L’ultimo anno di Pescaria
Da quando è iniziata la pandemia, Pescaria ha già affrontato due inaugurazioni, pur ritardate e ridimensionate dall’emergenza sanitaria. Dopo Milano e Torino, la panineria di mare nata a Polignano nel 2015, ha esordito a Bologna nei primi giorni di settembre 2020, per replicare una settimana più tardi a Roma, quartiere Prati, aggiungendo un’altra pedina chiave per il percorso di crescita su scala nazionale di un brand che sin dai primi passi è diventato case history. In cinque anni, il progetto ideato da Domingo Iudice, Bartolo L’Abate e Lucio Mele (un comunicatore, un commerciante ittico e uno chef), non solo ha conquistato estimatori in tutta la Penisola e clienti fedelissimi disposti ad aspettare il proprio turno in fila per assicurarsi un panino, ma è diventato anche un caso mediatico, modello esemplare di comunicazione e marketing ai tempi dei social network (grazie alle intuizioni di Brainpull, agenzia di comunicazione guidata da Domingo).
Pescaria a Napoli
Su queste basi, Pescaria ora affronta il debutto a Napoli, in Piazza Vittoria, non distante dal Lungomare Caracciolo, con un locale a pochi passi dal mare che sa di ritorno alle origini, dove tutto è iniziato, nel borgo pugliese di Polignano. Il fast food celebre per le generose farciture dei suoi panini di pesce apre al pubblico il 25 febbraio, esclusivamente con servizio delivery e take away, dalle 12 alle 22, com’è obbligatorio in Campania, al momento zona arancione. Per l’occasione, infatti, l’inaugurazione si trasferirà online, con un evento digitale in diretta social (e con una room dedicata su Clubhouse, alle 12) che tutti potranno seguire, liberi di ordinare un panino su Glovo per calarsi meglio nello spirito dell’iniziativa. Il servizio di asporto e delivery, però, sarà gestito anche direttamente tramite piattaforma autonoma – perfezionata durante il primo lockdown - per scongiurare file che in questo momento è bene evitare e ottimizzare ordini e consegne. Grazie alla strategia digitale adottata nell’ultimo anno, peraltro, il gruppo ha mantenuto salda la rotta, e oggi dà lavoro a 200 persone.
Menu e prezzi
L’apertura napoletana conferma l’impegno a crescere ancora, portando in città il menu dei classici che hanno fatto la fortuna della catena, dal panino con polpo fritto (con rape aglio e olio, mosto cotto di fichi, ricotta e pepe, olio alle alici, 12,50 euro per l’asporto) alle fritture di pesce, al misto mare crudo che omaggia la tradizione pugliese con ostriche, cozze pelose, tagliatelle di seppia, noci, gamberi (21 euro per il delivery)… Immancabile anche il best seller di Pescaria, panino con tartare di tonno pinna gialla, burrata pugliese, pomodorini freschi e pesto di basilico (11 euro per l’asporto), e poi insalate, tartare (14-15 euro), frise di mare secondo l’estro dello chef (3,50 euro), sempre con l’intento di abbinare i prodotti ittici del mare pugliese alle salse fatte in casa e alle specialità regionali come la burrata, la ricotta, il mosto cotto. La materia prima proviene da attività di pesca e acquacoltura certificate, un’attenzione che è valsa al progetto la certificazione Friend of the sea. Con lo stesso approccio etico, dal 2018 Pescaria ha deciso di rinunciare alla plastica monouso, diventando plastic free; e oggi dichiara di risparmiare 6 tonnellate di plastica ogni mese per punto vendita, pratica virtuosa che si somma a un contenimento degli sprechi alimentari, inferiori a un tasso del 5%. Intanto, al quartier generale di Polignano, si pensa già alle prossime tappe.
Pescaria – Napoli – piazza Vittoria, 6 – dal 25 febbraio, solo per asporto e delivery – www.pescaria.it