La produzione olearia è spaccata in due. L'Italia retrocede al quinto posto dei paesi produttori

1 Ott 2024, 09:02 | a cura di
L'Ismea ha pubblicato le stime di produzione per la campagna olearia 2024/2025 che attestano un Paese diviso in due, con il sud penalizzato dalla siccità

Con la raccolta delle olive alle porte arriva, come ogni anno, il report di Ismea sulle stime di produzione olearia per l'imminente campagna olearia. Come lasciava presagire l'estate appena trascorsa, l'Italia si ritrova a essere una Penisola spaccata in due, con il centro-nord che non ha avuto grossi problemi di mancanza di acqua e il sud dove l'approvvigionamento idrico ha raggiunto livelli allarmanti a causa della persistente siccità, in particolare in alcune regioni. Probabilmente questo porterà a un lieve abbassamento dei prezzi, ma come già abbiamo detto poco tempo fa l'Italia dovrebbe giocare una partita diversa da quella tra prezzo e quantità.

Le stime di produzione olearia in Italia

Le problematiche legate alla siccità hanno messo il Belpaese in una situazione in controtendenza rispetto al resto del mondo che ha visto incrementare la produzione di olio di oliva. Se nel centro-nord la produzione è stata buona e abbondante, ad aver sofferto è stato il sud dove si fa la gran parte dell'olio nazionale. Le prime stime, come afferma Ismea nel report, sono passibili di aggiornamento e affinamento man mano che ci saranno informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese. Oggi la produzione viene stimata intorno alle 224mila tonnellate, da considerarsi come valore centrale di una forbice che va da un minimo di 215mila tonnellate a un massimo di 235mila. Un calo del 32% rispetto alla scorsa campagna olearia che collocherebbe l'Italia addirittura al quinto posto nel ranking mondiale.

Le differenze tra nord, centro e sud

Nella panoramica nazionale a saltare agli occhi è l'enorme gap tra la produzione del centro e del nord, dove si delinea un incremento rispettivamente del 74,3% e del 70,2%, contro quella del sud dove si attesta un calo generalizzato di oltre il 40%. A pesare sulla campagna è soprattutto il dato della Puglia dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l'allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest'anno, con le piante in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione simile si è presentata in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia.

La produzione olearia globale

Se si considera la produzione a livello mondiale l'Italia appare uno dei pochi paesi in calo, in controtendenza rispetto a un incremento generalizzato del 23% su scala globale. Le prime stime produttive sulla campagna 2024/2025, infatti indicano un aumento dei volumi mondiali rispetto ai 2,5 milioni di tonnellate dello scorso anno. La stima dei 3,1 milioni di tonnellate collocherebbe i volumi della campagna 2024/25 in linea con la media delle sei campagne precedenti, che tuttavia risentono della scarsità delle ultime due. Ad aver recuperato i quantitativi sono tutti i principali paesi competitor, in primis la Spagna che ha recuperato pienamente i quantitativi ai quali ci aveva abituato fino a un paio di anni fa.

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