La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne. Oggi intervistiamo Aurora Zancanaro, la panificatrice del forno Le Polveri a Milano.
Intervista ad Aurora Zancanaro
Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati gli ostacoli che ha dovuto affrontare in quanto donna?
Difficoltà ce ne sono state, penso per tutti, ma essendo sempre stata donna non posso sapere se queste siano diverse per un uomo! Mi viene da dire che solo la determinazione (che non conosce sesso) fa apparire le difficoltà superabili e gestibili.
Non è mai stata vittima di discriminazione?
La mentalità maschilista - che si può incontrare inconsciamente anche in alcune donne, perché culturalmente con retaggi antichi/diversi - spinge ogni tanto allo stupore di quanto fatto da me in negozio, come se fosse davvero strano che io, in quanto donna, abbia potuto creare qualcosa di reale e imprenditorialmente funzionante. Lo vedo in alcuni scambi di mail, in cui c'è subito un passaggio al TU diretto, una personalizzazione del rapporto (Ciao Aurora,...) che a volte fa sorridere, perché mi fa sentire come se non venisse riconosciuta la professionalità, la dedizione, lo studio che stanno dietro al progetto. Insomma, come se fosse un passatempo che toh, sta andando bene, ma solo grazie alla fortuna.
Ci sono degli altri esempi concreti?
A volte questa mentalità la percepisco in alcuni fornitori o corrieri, in entrambe le direzioni: dai corrieri che vogliono scaricare i pacchi "pesanti" perché noi povere donne siamo fragili, a quello invece scontrosissimo perché dal suo punto di vista non può stare appresso ai capricci di noi donne. È tutto molto divertente, ma visto che mai mi sono sentita inferiore ad un uomo, sia fisicamente che mentalmente, queste cose la maggior parte delle volte non mi scalfiscono.
Mai?
Effettivamente a volte toccano qualche tasto che mi fa avvampare.
Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?
C'è da fare una premessa: l'unica cosa in cui noi donne e gli uomini siamo diversi è la nostra anatomia e biologia: fino a prova contraria, siamo ancora solo noi a poter portare una nuova vita in grembo e questo nel caso di imprenditrici donne, previdenzialmente non è compreso, tutelato, remunerato, parificato alla maternità da dipendente. È questo lo scoglio politico/sociale più grosso, perché nel mio caso, ad esempio, ci dovrà essere una decisione dicotomica tra la mia vita personale e la mia vita professionale.
Quale messaggio o consiglio si sente di dare alle donne che hanno capacità e desiderio di emergere?
Anche in questo caso va fatta una premessa: a 4 anni dall'apertura del mio panificio, che ho aperto da sola, come hanno fatto e faranno tanti altri miei colleghi e colleghe prima e dopo di me, sono davvero soddisfatta e orgogliosa di dove sono arrivata oggi, con 4 dipendenti (3 donne e 1 uomo) e una bella clientela variegata, che passa in negozio perché i prodotti che quotidianamente sforniamo sono di qualità, con una ricerca di materie prime e valori costante e in continua evoluzione, attuali, consapevoli, con un occhio all'aspetto salutare e al ruolo che l'alimentazione ha nelle nostre vite. Il prodotto parla al posto nostro, e così spero che sarà sempre di più, senza dover sapere se chi l'ha prodotto sia uomo o donna, come se in uno o nell'altro caso (e dipende dalla cultura capire quale) ci sia qualcosa di diverso: devono spiccare la professionalità e la competenza, la passione e la creatività, di chi ha deciso di fare questo lavoro.
Mi permetto di aggiungere anche che tutte le donne, come tutti gli uomini, hanno le capacità per emergere. Ci deve essere un salto culturale e sociale per far sì che ogni essere umano, colga il suo potenziale e cerchi di applicarlo. Finché ci sarà il premio speciale donna, la rubrica speciale donna, la categoria dedicata alle donne, sarà sempre un leggero pink washing finalizzato a far accettare formalmente l'idea di parità di genere, ma quello che conta e spero conterà sempre di più, saranno i campionati misti in tutte le categorie, quando la parola Maestro e la parola Maestra avranno lo stesso significato, e non come ora dove siamo pieni di Maestri Pasticceri e moltissime Maestre delle elementari. Il contrario è quasi bandito o sicuramente assai raro.
illustrazione di Ilenia Tiberti