La storia dell’alta cucina italiana rivive a Stupinigi
Il contesto è quello suggestivo della Palazzina di Caccia a Stupinigi, complesso sontuoso che riconduce ai fasti della Torino reale. E allora il titolo della mostra che si protrarrà dal 16 marzo fino al 5 giugno 2016 assume una doppia valenza, nobilitata com’è dalla sede che la ospita. Regine & Re di Cuochi è il progetto culturale perfezionato in mesi di lavoro e ricerca da un team di esperti e addetti ai lavori, capaci di muoversi in quel tessuto complesso che è la storia della cucina e della ristorazione italiana fino ai giorni nostri, senza restarne invischiati. E anzi restituendo un quadro accattivante di questa realtà che oggi fa gola a molti – non sono forse i cuochi (gli chef!) i nuovi vip? – ma pochi conoscono davvero. L’intento quindi è quello didattico e divulgativo, ma la sfida non finisce qui.
Il valore sociale dello chef. Come riscoprirlo
La mostra tematica (e interattiva) si concentrerà sull’alta cucina italiana contemporanea, tra cibo e vino, guidando il visitatore attraverso un percorso costellato di interpreti di prim’ordine, gli chef che più hanno influenzato (e influenzano) l’ambito culturale, produttivo ed economico del nostro Paese (dagli anni Sessanta ad oggi). Ma poiché il progetto nasce come contenitore di cultura made in Italy itinerante (sono 6 le tappe previste nel mondo nel corso dei prossimi due anni, da Shanghai a Mosca, a Seul) gli obiettivi sono molteplici e puntano ad affascinare anche il pubblico internazionale. Come? Esaltando la creatività della nostra cucina d’autore e la varietà di prodotti e tradizioni radicati sul territorio. E promuovendo così le filiere alimentari nazionali che ogni giorni si scontrano con il pericolo della contraffazione.
Ma in questo caso la promozione del sistema Italia ruota principalmente intorno alla figura dello chef, e l’approccio è significativo per un settore che solo negli ultimi tempi sta riscoprendo la necessità di fare squadra per proporsi più forte agli occhi del mondo (basterebbe pensare all’abilità promozionale sfoderata recentemente dalla Francia, che sostenuta dal governo ha deciso di scommettere sul suo patrimonio gastronomico rilanciando proprio l’alta cucina nazionale, attraverso la pur discutibile classifica de La Liste; ma prima era stata la volta di Gout de France). Così il lavoro del grande cuoco assume un valore sociale, custode della storia e della tradizione da un lato, ambasciatore di avanguardia e innovazione dall’altro.
I protagonisti. Ritratti di chef
Chi sono i protagonisti selezionati dal Comitato scientifico e curatoriale (Marco Bolasco, Bob Noto, Fabio Rizzari, Elisia Menduni, Nicola Perullo, Massimiliano Tonelli)? Uomini e donne che hanno fatto della cucina una missione di vita, giovani e meno giovani, da Alfonso Iaccarino a Gualtiero Marchesi, da Angelo Paracucchi a Valentino Marcattili, da Aimo Moroni e Nadia Santini a Gianfranco Vissani e Salvatore Tassa. E poi Massimiliano Alajmo, Matteo Baronetto, Massimo Bottura, Enrico Crippa, Carlo Cracco, Davide Oldani, Niko Romito, Gennaro Esposito, Pino Cuttaia e tanti altri grandi nomi immediatamente riconducibili agli esiti più alti della cucina d’autore.
Il programma. Cene gourmet e laboratori in cucina (reale)
Sostenuto da tecnologie sofisticate ad alto impatto visivo (rumori, colori e suoni di una cucina reale) e un approccio polisensoriale per guardare, annusare, toccare, assaggiare, l’allestimento (a cura di Zetalab) si svilupperà su duemila metri quadri, tra la Citroniera di Levante e l’area bistrot, ideata per ospitare le cene organizzate dagli chef in mostra. Nelle cucine reali prenderà vita la sezione didattica, con incontri (tra cuochi, produttori, filosofi, designer), workshop, laboratori (anche per bambini), degustazioni, lezioni.