«Il cuore di ciò che abbiamo in mente è riassunto al primo articolo del nostro Manifesto: "Gestire un piccolo negozio è una forma di attivismo sociale. Un impegno concreto contro l’omologazione dei territori, delle esperienze e delle idee, fatto di micro economie che esprimono creatività, innovazione e specificità". Noi ci sentiamo attivisti, vogliamo essere una voce propositiva per la città» racconta Domenico Bianco. Ha 36 anni e lavora nella bottega di famiglia, la Salumeria Bianco di Putignano, nel centro storico della cittadina in provincia di Bari, meno di 26mila abitanti. L'insegna, che esiste dal 1936, è stata riconosciuta nel 2023 come "Negozio Storico Patrimonio di Puglia" e nel 2024 è stato il campione regionale dello Street Food per il Gambero Rosso. Intanto all'attività di famiglia, però, Domenico Bianco ha visto negli ultimi anni progressivamente spegnere sempre più insegne. Ha deciso così di unire le forze e insieme a un gruppo di piccoli commercianti ha dato vita a "Piccolo Commercio Putignano - Si muove la città”, un collettivo indipendente di “artigiane e artigiani del commercio” che operano nella città pugliese.
Chiude tutto
«L'idea di metterci in rete e dare vita a questo progetto - spiega - nasce dalla consapevolezza che i borghi e le città si stanno trasformando: cambiano le abitudini dei consumatori, in maniera impattante, e in epoca di digitale e grandi centri commerciali i centri urbani si stanno trasformando: a Putignano, solo nelle vie centrali, ci sono 120 locali sfitti, un fenomeno che ci tocca profondamente ma che sappiamo colpire tutta l'Italia».
Per Bianco, la crisi è un'opportunità: «Come accade di fronte a ogni trasformazione, c'è la possibilità di arroccarsi in posizione difensiva o agire per cambiare le cose, e noi vogliamo cogliere quest'occasione per invertire la concezione del commercio: i piccoli negozi vengono vista come soggetti inermi, meri "punti-vendita", noi siamo invece convinti e consapevoli della funzione comunitaria delle botteghe e crediamo che sia necessario far crescere la consapevolezza di soggetti pubblici e della comunità di Putignano sul ruolo, l'importanza e la funzione di coesione dei negozi come attori urbani». Insieme a lui, a dar vita a questo progetto nato dal basso per sensibilizzare ci sono Annachiara Casimo della Libreria LIK e LAK, Mario Cellamare di Casa Base, Antonio Laera di Feelink - Telecomunicazioni, Alessandro Luisi della Sartoria Cleric, Niki Maggipinto di Santa Maria Fornello Pronto, Luigi Pugliese del Ristorante Scinuà e Massimo Tinelli, parrucchiere ad Hair Excellence.
Un Manifesto in 10 punti
Per far capire a tutti che cosa immagina di realizzare “Piccolo Commercio Putignano” c'è il Manifesto in dieci punti, un testo elaborato insieme che racchiude i valori e gli obiettivi del collettivo, per identificare al meglio il ruolo del piccolo commercio e mettersi in dialogo con tutti: colleghi e colleghe, residenti, istituzioni e tutti i soggetti che operano sul territorio. Alcuni spunti sono molto evocativi e parlano a tutta l'Italia: "Fare commercio è un esercizio di cura". O, ancora, "crediamo in una nuova generazione di commercianti consapevoli".
«L'unica prospettiva possibile, per tentare di invertire la rotta, contro la tendenza salo svuotamento e perdita di identità, è lavorare sull'identità di botteghe realmente radicate sul territorio. Siamo convinti che questo possa dare l'opportunità alla città di trasformarsi e riprendere vitalità» sottolinea Domenico Bianco. Il commerciante, per i promotori di “Piccolo Commercio Putignano”, è quel soggetto che offre un contributo significativo alla crescita e al miglioramento della qualità di vita dei luoghi, che offre un luogo di incontro, di scambio e di relazione, un presidio vero, che contribuisce a creare comunità, ricchezza e occupazione. «Difendiamo la funzione dei negozi anche per dare dignità al ruolo del commercio, nel tentativo di trasmettere questo valore anche ai giovani che intendono restare o tornare per fare impresa a Putignano» conclude Bianco.
Foto di copertina di Dino Frittoli