Quando la riqualificazione urbana parte dal mercato. Il nostro viaggio alla ricerca dei mercati gastronomici più meritevoli d'Europa e del mondo, che in passato ci ha portato più volte fuori dall'Italia, ma – per fortuna con frequenza crescente – ha fatto tappa anche in diverse città d'Italia, stavolta approda al di là dell'Adriatico, in Albania, per scoprire come da qualche mese il tradizionale mercato centrale di Tirana si sia trasformato in centro gastronomico e turistico all'avanguardia. L'investimento è stato ingente, 6,5 milioni di euro, ma oggi il volto di piazza Avni Rustemi, ripensato nell'ambito di una più ampia ristrutturazione urbanistica che ha coinvolto gli edifici circostanti e piazza Skanderberg, racconta di una capitale che non ha paura della modernità, e si candida a diventare meta turistica d'eccellenza, al pari di altri gioielli balcanici.
Pazari i Ri. Un po' di storia
In piazza Avni Rustemi, il più vivace mercato cittadino esiste dall'inizio degli anni Trenta, quando re Zog decise di dare una sistemazione più coerente a mercanti e artigiani che commerciavano nell'area, animando il vecchio bazar. Ma bisogna aspettare il 1940 (all’epoca Tirana era provincia italiana) perché il “mercato nuovo” di Tirana – Pazari i Ri – assuma l'aspetto che conserverà per molti decenni a venire, sino alla ristrutturazione voluta dal sindaco Erion Veliaj, attualmente alla guida di una città che pullula di cantieri – si dice siano un centinaio – e vuole decisamente intraprendere un nuovo corso. All'epoca, per ripensare l'area, l'amministrazione chiama un team di architetti italiani; tra loro Florestano Di Fausto, Armando Brasini e Gherardo Bosio, largamente attivi nella riprogettazione di molti edifici pubblici di Tirana nella prima metà del Novecento. Da allora, Pazari i Ri è stato il cuore pulsante dell'attività commerciale cittadina, centro di raccolta di contadini in arrivo dalle campagne circostanti, ritrovo degli abitanti di Tirana, tra distese di spezie e venditori di pollame, frutta locale, erbe spontanee e specialità da forno, e quell'aria da bazar orientale che portava traccia di tempi (dominazioni e regimi) lontani.
La riqualificazione del mercato
Nel 2016, però, l'amministrazione cittadina commissiona il rinnovamento stilistico e architettonico del mercato: al posto del vecchio complesso, una moderna struttura in vetro e acciaio aperta sui lati, con copertura asimmetrica che ricorda i tetti delle case tradizionali di Tirana, progettata da Atelier 4. E un ordine nuovo, che ripensa banchi e infrastrutture nel rispetto di norme igieniche al passo con i tempi, e regala nuovo respiro alle attività del mercato, non più concentrato solo sulla vendita, ma pure sulla somministrazione e l'intrattenimento. Del resto, dal mese di marzo, quando il nuovo Pazari i Ri è stato ufficialmente inaugurato, tra i banchi del mercato è sempre più frequente vedere anche turisti in visita, che nei bar e punti ristoro sorti a corredo della piazza trovano modo di scoprire le specialità della cucina tradizionale albanese. Il Markata e Peshkut, per esempio, fa della cucina di mercato il proprio punto di forza: il pesce si sceglie sui banchi, e viene cucinato al momento; si mangia seduti all'interno, o godendo dei tavolini colorati sistemati sulla piazza pedonale, a pochi metri dai banchi.
Ma sono molte le panetterie, i caffè e i locali aperti fino a tarda sera, oltre alle rosticcerie che propongono versioni locali del kebab e street food a base di carne alla brace, come i cevapcici, le polpette speziate della cucina balcanica, o la luganika, la salsiccia locale. La pedonalizzazione dell'area, invece, è funzionale all'organizzazione di eventi e attività che avranno il compito di far vivere il mercato per tutta la giornata, sera compresa. Oggi sono oltre 300 i concessionari che hanno trovato spazio nella nuova struttura, 135 i commercianti di frutta e verdura, riuniti sotto la nuova tettoia, 25 i banchi specializzati in carne e pesce, nel restaurato mercato del pesce ottomano. Uno spazio è stato riservato all'artigianato tradizionale. Il modello che molti hanno voluto scomodare, anche in questo caso, è quello della Boqueria di Barcellona. Di certo, le facciate colorate dei palazzi che circondano il mercato, in un'alternanza di motivi decorativi tradizionali, e i tavolini affollati di gente a tutte le ore rendono decisamente merito all'operazione di rilancio.
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a cura di Livia Montagnoli