Richard Abou Zaki è la nuova star della tv romena. La sua storia ve l’abbiamo raccontata: primo chef del paese balcanico ad aver conquistato la stella Michelin (con Retroscena a Porto San Giorgio, insieme a Pierpaolo Ferracuti con il quale sta creando un piccolo gruppo ristorativo) Abou Zaki è diventato una celebrità da quando è apparso nel programma Chefi la cuțite prima come ospite, poi - come prevede il format - nel doppio ruolo di giudice e concorrente, con i colleghi Orlando Zaharia, Ștefan Popescu e Alexandru Sautner. La trasmissione è un prime time di grandissimo impatto: trasmesso tre giorni a settimana, dalle 20.30 a mezzanotte, è entrato nelle abitudini dei telespettatori con ben 12 stagioni alle spalle. Con la tredicesima è arrivato Abou Zaki, assoldato per 3 anni e 6 stagioni, 25 puntate a stagione: «non è stata una scelta facile da prendere: mi sentivo di farlo per un anno, invece sotto i 3 anni non avrebbero fatto nessun contratto», vista la popolarità, gli spettatori si affezionano ai cuochi che partecipano.
«Però credo che sia una cosa che capita una volta nella vita: non è un invito in cui vai mezz'ora e fai una ricetta, ma un prime time che gira intorno a noi, non capita tutti i giorni». Si registra a passo di carica, in questo programma monster in cui lavorano quasi 150 persone, con un gruppo di 220 concorrenti, professionisti e non, da cui verranno selezionati i campioni. Campioni di una realtà gastronomica pronta a sbocciare. Nel frattempo Abou Zaki si è rivelato un buon personaggio televisivo «questa è stata la mia nuova scoperta» e cerca di godersi il momento, con i piedi per terra. Stando in Italia, poi, non ha sotto gli occhi i cartelloni immensi che si vedono a Bucarest.
La scena ristorativa romena
«Bucarest è una metropoli a tutti gli effetti, ci sono ristoranti di livello con gente che ha fatto esperienze importanti in Europa, e che comincia a proporre qualcosa di diverso rispetto alla tradizione». Quella romena è una cucina che lui stesso definisce molto povera - fatta di Sarmale, gli involtini di foglie di vite con carne tritata, e ciorba, la zuppa di carne e uova - ma che sta evolvendo, molti cuochi si sentono pronti per imprimere una nuova direzione, «effettivamente fanno dei bei piatti, anche se sono soltanto 5 o 6 ristoranti per ora, credo che si una questione di poco: tra 4-5 anni i tempi saranno maturi, e mi piace l'idea di essere parte di un cambiamento». Sono ristoranti che si trovano soprattutto nella Capitale, dove si respira un'aria più cosmopolita. La gente, comunque, è attenta a quel che succede nel mondo e l'orgoglio per quel giovane che per primo ha convinto la Michelin è tangibile nelle attestazioni di affetto.
La partecipazione al programma ha fatto il resto: la sua prima apparizione ha totalizzato oltre 3 milioni e mezzo di visualizzazioni. E da allora l'attenzione su di lui e sul suo lavoro è ai massimi livelli. «Da Retroscena ci sono 4 stagisti arrivati dalla Romania» racconta, per non parlare delle prenotazioni: «ci sono delle serate in cui su 9 tavoli, 6 sono di romeni, molti arrivano dalla Germania o dalla Gran Bretagna. La settimana scorsa c'era un tavolo che arrivava da Londra, sono atterrati all'aeroporto di Ancona per venire da noi: non avevano mai fatto una esperienza stellata in vita loro». Una soddisfazione incredibile: «avevano gli occhi lucidi per l'emozione. Questo ti fa capire il tuo mestiere: si sono fatti 1600 chilometri per noi, e noi non abbiamo mica 3 stelle, ma una sola».
I piatti della tv
Chi va da Retroscena, si affida: menu degustazione e abbinamento vini. Ma soprattutto si cercano i piatti visti in tv - «cavolo cappuccio, riso e oliva e coccobello li vogliono tutti assolutamente» - magari immortalando il momento con una foto insieme allo chef, «una volta c'erano 3 tavoli di persone romene che mi hanno chiesto di fare una foto, dopo un po' me l'hanno chiesta anche gli altri clienti». Così cucinare significa anche riuscire a lasciare un ricordo, entrare nel cuore delle persone. «Tutto è importante: farsi conoscere, trasmettere la propria storia con una intervista o una trasmissione, ogni cosa serve anche per portare le persone al ristorante, se non trasmetti la tua idea di cucina e la tua umanità, come fa la gente a conoscerti e a sapere che ci sei anche tu?». Ora che Richard è diventato una star, con la capacità di spingere la nova cucina romena anche dalle Marche.