Dai grandi sindacati ai comitati spontanei nati nelle scorse settimane, procedono in ordine sparso gli agricoltori protagonisti delle proteste contro Pac, Green deal e politiche nazionali. Alcuni risultati concreti sono stati indubbiamente ottenuti dalla pressione costante sulle istituzioni, come il ritiro della proposta Ue sui pesticidi o la reintroduzione dell'esenzione dell'Irpef agricola decisa dal governo Meloni. Tra marce dei trattori, blocchi stradali e sit-in di fronte ai palazzi del Parlamento, i vari fronti che si sono delineati hanno portato avanti battaglie parallele, solo a tratti convergenti.
Tuttavia, l'insieme delle rimostranze emerse in questo inizio d'anno, dopo un 2023 molto difficile per tutta l'economia globale, ha fatto emergere le debolezze del sistema delle rappresentanze sindacali che sono apparse a tratti lontane dal cuore delle istanze del mondo agricolo. La nascita di movimenti come i Comitati riuniti agricoli (Cra) o come Riscatto agricolo sono il segno di come una parte del tessuto imprenditoriale non si riconosca più nelle grandi associazioni nazionali di categoria e nei risultati che hanno portato a casa nel confronto con le istituzioni. Ma oltre alle differenze tra grandi e piccoli, anche il movimento dei trattori viaggia in modo indipendente.
La Coldiretti: “Dai trattori richieste confuse”
Tra le sigle principali, la Coldiretti, messa sotto accusa soprattutto dai Cra e dal suo portavoce Danilo Calvani, ha scelto la strada della protesta contro l'Europa e la Politica agricola comune (Pac). Il presidente Ettore Prandini ha definito «confuse» molte delle proteste dei trattori: «Preferiamo tramutare le proteste in proposte», ha dichiarato in un'intervista al quotidiano La Repubblica, condannando gli episodi di violenza (riferendosi all'incendio delle bandiere della stessa Coldiretti durante una manifestazione a Viterbo a fine gennaio scorso). «Molte delle battaglie che rivendicano i trattori sono quelle già condotte dalla Coldiretti da anni. Spesso da soli. Figuriamoci – ha dichiarato Prandini – se non siamo favorevoli all'esenzione dell'Irpef: siamo stati noi a farla togliere, insieme all'Imu e all'Irap durante il governo Renzi». La Coldiretti manifesterà a Bruxelles il prossimo 26 febbraio in occasione del Consiglio dei ministri agricoli dell'Ue (Agrifish). Sotto esame c'è soprattutto il tema della reciprocità degli standard produttivi nei rapporti commerciali tra Unione europea e Paesi extra-Ue.
Confagricoltura contro l'Ue
La Confagricoltura (che il 26 febbraio terrà a Bruxelles un'assemblea straordinaria) ha condiviso alcuni punti di merito della protesta dei trattori ma non ne ha apprezzato il metodo, preferendo mantenere il confronto nelle sedi istituzionali, come ha spiegato più volte il presidente Massimiliano Giansanti. Intervistato dal Corriere della sera, il presidente di Confagricoltura ha sottolineato che l'Europa «è sempre stata e sarà la mamma degli agricoltori. Rimaniamo europeisti convinti. Ma oggi gli incentivi sono la metà di quelli di 20 anni fa, quando nell'Ue eravamo in 15. La capacità competitiva dell'agricoltore italiano ed europeo è stata fortemente ridimensionata».
In Europa e in particolare a Bruxelles, è prevalso un certo «furore ideologico» in un clima «in cui non si è mai riusciti ad avere un dialogo con la Commissione: tutto – ha ribadito – ci è sempre stato imposto dall'alto senza tener conto delle conseguenze pratiche sulla nostra attività, a volte anche con ricatti». Se la recente riforma della Pac non ha tenuto conto di fattori come la pandemia e la guerra in Ucraina, destinando solo il 15% delle risorse complessive agli aiuti al mercato, con gli agricoltori incentivati a non produrre, non competitivi e privi di protezioni, è chiaro, per Giansanti, che le manifestazioni di disagio possono anche assumere forme estreme.
Movimenti separati
I Comitati riuniti agricoli (Cra) sono, infatti, una delle voci più estreme del movimento di protesta. Non solo hanno chiesto più volte le dimissioni del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma hanno in programma una manifestazione a Roma, al Circo Massimo, per giovedì 15 febbraio (ore 15), in cui sono attese circa 20mila persone, secondo gli organizzatori e il suo portavoce Danilo Calvani.
Il leader dei Cra spesso ha sollevato dei dubbi sulla politicizzazione dell'altro movimento, Riscatto agricolo, che si è smarcato dall'evento firmato Cra di giovedì 15 febbraio nel cuore della Capitale. Dopo il presidio dei trattori sulla via Nomentana di una settimana fa a Roma, una delegazione di Riscatto agricolo ha incontrato lunedì 12 febbraio il sottosegretario all'Agricoltura, Patrizio La Pietra (un primo incontro col ministro Lollobrigida c'era già stato alla recente Fieragricola a Verona), per illustrare le necessità del settore: dalla lotta alla concorrenza sleale alle risorse del credito agrario, dai costi delle polizze assicurative ai primi interventi di sostegno alle filiere in crisi coi 300 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio per il triennio 2024-26. I portavoce di Riscatto agricolo hanno ottenuto un'apertura e una disponibilità del Masaf a essere ascoltati nei futuri tavoli di confronto.
La manifestazione di Altragricoltura
Giovedì 15 febbraio non ci saranno solo i trattori del Cra nel centro di Roma. Altri cento trattori da diverse regioni sono previsti in arrivo nella zona di Castel di Leva. Gianni Fabbris, presidente di Altragricoltura, ha indetto assieme a Popolo Produttivo una manifestazione in piazza del Campidoglio. Ci saranno agricoltori, allevatori, pescatori, trasformatori e altre categorie colpite dalle politiche europee e italiane (lo slogan sarà #telodoioilmadenitaly). Mentre due trattori sosteranno davanti al Colosseo per leggere i punti della piattaforma. La riduzione dell'Irpef agricola, secondo Altragricoltura, rappresenta una mancia agli agricoltori. La manifestazione è stata indetta a metà gennaio, ha spiegato Fabbris, che non condivide la richiesta di dimissioni di Lollobrigida e del governo: «Non vogliamo dimissioni ma risposte».