In un’estate di polemiche fra ristoratori e clienti, di scontrini pazzi e turisti “sequestrati” per il conto non pagato, c’è una richiesta insolita a lieto fine che ci fa amare ancora di più “’o’ cor ‘e Napule”. È successo nella pizzeria dove leggenda vuole sia nata la Margherita. Ecco com’è andata.
“Alla fine cuochi e pizzaioli sono venuti a chiedermi se fosse stato tutto di mio gradimento, perché per loro era stata la prima pizza napoletana frullata!”. Mattia Abbate è affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Per lui come per tutte le persone colpite dalle più disparate forme di disabilità organizzare le vacanze può essere molto complicato. Bisogna fare i conti con barriere architettoniche, impedimenti burocratici, e sì, anche con la scarsa solidarietà delle persone. Ma in un Paese che di strada per la vera inclusione deve farne ancora tanta, qualche pezzetto di cronaca “rosea” ci ricorda che “l’uomo è il rimedio dell’uomo”, come dicono in Africa.
Il racconto della pizza frullata su Repubblica Milano
Su Repubblica Milano Mattia cura la rubrica “Ci vuole abilità”, sorta di diario dove racconta in modo asciutto ma partecipe e obiettivo le mille vicissitudini di un quotidiano infarcito di punti interrogativi. “Un’avventura nata dopo aver scritto una lettera alla dirigenza dell’Inter in cui parlavo delle difficoltà delle persone con disabilità di accedere allo stadio”. Per l’estate 2023 la sua destinazione è la Campania: prima Battipaglia, dove dopo aver macinato 800 chilometri, arriva nell’albergo prenotato mesi prima segnalando il suo stato e trova un ascensore troppo stretto. Poi il tempio di Paestum, il cui percorso è invece adatto alle carrozzine (“Sono riuscito a visitare tutto il complesso e addirittura a entrare in uno dei templi che era stato reso accessibile con una comoda passatoia”).
La pizza frullata nel tempio della Margherita a Napoli
“In queste situazioni ci si sente felici come un bambino in un negozio di caramelle” aggiunge Mattia, “sembra una sciocchezza ma simili possibilità aiutano a sentirsi meglio. Anche perché, almeno in vacanza, vorremmo non essere costretti a battagliare, come spesso avviene nella vita di tutti i giorni”. La sorpresa più bella arriva però nella città ancora in festa per lo Scudetto, “davvero stupenda”. Qui, a ora di pranzo, arriva la comprensibile voglia di provare la pizza nel luogo simbolo della Margherita, Da Brandi. Ma pure in questo caso ciò che pare scontato può diventare motivo di disagio. “Quando siamo arrivati, ci siamo rivolti direttamente al proprietario, avanzando una richiesta un po’ insolita, ossia se fosse per loro possibile servire la pizza frullata. Dovete sapere che da alcuni anni, per poter mangiare, devo frullare le pietanze ma, una volta che si prova, vi garantisco che il sapore non ne risente affatto. Ci hanno lasciato in attesa per alcuni minuti e abbiamo iniziato a temere che ci avrebbero mandato gentilmente via”. Invece il personale lo aiuta a entrare grazie a una pedana mobile disposta sui quattro gradini dell’ingresso e, proprio gentilmente, non batte ciglio e porta a tavola la pizza frullata. Preoccupandosi che sia di gradimento per il cliente.
La storia dell’Antica Pizzeria Brandi
L’Antica Pizzeria Brandi dal 1780, sulla Salita S. Anna di Palazzo, è un posto pieno di cimeli dove si trova anche il famoso documento che certificherebbe la nascita della pizza destinata alla regina Margherita di Savoia quando fece visita alla città partenopea nel 1889: “Sig. Raffaele Esposito Brandi Le confermo che le tre qualità di Pizze da Lei confezionate per Sua Maestà la Regina vennero trovate buonissime. Mi creda di Lei Devotissimo, Galli Camillo, Capo dei Servizi di Tavola della Real Casa”. Al netto della leggenda e degli studi compiuti sull’autenticità del documento in questione, Brandi rimane ufficialmente il simbolo del mito pizza-regina. Ma non solo per questo è meta gettonatissima da turisti e da celebrità: per la pizza fatta come tradizione impone, per la cucina schietta e popolare, per l’accoglienza affettuosa e un coefficiente di empatia, umanità, coinvolgimento come solo a Napoli succede.
Chi è Mattia Abbate
Poco più che trentenne, si muove in carrozzina dall’età di 11 anni a causa della malattia diagnosticatagli in prima elementare. Vive a Milano con i genitori (il padre, da insegnante di educazione fisica è diventato insegnante di sostegno alle scuole medie “per gestire con maggiore flessibilità le esigenze di mio figlio, così la mia esperienza di vita diventa una risorsa in più perché riesco a capire meglio le aspettative dei genitori e le situazioni degli studenti”, ha dichiarato sul sito uildm.org), due fratelli e la nonna.
Grazie al supporto della famiglia e di associazioni attive sul territorio (da Parent Project a UILDM), può vivere una vita “normale”, come quella dei suoi coetanei: il liceo delle scienze umane, la laurea in storia, lo sport (wheelchair hockey). Dalla sua lettera a Repubblica nasce una regolare collaborazione per divulgare e sensibilizzare. In modo amichevole e rilassato, però: “È stato un momento bello, ricco di un po’ di commozione, perché capita di rado di incontrare persone con così tanto cuore nei confronti di un disabile” scrive a proposito del pranzo napoletano. E aggiunge “Normalmente non mi piace raccontare della mia vita privata, ma in questa circostanza credo sia doveroso lanciare anche un messaggio incoraggiante, sapendo in prima persona quanto sia difficile organizzare un viaggio per chi è disabile con patologie gravi. Spero che anche voi lettori abbiate trascorso una buona estate e soprattutto vi siate riposati e abbiate ricaricato le batterie, ogni tanto un po’ di vacanza ci vuole”. Messaggio ricevuto, forte e chiaro.
Antica Pizzeria Brandi dal 1780 – Napoli - Salita S. Anna di Palazzo, 1 – 081 416928 - pizzeriabrandi.com