Un autista romagnolo è stato condannato a due mesi di reclusione (pena sospesa) e il pagamento di 6mila euro per aver pubblicato recensioni negative e false a danno del ristorante Artrov di Rimini. L’episodio era accaduto circa due anni fa. Tutto era partito da un disguido creatosi all’interno del locale durante un pasto servito al signore in questione: «Il mio ristorante ha delle convenzioni con aziende private e pubbliche. Quando si tratta di personale che conduce mezzi, o ad esempio militari che maneggiano armi, noi non siamo tenuti, da contratto di convenzione, a somministrare bevande alcoliche», racconta Riccardo Bianchini, titolare del locale. «La persona in questione richiedeva insistentemente spritz e birra, e i miei dipendenti si rifiutavano di servirlo, come da accordi di convenzione. A quel punto si è inalberato e ha cominciato a inveire contro me e il mio personale», spiega Bianchini.
Le recensioni negative
Nell’arco del mese successivo all’episodio, il ristorante è stato inondato di recensioni negative su siti come Google o Tripadvisor: «I commenti erano ad esempio “si mangia male”, o ci dicevano di essere dei “ladri legalizzati peggio di Cracco”, o ancora facevano illazioni su mio figlio dicendo che fosse manesco e che picchiava i clienti se osava contraddirlo, oppure che “il locale fosse sporco”», spiega Bianchini.
A quel punto il ristoratore si rivolge alla Polizia Postale che, dopo vari controlli «constata che le recensioni arrivano da nickname diversi che corrispondevano all’autista in questione». Inoltre, nell’arco dello stesso mese Bianchini registra anche degli episodi offline a suo danno dalla parte della persona incriminata: «Lui passava davanti al locale nei giorni successivi, sputava all’ingresso e alla gente che passava diceva che nel mio locale si mangiava male», racconta il ristoratore.
Questo episodio potrebbe, inevitabilmente, essere associato al caso di Giovanni Pedretti, di cui abbiamo ampiamente parlato, o il caso di Santina Cherubini, ospite al programma Il Forno delle meraviglie che hanno subito entrambe una gogna danneggiando mediaticamente la loro attività di ristorazione. «Quando sei un ristoratore e leggi queste recensioni, se sei una persona debole ti senti massacrato. Nonostante il mio locale non abbia subìto down e ha sempre continuato a lavorare bene in tutto il periodo, anche io mi sono fatto venire dei dubbi, chiedevo a mio figlio se avessi io davvero sbagliato qualcosa», dice Bianchini. «La soluzione a tutto questo sarebbe una giusta legge, dove chi recensisce si palesi con nome e cognome», suggerisce Bianchini.