Gli inizi. Dalla bottega al market
A Palermo, ormai, l'apertura di un nuovo market targato Prezzemolo e Vitale non è una novità. Il settimo punto vendita ha inaugurato solo qualche settimana fa, in via Lulli: seicento metri quadri per la spesa di tutti i giorni, ma pure per fermarsi a mangiare un panino della casa al punto gastronomia, ripensato un paio di anni fa (all'esordio del sesto negozio della catena) per assecondare le esigenze di consumo contemporanee. Quel che sembra piacere alla città, il segreto del successo di un gruppo a gestione familiare che oggi – a più di 15 anni dalla creazione del brand, ma l'attività è ben più longeva – conta 150 dipendenti, è frutto di un'intuizione che tiene insieme il mondo delle produzioni artigianali e le dinamiche distributive della Gdo. Un equilibrio costruito da Giusi Vitale e Giuseppe Prezzemolo attingendo ai rispettivi background familiari, il papà di Giusi proprietario di un piccolo market affiliato al circuito della grande distribuzione, quello di Giuseppe grande cultore di formaggi, cercatore di specialità di nicchia sul territorio, titolare di una bottega tradizionale in un quartiere periferico della città. E nasce così, trent'anni fa, la prima avventura insieme di Giusi e Giuseppe, coppia nella vita e sul lavoro: “Per 10 anni, subito dopo il matrimonio, abbiamo gestito una nostra bottega sull'impronta di quella della famiglia Prezzemolo” racconta Giusi. “Ci siamo appassionati al lavoro, abbiamo girato l'Italia alla ricerca di prodotti che ci piacessero. E l'impegno ci ha ripagato, dopo qualche tempo eravamo un punto fermo della spesa di qualità pur in una zona non proprio centrale di Palermo”. Poi la svolta: quando il papà di Giusi sceglie di lasciare il piccolo supermercato gestito per tanti anni, la coppia decide di subentrare, pur alle prese con una realtà completamente nuova: “Abbiamo venduto la bottega di via Liguria, ci siamo ritrovati con un negozio affiliato a una grande catena, e politiche da gdo che faticavamo a comprendere. C'è voluto qualche mese per trovare il nostro passo”.
Tra bottega e Gdo. Nasce Prezzemolo e Vitale
L'intuizione? Affiancare ai prodotti da supermercato gran parte di quelle referenze conosciute negli anni: specialità di nicchia, prodotti da forno reperiti sul territorio, ma non solo eccellenze siciliane, “perché non abbiamo mai creduto nel culto del km zero senza alternative. Il buono si può cercare ovunque, e non vogliamo avere limiti, pur prestando un occhio di riguardo alle produzioni dell'isola (che oggi sono riunite sotto il marchio Giù Giù, Giusi e Giuseppe, per segnalare le specialità siciliane brandizzate da Prezzemolo e Vitale, ndr)”. Succedeva alla metà degli anni Novanta. Nel 2002 arriva il secondo punto vendita, un nuovo passo in avanti: “Abbiamo preso coraggio, e scelto di coniare la nostra insegna. Così siamo diventati Prezzemolo e Vitale, nel tempo l'affiliazione è diventata sempre meno vincolante, ma la manteniamo per avere accesso a canali distributivi direttamente connessi all'industria, che ci garantiscono un approvvigionamento costante, e quindi un'efficace gestione dei nostri supermercati”. Intanto, però, anche oggi che i fronti si sono moltiplicati, il gruppo continua a coltivare il rapporto con i propri fornitori diretti, e il format è rimasto un unicum nel panorama cittadino, oltre che un valido esempio imprenditoriale di come il mondo dell'artigianato e quello della grande distribuzione possano coesistere.
I servizi al cliente. E il marchio Giù Giù
Sviluppando pure una serie di strumenti che favoriscono l'accessibilità e la fruibilità dal lato del consumatore, come l'app per ordinare la spesa online, “una pratica non molto diffusa a Palermo, che invece si sta rivelando un successo. Gli ordini si possono completare anche via Whatsapp, ogni negozio ha il suo numero aziendale di riferimento; consegnano con i nostri fattorini, ma anche appoggiandoci a una società esterna. I numeri parlano chiaro: circa una quarantina di clienti al giorno fanno la spesa online, alla fine dell'anno si tradurrà in una bella quota di fatturato”. Poi c'è il servizio di spedizione online in tutta Italia, sviluppato per promuovere gli oltre 70 prodotti a marchio Giù Giù, quelli siciliani consegnati in 24 ore in tutta la Penisola, gli stessi reperibili a scaffale, secondo disponibilità, “perché nel caso delle specialità di nicchia parliamo spesso di piccole produzioni, anche se cerchiamo di selezionare realtà che possano conciliarsi con i nostri numeri attuali”. Qualche esempio? Le marmellate di agrumi da Agrigento, le acciughe sott'olio in arrivo da Aspra (Palermo), la birra dei Nebrodi e il pesto trapanese, con pomodori, mandorle e basilico. E poi salse, conserve, biscotti. Mentre chi fa la spesa a Palermo può contare anche sul pesce fresco di Silvio Tagliavia, il pane di Ottavio Guccione, i panettoni della pasticcerie locali per il Natale (da Ragusa arrivano anche quelli di Ciccio Sultano dai Banchi) e altre chicche d'autore.
E sul servizio di gastronomia per il pranzo (solo nei punti vendita di via Aquileia e via Lulli), con taglieri di salumi e formaggi, hamburger di carne locale, le bottiglie dell'enoteca, di produttori italiani e stranieri.
Alla conquista di Londra
Conquistata Palermo – dove il numero di negozi non salirà oltre, mentre l'impegno si concentrerà a potenziare il settore all'ingrosso per la ristorazione – da qualche tempo l'orizzonte si è spostato a Londra. Nella capitale inglese Prezzemolo e Vitale ha esordito nel 2016 all'interno del Mercato Metropolitano: “Ci ha voluto Andrea Rasca, abbiamo accettato la sfida. Ma a Elephant & Castle gestivamo circa 350 metri quadri di locali, dimensioni troppo grandi per noi, con dinamiche che rischiavano di sfuggirci di mano. Così, dopo un anno, abbiamo scelto di abbandonare il progetto”.
Non Londra, però, dove il primo market indipendente Prezzemolo e Vitale ha aperto un anno fa a Chelsea: circa 130 metri quadri di locale - “le dimensioni perfette per noi” - per fare la spesa made in Italy (ma molti prodotti freschi sono reperiti da fornitori locali). E un buon riscontro, tra i londinesi e gli italiani che vivono in città: “Arrivano per comprare i capperi di Saline, il pangrattato, il lievito di birra... Quest'estate sono letteralmente impazziti per le nostre angurie. Prodotti che difficilmente si possono reperire a Londra, anche se noi li diamo per scontati”. Ecco perché presto, all'inizio del 2019, il gruppo aprirà un altro punto vendita gemello, sempre a Chelsea. Con l'obiettivo di sviluppare una rete di una decina di negozi in città: “La risposta è buona, sicuramente siamo più concorrenziali laggiù che in altre città italiane, o in nuove località siciliane dove ci penalizza più di qualche rallentamento nella logistica. Quindi perché no, l'ambizione c'è”. E anche tre figli, la nuova generazione che subentra, che hanno sposato con entusiasmo la causa. Quando si dice una felice impresa a gestione familiare.
a cura di Livia Montagnoli