Il negozio di fiori che è anche bistrot
Esistono mille e molteplici sfaccettature e connotazioni quando si parla di locali e ristoranti, negli anni si sono susseguiti svariati concept. Potafiori è uno spazio, un contenitore che ha aperto battenti poco prima dell’estate e si propone di far vivere differenti esperienze, dalle prime ore del mattino fino a tarda sera. Fiori, cibo e musica si fondono in un’unica entità per accogliere chi desidera trascorrere qualche minuto o qualche ora in questo locale, nei pressi dell’Università Bocconi di Milano.
Luci calde e soffuse per un ambiente che abbraccia l’ospite appena varcato l’ingresso, angoli e salette per un momento riservato o più conviviale, arredi e oggetti (è possibile anche acquistarne alcuni) con colori sobri, mai invadenti, esaltati dalla vivacità e dalla luminosità di piante e fiori.
L'idea. Stagionalità e atmosfera rilassata
Rosalba Piccinni è l’idea maker e padrona di casa: assembla fiori con fili, corde e cortecce per chi desidera una composizione da regalare o da portare a casa; improvvisa pezzi al pianoforte, visto il suo recente passato di cantante, per colorare l’atmosfera di suoni e melodie, per accompagnare un tè pomeridiano, un aperitivo o una cena.
“Canto da 39 anni e lavoro con i fiori da 30, ormai mi conoscono come la cantafiorista, sono un’autodidatta, non mi definirei cantante, anche se fa abbastanza sorridere che una come me sia riuscita a fare 6 sold out di fila al Blue Note, quando ci sono molti professionisti più bravi e preparati di me. Probabilmente quando fai le cose con amore e passione e hai la fortuna/bravura di riuscire a trasmetterle, le persone apprezzano e ti ripagano di tanti sacrifici.”
La stagionalità è uno dei punti cardine, sia in cucina che nella scelta dei fiori; e così i piatti mediterranei messi in tavola dal giovane chef Giorgio Brescianiparlano della cultura del buon cibo italiano, dalla parmigiana di melanzane ai paccheri ripieni di ricotta, alle zeppole salate. Ben presentati, con materiali originali e di forte impatto estetico.
“Inizialmente il cibo doveva essere solo un corollario ma la gente si aspettava qualcosa di più, all’altezza dell’ambiente. Abbiamo voluto puntare sulla semplicità, amo il design ma sono bergamasca e bado anche alla sostanza, quindi piatti semplici con materie prime di alta qualità, aspetto su cui non transigo; e ben presentati, esaltati da una mise en place molto curata.”
Valori in gioco. Improvvisazione e bellezza
“La musica, il jazz soprattutto, è improvvisazione, i fiori sono improvvisazione, la cucina stessa è improvvisazione quando ti manca proprio quell'ingrediente per realizzare il piatto che pensavi, è in quel momento che crei qualcosa di nuovo e originale, qualcosa di grande. Ripenso al bar Basso quando ha inventato lo Sbagliato. Questo è ciò che accomuna questi tre mondi che qui vivono e interagiscono tra di loro. Il design è un altro aspetto fondamentale, tutti gli arredi e gli oggetti sono stati scelti con molta cura, come le sedie di un prestigioso designer. L’imprenditoria italiana dovrebbe scommettere di più sul bello: tutti ce lo riconoscono e forse dovremmo crederci anche noi un po’ di più!”. Tutto questo è Potafiori.
a cura di Paolo Pojano
Potafiori | Milano | via Salasco, 17 | www.potafiori.com