'Agrifish nel giro di un mese e nuova accesa manifestazione degli agricoltori in piazza a Bruxelles, davanti alle sedi dell'Unione europea e nelle vie adiacenti con circa 250 trattori, che hanno bloccato per ore il quartiere europeo. Il copione è simile ai precedenti. La polizia in tenuta antisommossa, con gli idranti e i gas lacrimogeni, ha fronteggiato e tenuto a distanza i manifestanti, che hanno lanciato petardi e uova contro le sedi del Consiglio e della Commissione Ue, acceso fuochi coi copertoni e sparso del letame nei pressi di Rue de la Loi e Place du Luxembourg. Gli agricoltori, per lo più appartenenti alle sigle Fugea, Fja, Fwa, RéSap, coordinamento europeo Via Campesina, ma anche Brigades d'actions paysannes (Bap), hanno chiesto prezzi agricoli più giusti, invitando l'Ue a fare pressione a livello mondiale e, soprattutto, a fare marcia indietro su una politica definita ultra-liberale, come ha dichiarato il portavoce di Fugea, Hugues Falys.
Maggiore flessibilità e meno burocrazia
Intanto, il Consiglio Agrifish, che ha riunito i ministri agricoli dell'Ue, ha dato il semaforo verde alla proposta di semplificazione della Pac, presentata dalla Commissione Ue lo scorso 15 marzo, in linea con quanto indicato anche dal recente Consiglio europeo. Il vertice ha approvato una «revisione mirata» della Pac, in linea con le esigenze di flessibilità rispetto alle regole ambientali e con la necessità di semplificare gli oneri burocratici per le imprese agricole. Si tratta della risposta della Commissione alle proteste dei trattori dei mesi scorsi. A parlare è stato il ministro belga David Clarinval: «Abbiamo ascoltato i nostri agricoltori e intrapreso azioni per rispondere alle loro preoccupazioni. La revisione mirata delle norme raggiunge il giusto equilibrio tra garantire una maggiore flessibilità agli agricoltori e agli Stati membri e alleggerire gli oneri amministrativi, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di ambizione ambientale nella Pac».
I principali interventi sulla Pac
L'intervento sulla Pac prevede esenzioni specifiche sulle norme ambientali e mette mano alle Bcaa (buone condizioni agricole e ambientali). Poiché la maggior parte dei pagamenti Pac che gli agricoltori ricevono sono collegati a questa serie di norme (condizionalità), la riforma della Pac varata dall'Agrifish consentirà agli Stati membri di concedere deroghe temporanee e mirate in caso di eventi meteo eccezionali che non consentirebbero agli agricoltori di rispettare le regole. E sempre in ambito Bcaa, la flessibilità sarà applicata alle norme sulle coperture dei terreni nei periodi più sensibili: saranno gli Stati a scegliere quali proteggere e in quale stagione. Sulla pratica della rotazione delle colture, gli Stati potranno scegliere la diversificazione colturale come alternativa che, per gli agricoltori, è meno impegnativa soprattutto nelle aree più siccitose.
Le imprese saranno obbligate a preservare gli elementi caratteristici del paesaggio e incoraggiate a tenere i terreni a riposo o creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio attraverso degli eco-schemi. Previste, inoltre, esenzioni dai controlli sui requisiti di condizionalità della Pac, per le piccole aziende agricole con meno di dieci ettari (65% dei beneficiari, per circa il 10% dei terreni). Inoltre, gli Stati membri dell'Ue potranno modificare i Piani strategici nazionali su base permanente non una volta ma due volte l'anno.
In vigore a fine primavera 2024
L'iter prevede una procedura d'urgenza, vale a dire l'ok in plenaria del Parlamento europeo i prossimi 22-25 aprile 2024. Il regolamento dovrà poi essere adottato formalmente dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Se non ci saranno intoppi entrerà in vigore entro la fine della primavera 2024. «Riduciamo gli oneri amministrativi e burocratici - è il commento del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - consentiamo maggiore flessibilità nel rispetto dei vincoli ambientali e tuteliamo il diritto di ogni cittadino di avere cibo sano, prodotto nei nostri territori e non importato da Nazioni che non rispettano i nostri stessi diritti».