Partono anche in Italia, come accaduto in Francia e in Germania nelle scorse settimane, le proteste degli agricoltori nei confronti delle politiche comunitarie e delle grandi sigle sindacali del settore primario. Da Marsala a Bologna, passando per Frosinone, Napoli, Pescara, fino a Torino, sono in corso numerosi sit-in, presidi, cortei di protesta che vedono protagonisti centinaia di trattori, come il lungo corteo che ha rallentato l'autostrada del Mediterraneo nel Cosentino.
Le ragioni della protesta
La protesta, proclamata a oltranza dai Comitati riuniti agricoli (Cra), è diretta contro le politiche agricole dell'Unione europea, le scelte del Governo nazionale e le grandi Confederazioni agricole (che non hanno aderito alla manifestazione), a difesa dell'agricoltura e dei territori ma anche del lavoro e delle piccole imprese (saccheggiate dalla politica e martoriate dalle banche) dall'attacco delle importazioni e dal tradimento dei sindacati. «Siamo al disastro» ha dichiarato il presidente dei Cra, Danilo Calvani, che ha spiegato: «Tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui in Italia merci a prezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali».
L'accusa ai grandi sindacati italiani
Sotto accusa anche le grandi confederazioni agricole italiane (a partire dalla Coldiretti): «Ci hanno tradito. E una delle ragioni principali della nostra mobilitazione è proprio contro di loro. Speriamo - ha aggiunto il presidente Calvani - che vengano azzerate e commissariate. Si sono sedute e prostrate ai diktat. I loro capi prendono stipendi milionari all'anno e noi stiamo morendo di fame. Tutto è partito dalle quote latte, quando ci hanno massacrato e sono andati contro gli allevatori. Stanno applicando lo stesso sistema contro tutti noi». La manifestazione vuole lanciare anche un messaggio ai consumatori, mettendoli in guardia dal rischio di non mangiare più prodotti italiani.
Gli agricoltori "stanno morendo"
«Stiamo morendo», recitava un cartello degli agricoltori dell'Emilia Romagna, che hanno sfilato a Bologna a bordo dei loro trattori, in una delle regioni maggiormente interessate dalle proteste. Oltre 200 i mezzi provenienti dalle campagne di Modena, Ferrara, Bologna che si sono fermati a pochi metri dal palazzo della Regione per protestare contro il caro prezzi (soprattutto i mutui bancari), l'insostenibilità dei costi di produzione, le calamità naturali che azzerano i raccolti e il possibile utilizzo futuro della carne sintetica.
Manifestazione "non sovversiva"
I Cra hanno pubblicato un codice etico sul proprio profilo Facebook per spiegare che queste azioni non hanno natura «sovversiva o eversiva» e che ogni manifestazione si svolgerà in piena collaborazione con la pubblica sicurezza. Nel corso di una diretta facebook, i Cra hanno chiarito che la manifestazione nazionale sarà a oltranza e a macchia d'olio: «Un'esplosione civile del popolo italiano che non ne può più di questa situazione. I sindacati sono un disastro e non rappresentano più il mondo agricolo, non sono più credibili. Per non parlare del sistema politico - hanno concluso i Comitati riuniti agricoli - asservito totalmente ai grandi poteri internazionali e a questa Europa».