Si è aperta con L’Oro di Napoli l’81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film di Vittorio De Sica che ha più di qualche spunto legato alla tavola. Ma i piatti che hanno fatto la storia del cinema sono moltissimi: qui ne abbiamo radunati dieci, tra capolavori del neorealismo, brillanti commedie e film d’animazione.
10 piatti iconici della storia del cinema
Pomodori verdi fritti alla fermata del treno
È un’old America fatta di apple pie e pasticcini color pastello, quella catturata dalla pellicola di Jon Avnet. La storia hollywoodiana scoperta tra i fornelli del Whistle Stop, la caffetteria che diventa teatro di intrecci amorosi, sfide femministe e battaglie anti-razziali, ci permette di fare un salto nelle atmosfere degli Stati Uniti del Sud. Idgie e Ruth sono due donne dell’Alabama degli anni ’20 alla ricerca di indipendenza, che si ritrovano a instaurare un rapporto intimo, profondo. Un amore che si scontra con i pregiudizi del tempo, trovando rifugio in cucina. In quei pomodori verdi fritti ancora presenti nel locale che ha ispirato la storia, il cui segreto «è nella salsa».
La mozzarella in carrozza di Ladri di Biciclette
«E a te, te faccio porta’ pure il dolce. Sei contento?». Quel tentativo di leggerezza di papà Antonio si rivela uno dei momenti più struggenti del premio Oscar di Vittorio De Sica. L’estenuante ricerca della bicicletta rubata, simbolo di speranza e riscatto, si interrompe solo per il figlio Bruno, il bambino che a ogni passo di questa esplorazione perde un pizzico della sua infanzia, e che merita un momento di serenità in trattoria. Una mozzarella in carrozza e un goccio di vino per prendersi una pausa da un’esistenza miserabile raccontata magistralmente dal regista. «Magna, magna, ‘n ce pensa’». E papà e figlio mangiano, di nuovo uniti e per un momento, un unico istante, senza pensieri.
Il pastrami sandwich di Harry ti presento Sally
Dialoghi brillanti, battute irriverenti… e poi quella scena memorabile al Katz’ Deli, il diner americano dove Sally, interpretata da Meg Ryan, simula un orgasmo di fronte all’imbarazzato Billy Crystal (Harry), per dimostrare all’amico quanto sia facile per una donna fingere a letto. Il tutto mentre morde con gioia il suo pastrami sandwich, momento che ha dato vita a una delle citazioni più celebri di tutta la storia del cinema: «Quello che ha preso la signorina», recitata dalla madre del regista, che ha interpretato l’anziana signora al tavolo accanto.
Il boeuf bourguignon di Julie & Julia
Il film che ha raccontato al mondo l’epopea di Julia Child ha un grande merito: quello di aver anticipato di non poco il trend del mondo digitale, dei blog e delle community online che ruotano attorno al cibo. Due donne, due epoche diverse, la stessa passione per la cucina e la voglia di comunicarla: ecco il segreto della pellicola, riuscitissima anche grazie al cast d’eccezione l’ingegnoso espediente del raffronto continuo tra due vite diverse. Tra battute sagaci, momenti intimi e tantissime ricette, Julie si cimenta con la preparazione del boeuf bourguignon, lo stufato di manzo brasato al vino rosso che la prima volta finisce per bruciare.
La senape de In The Mood for Love
Una relazione platonica, raccontata con poche parole e molti gesti, soprattutto a tavola. La signora Chan, segretaria vestita di tutto punto, e Chow, caporedattore nella Hong Kong dei primi anni ’60, al ristorante scoprono che i rispettivi coniugi hanno una storia clandestina. Si promettono di non diventare come loro, giuramento che non romperanno mai, pur innamorandosi perdutamente l’uno dell’altra: la donna arriva a imitare la moglie di Chow, scegliendo il filetto con la senape, che manda giù a forza nonostante la piccantezza, per calarsi nella parte della sua compagna, almeno per una sera. «Mi chiedevo come fosse cominciata tra loro, adesso lo so. Certe cose succedono così».
La ratatouille della Pixar
La torta di Biancaneve e il tè di Alice, gli spaghetti con polpette di Lilli e il Vagabondo e la crema de Gli Aristogatti. Sono più di cent'anni che la Disney (che dal 2006 detiene anche la Pixar) incanta bambini di tutto il mondo e mette appetito con tanto buon cibo. Film sulla cucina per eccellenza è Ratatouille, la storia del topolino gourmet che guida l’imbranato lavapiatti ai fornelli. La ricetta più famosa è quella del titolo, che nel temuto critico Anton Ego suscita emozioni profonde e che nel film d’animazione è presentata in maniera più elegante rispetto all’originale (che altro non è che uno stufato di verdure). A ispirarla sembra sia stata Hélène Darroze, la chef imprenditrice cresciuta alla corte di Alain Ducasse.
Il pane bianco dei Blues Brothers
Nessuno ha saputo raccontare la Chicago della musica come il duo Belushi-Aykroyd, i Blues Brothers che hanno dato vita al mito del look con cappello, valigetta al polso e Rayban Wayfarer. I due devono recuperare tutti i componenti della band per guadagnare i soldi necessari a salvare l’orfanotrofio dove sono cresciuti: il trombettista fa il maître in un ristorante di lusso ed è costretto a cedere per l’imbarazzo causato dai fratelli, che ordinano «una bottiglia del miglior champagne, cinque cocktail di gamberi e pane bianco», creando scompiglio, parlando a bocca piena e lanciandosi pezzi di cibo. Il chitarrista e il sassofonista lavorano nella tavola calda gestita da Aretha Franklin (che con la sua Think si prenderà poi la scena), dove di nuovo chiedono del pane bianco tostato «liscio», quattro polli fritti e una Coca Cola.
Il sugo in prigione di Quei bravi ragazzi
Henry Hill (Ray Liotta) non è altro che un ragazzo, un adolescente scaltro che aspira a prendere il suo posto nella malavita di Brownsville, al fianco di Jimmy Conway (Robert De Niro) e Tommy DeVito (Joe Pesci). Quando viene arrestato offre un’immagine inedita dei pasti in carcere: «In prigione la cena era una grande occasione», racconta la sua voce fuoricampo, «c’era sempre un primo di pasta e un secondo di carne o pesce». Il sugo con l’aglio affettato finemente, vitello, manzo e maiale, tre piccole cipolle, due barattoli di pomodoro da un chilo e il gioco è fatto. La ricetta è ispirata a quella della mamma del regista, Catherine Scorsese, figlia di emigrati siciliani e cuoca appassionata.
I macaron di Marie Antoinette
Chi ha visto il film del 2006 diretto da Sofia Coppola sicuramente ricorderà la scena cult girata sulle note di I Want Candy. La giovanissima regina, così insicura e smarrita, per combattere le sue paure si lascia andare al lusso più sfrenato nella Reggia di Versailles, giocando con la ricca collezione di scarpe (tra cui compare anche un paio di Converse), i vestiti e una serie infinita di dolci, torte dai toni pastello e tocchi di rosa (tantissimo rosa!), facendosi coccolare dalla servitù e ostentando tutto il suo privilegio. Insieme alla grande piramide di coppe di Champagne rabboccate di continuo, i protagonisti sono i macaron, che si narra fossero i dolci preferiti dalla sovrana di Francia.
La charlotte russa di C’era una volta in America
Chi non ha sofferto osservando la difficile scelta di Patrick “Patsy” Goldberg? La charlotte russa con la panna che compra per la prostituta Peggy è così invitante, e la giovane è impegnata a fare il bagno quando il ragazzo bussa alla sua porta. Resistere alla tentazione è impossibile e così, con gesti dapprima lenti e insicuri, poi voraci e famelici, Patsy la trangugia con impeto. Intanto, la meraviglia creata da Ennio Morricone accompagna tutta la scena, interrompendosi poi di netto non appena Peggy esce di casa, proprio nell’istante in cui il ragazzo finisce di leccarsi le dita.