Lo Champagne piace in tutto il mondo. Soprattutto in Uk
Anno record, il 2015, per il giro d'affari dello Champagne, che raggiunge i 4,74 miliardi di euro superando il precedente record del 2007, che resta però imbattuto per quanto concerne i volumi (338,7 milioni di bottiglie contro i 312,5 milioni dello scorso anno). I dati del Comité Champagne (Civc) dicono che sono cresciute dell'1,7% le bottiglie inviate in tutto il mondo (compresa la Francia) per un aumento complessivo in valore del 5,3%. Anche verso l'Italia, settimo mercato di destinazione, sono aumentate per il terzo anno consecutivo le spedizioni di maison, vigneron e cooperative: nel 2015, dal Paese transalpino sono arrivate 6,3 milioni di bottiglie (+9,7%) per un corrispettivo di oltre 130 milioni di euro, in sensibile aumento, pari al 14%. Siamo tuttavia ancora ben lontani dai livelli 2007 quando in Italia si vendevano più di dieci milioni di bottiglie di Champagne.
Se si esclude la Francia, dove ancora è venduta oltre la metà di tutto lo Champagne (161,8 milioni di bottiglie, cifra in costante calo rispetto ai 185 milioni del 2010), è il Regno Unito che guida la classifica dei mercati all'export con 34,1 milioni di bottiglie (+4,5% sul 2014); seguono gli Stati Uniti con 20,5 milioni di bottiglie (+7,1%). Crescita a due cifre per Giappone con 11,79 milioni di bottiglie (+13,1%), Australia (8,1 milioni e +24,3%) e Spagna (3,9 milioni di bottiglie e +14,2%). Molto bene alcuni Paesi extra Ue, come Canada (+12%) e Nuova Zelanda (+33%). In calo la Germania, scesa sotto i 12 milioni di bottiglie, con un giro d'affari a -3,3 per cento.
Anche l'Italia beve Champagne. Le preferenze
Per quanto riguarda le preferenze qualitative, gli italiani, rispetto alla media Ue, scelgono più cuvée speciali e di prestigio, che rappresentano il 6,5% dei quantitativi rispetto al 2,7% dell’Ue. Nei numeri: con sole 416 mila bottiglie si genera un giro d'affari di 27,2 milioni di euro. Per il Civc, l'Italia rappresenta in questo senso uno dei mercati meglio sviluppati al mondo. Confermato il legame italiano per i grandi marchi di Champagne che detengono l'85,4% del mercato, seguiti dai viticoltori e dalle cooperative (11,3% e 3,4% delle spedizioni). Il rapporto del Civc definisce gli italiani “fins connaisseurs”, termine che indica un livello di conoscenza molto dettagliato del prodotto Champagne, sottolineando la tendenza alla continua ricerca di nuovi prodotti e di raffinate bollicine.
a cura Gianluca Atzeni