V come vongole. Nell'alfabeto di Giorgio Barchiesi - aka Giorgione - non ci sono dubbi, per l'oste più amato d'Italia vongole chiamano spaghetti anzi spaghettoni. Padella, un giro abbondante di olio, come da tradizione di Giorgione che da buon umbro, non disdegna una certa generosità. La stessa con cui dispensa buonumore e segreti di cucina, anche nel caso di una ricetta semplicissima come quella della pasta con le vongole.
Due ingredienti principali e poi – a corredo – i classici aromi: aglio olio peperoncino prezzemolo e vino, per arricchire di profumi e sfumature il piatto. Proprio per questo deve essere eseguita con particolare cura. Il peperoncino, per esempio, che non deve dare solo la piccantezza, ma arricchire il corredo aromatico, per questo Giorgione ne usa di tre diversi: fresco, secco e sott'olio. Lo stesso per il prezzemolo: lui ne mixa due tipi diversi, uno più comune e uno riccio. E poi l'aglio, da modulare secondo gusto (e tolleranza) personale. Ma attenzione a non farlo bruciare!
Da questa ricetta base si possono poi inventare varianti infinite, dal formato di pasta – quanti sono del partito delle linguine? - all'aggiunta di qualche pomodoro per colorare appena e aggiungere un velo di dolcezza e acidità, ma nessuno vieta di arricchire questo primo con tocchetti di verdure o altri frutti di mare. Anche se per noi, come per Giorgione, vale la regola: V come vongole (e basta).