La storia potrebbe iniziare dall'Abruzzo, nella provincia di Teramo, dove nasce il progetto Plastic Free Certification, startup tutta italiana a dispetto di quanto farebbe pensare il nome. O da Menton, elegante cittadina della Costa Azzurra francese, qualche chilometro più in là del confine di Ventimiglia, nella cucina di Mauro Colagreco. Ma anche, cambiando nuovamente set, nella sala di affinamento dei superbi culatelli di Zibello prodotti in casa Spigaroli, all'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense.
Plastic free. Una missione che ci riguarda tutti
Tutte conducono verso lo stesso traguardo: lottare contro l'onnipresenza della plastica nella nostre vite (anche al ristorante). Dunque sviluppare strategie serie a sostegno della causa plastic free, diventata moda per chi la cavalca senza troppa convinzione, ma invece di grande urgenza se davvero vogliamo aiutarci a scrivere un futuro sostenibile. La certificazione plastic free perfezionata da Zaira di Paolo e Giuseppe Sarua Cinquegrana lavora propria in questa direzione, con l'idea di fornire alle attività imprenditoriali che vogliono abbandonare la plastica uno strumento di supporto concreto. Non limitandosi, dunque, a riconoscere un bollino di merito (e comunque siamo in presenza del primo marchio riconosciuto al mondo per accertare l'eliminazione della plastica monouso e la riduzione degli sprechi), ma fornendo istruzioni e suggerimenti a chi vuole perseguire l'obiettivo. Si parte dalla ristorazione, dove si annidano moltissimi “rischi” (avete mai pensato, banalmente, alle retine che contengono mitili e cozze?), e infatti il progetto fa il suo esordio in queste ore sul palco dello Chef World Summit ospitato dal Principato di Monaco.
Mauro Colagreco e la Plastic Free Certification
Primo ambasciatore della causa è Mauro Colagreco, da tempo impegnato per rendere la sua impresa sostenibile, e ora pronto a fregiarsi della Plastic Free Certification, previa verifica degli esperti che hanno dato vita al progetto (un panel di biologi marini, ingegneri, esperti di certificazione della Commissione Europea, membri di Zero Waste, accademici). Al Mirazur il lavoro per eliminare la plastica si è protratto per un paio d'anni, e il fatto che a impegnarsi sia stato uno chef che al momento gode di grandissima visibilità e autorevolezza è certamente un ottimo inizio per auspicare l'adesione di numerose attività al progetto. E non senza paracadute: chi certifica, infatti, si preoccuperà anche di formare, suggerendo buone pratiche per riciclare e materiali alternativi alla plastica (come le vaschette in biofoam). Perché l'obiettivo finale è anche quello di incentivare le imprese che producono materiali meno inquinanti a fare sempre meglio, grazie a ricerca e investimenti mirati. Bonificando l'intera filiera, a partire da chi fornisce i packaging.
Il culatello di Zibello di Massimo Spigaroli contro la plastica
Sulla sponda parmense del Po, invece, c'è chi promuove un'iniziativa più curiosa, e orientata a stimolare anche il turismo, ma non per questo meno efficace. Massimo Spigaroli, chef patron dell'Antica Corte Pallavicina, è anche il sindaco del piccolo Comune di Polesine Zibello. E da sindaco promuove l'iniziativa “Una fetta di culatello di Zibello Dop per un sacchetto di plastica”. Il nome strappa un sorriso, l'idea è ben congegnata, soprattutto considerando che la produzione di un salume straordinario come il culatello di Zibello è garantita proprio dal peculiare microclima del territorio, favorito dall'umidità che risale dalle acque del Po. Dunque preservare il bosco fluviale della golena del Po, oggi invaso da plastica di ogni tipo portata dalle acque, è un'operazione che fa bene non solo all'ambiente, ma anche alla tradizione norcina che identifica Zibello e la sua comunità. E allora, con il coinvolgimento delle scuole, delle attività di ristorazione e delle botteghe gastronomiche locali, Spigaroli propone un'iniziativa tanto semplice, quanto lodevole: un assaggio di culatello in cambio di rifiuti in plastica raccolti e consegnati alle attività commerciali che aderiscono all'appello del sindaco. Una piccola goccia nel mare. Ma più pulito.
a cura di Livia Montagnoli