Rigogliosa e florida, quella umbra è una terra ricca dove nascono specialità apprezzate in tutta Italia. La cucina regionale è semplice e autentica, fatta di prodotti locali, grandi formaggi e salumi, carni e piatti robusti. Paste caserecce, dalla sfoglia spessa e ruvida, sughi abbondanti e tanto buon olio extravergine di oliva: ecco quali sono i prodotti più rappresentativi della gastronomia umbra.
Prodotti tipici umbri
Baci di Assisi
Morbidi pasticcini fatti con pasta di mandorle e ricoperti da sottilissimi petali di mandorle. Se ne trovano diverse varianti: con granella di pistacchio, al cioccolato, aromatizzati alla vaniglia o con il cuore di crema pasticcera.
Bocconcello
Una focaccia biscottata di diverse forme - rettangolare, quadrata o a ciambella - arricchita dal formaggio, ingrediente frequente nelle preparazioni da forno umbre.
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Cipolla di Cannara
Privilegia un terreno argilloso con discreta presenza di potassio, indispensabile per la crescita del bulbo. Commercializzata già nel Trecento, è uno dei prodotti più antichi della regione.
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Corallina
Fra i tanti salumi della tradizione regionale, capitolo a parte lo merita la corallina, uno degli insaccati più conosciuti, composto da tre parti di carne magra di prima scelta come la spalla e le rifilature del prosciutto finemente macinate, più una parte di grasso tagliato a dadini. Il nome deriva dal corallo budello gentile, ovvero il primo tratto del colon del suino, l'involucro che contiene il salame e che permette all'impasto di carne di conservarsi naturalmente a lungo senza alterarne le qualità organolettiche.
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Cresciole di ciccioli
Focaccine simili alle tigelle emiliane, realizzate con farina, uova, lievito, Parmigiano o pecorino, olio extravergine e sale. All’interno, ciccioli di maiale, che conferiscono a questa preparazione una particolare nota salata.
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Farro
Un cereale antichissimo, utilizzato per molto tempo come base della dieta umbra, prima che il grano prendesse il sopravvento. Dal tipico colore ambrato, è impiegato in cucina in tanti modi, dal pane alle focacce.
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Lenticchie di Castelluccio
Legume di origini antiche, coltivato all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini a circa 1500 metri di altitudine. Un prodotto di nicchia dalle quantità limitate, ricco di vitamine, fibre, sali minerali e proteine. Caratteristica principale è la buccia sottile e tenera, che consente di cucinare la lenticchia senza ammollo.
Luccio del Trasimeno
Pesce di lago dal corpo allungato e il ventre bianco/giallastro, di un peso medio di circa 600 grammi, ma che può raggiungere anche gli 8 chilogrammi. La carne è bianca, soda e delicata.
Mostaccioli di San Francesco
Tipici del periodo della vendemmia, i mostaccioli umbri in passato erano preparati con la pasta del pane, insieme a miele, mandorle e mosto d'uva. Negli anni la ricetta è un po’ cambiata e oggi prevede farina, mandorle, miele, albumi d’uovo, arancia, burro, mosto d’uva cotto, lievito in polvere, pepe e cannella.
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Olio extravergine di oliva
Sono tre le cultivar principali del territorio: frantoio, moraiolo – varietà principale - e leccino. Caratteristica del moraiolo sono i suoi sentori intensi di erbe amare, conifere, aghi di pino e le sue sensazioni nette di amaro e piccante. Il frantoio presenta nuance balsamiche e una spiccata nota di cipresso, mentre il leccino è più delicato e si compone di profumi leggeri di piccoli fiori bianchi.
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Pampepato
Tortina dalla forma tonda e schiacciata, preparata solitamente durante le feste di Natale, con mandorle, nocciole, pinoli, uva passa e un mix di spezie che comprende pepe, cannella e noce moscata, a cui si può aggiungere poi cacao, cioccolato, liquori o mosto cotto. In passato, veniva portato in dono accompagnato da un rametto di vischio, la pianta simbolo del Natale.
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Pappardelle
Sembra sia stata la Toscana a dare origine alle pappardelle, ma questo formato – in origine a base di acqua e semola, oggi disponibile anche nella versione all’uovo – è in realtà condiviso da molte regioni del Centro-Nord Italia, Umbria compresa. Qui, i condimenti scelti sono i ragù di carne o i sughi di cacciagione.
Pecorino di Norcia
Formaggio dalla crosta dura, colore paglierino e pasta dura e compatta, che può essere più o meno stagionato. Il gusto è persistente, e si intensifica con l'aumentare del periodo di stagionatura.
Pepatelli
Biscotti privi di uova e zucchero (sostituito dal miele), molto friabili, diffusi anche in Molise e Abruzzo.
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Pinoccate di Perugia
Acqua, pinoli, zucchero e un addensante (in origine amido di mais, nelle versioni moderne glucosio) sono solo gli ingredienti base per questi particolari dolcetti prodotti a Perugia.
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Sagne
Strisce di pasta acqua e farina spesse e di varie dimensioni, così radicate nella tradizione del Centro Italia da essere considerate, in passato, una sorta di medicina. Vengono consumate in abbinamento ai fagioli.
Salumi
Ricca e solida, la tradizione dei salumi umbri ha segnato la storia della gastronomia locale. C'è il capocollo, saporito, con abbondante sale, pepe e coriandolo finale, la coppa di testa, dal sapore speziato e aromatico, fatta con le parti meno nobili del maiale ma ricche di collagene. E poi gli insaccati di cinghiale, il celebre prosciutto di Norcia e il sanguinaccio, budino a base di sangue di suino raccolto al momento della macellazione.
Sedano nero di Trevi
Nasce in prossimità del fiume Clitunno, si caratterizza per la sua lunghezza e le costole color verde scuro. Molto profumato e dal cuore tenero e polposo.
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Strangozzi
Una pasta lunga di sezione rettangolare, nata fra Foligno e Spoleto e divenuta simbolo della cucina dell’intero territorio. Un prodotto povero, ancora una volta una sfoglia acqua e farina molto spessa tagliata in strisce di circa 4 millimetri di larghezza e 30 centimetri di lunghezza, dalle forme irregolari e imprecise.
Strascinati
Con il termine “strascinato” in Italia si intendono tanti diversi tipi di pasta, tutti accomunati dalla pratica di “strascinare” con il dito l’impasto, per ottenere dei pezzi allungati e appiattiti. In Umbria, sono simili alle pappardelle, ma più stretti e irregolari, e vengono conditi con sughi ricchi.
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Strozzapreti
Antica pasta corta caratteristica dell’Italia Centrale, citata più volte nella letteratura romanesca, in particolar modo nei Sonetti di Gioachino Belli. Il nome allude alla proverbiale golosità dei preti, ma a consumare questa specialità in passato erano soprattutto le famiglie di contadini più umili. Si tratta, infatti, di un cibo “povero”, in genere abbinato a un sugo di fagioli, da sempre considerati “la carne dei poveri”.
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Tartufo nero pregiato
Matura da novembre a marzo su terreni calcarei ricchi di argilla. Le dimensioni variano da quelle di una noce a quelle di un'arancia, mentre il sapore è particolarmente intenso, ancora più deciso una volta cotto.
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Torta al testo
Di origini antichissime, era una preparazione alternativa al pane, un tempo priva di lievito e preparata con ingredienti diversi secondo i casi: quella realizzata con grano era destinata alle fasce meno abbienti della popolazione, mentre quella a base di mais era riservata ai pranzi delle famiglie benestanti. Entrambe le versioni derivano, probabilmente, dalla mefa, a base con farina di farro o d’orzo, acqua, sale, farcita con grasso di maiale e poi cotta su una lastra di pietra chiamata panaro.
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Torta (o crescia) al formaggio
Un grande lievitato condiviso anche con Marche e Toscana, a base di parmigiano, pecorino e altri formaggi locali. L'impasto si gonfia durante la lavorazione: il termine dialettale crescia – infatti – fa riferimento alla grande crescita dell’impasto durante la lievitazione e la cottura in forno. È una specialità tipica della tradizione contadina, secondo la leggenda nata nei monasteri medioevali.
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Tozzetti
Una versione locale dei cantucci, che si differenzia dalla ricetta toscana per l’uso dei semi d’anice, del liquore e dello strutto (insieme al burro). Diffusi soprattutto nella zona di Bevagna, provincia di Perugia, si mangiano tradizionalmente durante le feste di Pasqua e Natale, anche se ormai sono disponibili tutto l'anno.
Umbricini
Detti anche umbricelli, questi spaghettoni acqua e farina sono uno dei formati storici della regione, un tempo piatto tipico dei contadini e delle famiglie meno abbienti. Per realizzarli, si staccano dei pezzetti di impasto e si fanno rotolare fra le mani fino a ottenere dei cordoncini piuttosto spessi, da insaporire con ragù di carni.
a cura di Michela Becchi