Uno dei punti di forza dell'Unione Europea, dal punto di vista alimentare, è sicuramente la rigida regolamentazione che riguarda i prodotti alimentari e le materie prime importate da paesi non UE. A rendere efficace questa normativa ci pensano controlli scrupolosi e fondamentali per verificare che i prodotti alimentari siano conformi agli standard continentali, tra i più restrittivi al mondo. Un problema che prima della Brexit gli inglesi neanche si ponevano, forti proprio di una regolamentazione e di un sistema di controlli incrociati che ancora oggi avvantaggia tutti gli europei. Dopo l'ormai famosa uscita britannica nel 2020, il paese è diventato responsabile dei controlli doganali per garantire che i prodotti alimentari d'importazione fossero sicuri. A quanto pare non tutto sta andando come quando a coordinare il tutto era l'UE, tanto che qualche controllo a campione al porto di Dover ha evidenziato gravi lacune.
L'allarme lanciato dalla parlamentare conservatrice
Carne avariata o proveniente da bestiame ammalato, semi carichi di pesticidi e altri prodotti problematici sono stati rilevati tra i carichi provenienti dal porto di Dover, uno dei principali hub di prodotti d'importazione in Gran Bretagna. A denunciare le carenze nei controlli è stata Natalie Elphicke, parlamentare di area Tories eletta proprio nel distretto Dover, che, in occasione del Back British Farming Day, ha deciso di condurre in Parlamento un dibattito sulla sicurezza delle importazioni alimentari previsto per mercoledì 13 settembre.
Secondo Elphicke le origini primarie di questa insicurezza alimentare vanno ricercate principalmente nei cambiamenti climatici e nella guerra in Ucraina che hanno rotto gli equilibri produttivi globali. A tal proposito le sue parole, pubblicate in un articolo su Express, sono state molto chiare: "Sostenere le nostre aziende agricole e alimentari non significa solo acquistare prodotti britannici e sostituire i sussidi dell'UE. Si tratta anche della nostra sicurezza alimentare, e la protezione della nostra bio-sicurezza ne è una parte essenziale. Le prove sono chiare. Dobbiamo effettuare controlli alimentari al confine di Dover. Non possiamo affidarci all'UE per la nostra sicurezza alimentare. È anche importante garantire ai nostri agricoltori condizioni di parità. Quando gli alimenti britannici vengono esportati nell'UE, i funzionari doganali dell'UE effettuano controlli approfonditi. Ma quando i prodotti alimentari dell'UE vengono inviati nel Regno Unito, non ci sono controlli".
Nel frattempo, in Irlanda del Nord dall’inizio di ottobre arrivano i prodotti targati not for the EU, non per l’Unione Europea, frutto dell’accordo sul Quadro di Windsor, e riguarda principalmente prodotti a base di carne e alcuni latticini, mentre per il resto del Regno Unito si parla di luglio 2025.
La sicurezza dei prodotti alimentari nell'UE
Quello di un'alimentazione sana e sicura è sempre stato uno dei punti di maggiore attenzione e interesse dei legislatori europei, tanto da aver creato una solida struttura normativa che punta a tutelare cittadini e i produttori stessi. La politica di sicurezza alimentare dell’Unione mira, infatti, a proteggere i consumatori garantendo allo stesso tempo il regolare funzionamento del mercato unico attraverso una legislazione che riguarda l’intera filiera alimentare in modo integrato. Detta legislazione si occupa degli aspetti di sicurezza della produzione primaria, delle condizioni igieniche nella trasformazione alimentare, nell’imballaggio, nell’etichettatura e dei controlli ufficiali sulla conformità alla sicurezza. Nello specifico la politica di sicurezza alimentare è disciplinata principalmente dagli articoli 168 (salute pubblica) e 169 (protezione dei consumatori) del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.