In un articolo dell'8 dicembre scorso Kristina Peterson del Wall Street Journal ha aperto un dibattito attraverso una domanda: "Are Potatoes a ‘Vegetable’?", ovvero le patate sono verdure? La riflessione nasce dal probabile cambio di categoria merceologica del famoso tubero, ma è opportuno fare un passo indietro per capire la percezione degli americani riguardo questo ortaggio.
Secondo l'Economic Research Service del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, quando gli americani mangiano verdure, mangiano soprattutto patate e pomodori. Nel 2019, l'americano medio ha consumato quasi 23 chili di patate nel corso dell'anno, e ha mangiato circa 14 chili di pomodori - e non è del tutto sorprendente che le patatine fritte e la salsa della pizza abbiano contribuito in modo significativo ad alzare questi valori.
Ma in futuro, quando l'Usda inizierà a sommare il consumo annuale di verdure, i pomodori potrebbero conquistare il primo posto a causa di un cavillo, o meglio, per una diversa interpretazione del prodotto. Perché c'è la possibilità che l'agenzia riclassifichi le patate, facendole passare da verdure, intese come verdure amidacee, alla stessa categoria di cereali, riso e altri carboidrati.
Cambio di dieta
Negli Stati Uniti le verdure sono suddivise in 5 sottogruppi in base ai loro nutrienti: verde scuro, rosso e arancione, fagioli, piselli e lenticchie e amidacee. Secondo il Wall Street Journal, il Comitato consultivo per le linee guida dietetiche degli Stati Uniti, composto da rappresentanti dell'Usda e del Dipartimento della Salute, sta mettendo a punto le linee guida dietetiche per il 2025, e in questo contesto le patate potrebbero uscire dalla categoria delle verdure per passare in quella di cereali, riso e altri carboidrati.
Il National Potato Council si è dichiarato subito contrario alla definizione delle patate come qualcosa di diverso da una verdura. Kam Quarles, l'amministratore delegato del National Potato Council, ha dichiarato che le patate non possono essere considerate verdure: "Gli ortaggi amidacei e i cereali sono due gruppi di alimenti molto diversi che svolgono ruoli distinti nell'apporto di sostanze nutritive alla dieta. A differenza dei cereali, le patate bianche sono un forte apportatore di potassio, calcio, vitamina C, vitamina B6 e fibre". C'è però da dire che, sempre secondo i dati dell'Usda, quasi la metà di tutte le patate consumate negli Stati Uniti sono destinate a prodotti surgelati come le patatine fritte, non proprio il massimo della salubrità.
Cosa è la patata e perché è importante nella dieta
Se negli Stati Uniti lo scarso consumo di vegetali ha permesso di far rientrare le patate all'interno della categoria delle verdure, nel resto del mondo la questione cambia e non di poco. La definizione botanica le fa rientrare nell'insieme dei tuberi e nello specifico possono essere considerati degli ortaggi amidacei da tubero, come anche il topinambur. Una differenza che poi si riflette anche nell'interpretazione dei singoli Stati su come affrontare una dieta corretta.
Per esempio il servizio sanitario nazionale del Regno Unito non conteggia le patate nel computo delle cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. In Italia, invece, le linee guida dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione prevedono una porzione da 200 grammi, 1-2 volte alla settimana. Di sicuro quello che sappiamo è che sono una fonte significativa di vitamine e minerali: contengono vitamina C, ma anche minerali come potassio, magnesio e fosforo.