La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne. Oggi intervistiamo Loriana Abbruzzetti, fondatrice dell'associazione Pandolea – Donne dell’olio che compie quest’anno i suoi primi 20 anni di vita.
Loriana Abbruzzetti, figlia di frantoiani marchigiani e precisamente di Monterubbiano in provincia di Fermo, è cresciuta tra le olive e gli olivi. Si è trasferita a Roma da molti anni, ormai, ma ha sempre mantenuto il forte legame con le radici della sua famiglia continuando a lavorare in frantoio durante le campagne olearie e anche con una sua selezione di extravergine, L’Oro di Loriana. Agli inizi del nuovo Millennio ha dato vita, insieme a un primo nucleo di produttrici, all’associazione Pandolea – Donne dell’olio che compie quest’anno i suoi primi 20 anni di vita e segna un traguardo molto importante: la nascita di Pandolea International che lega insieme le donne dell’olio del bacino del Mediterraneo. Mission dell’associazione: diffondere la cultura dell’extravergine di qualità e della corretta educazione alimentare partendo dall’assunto che nel mondo agricolo sono sempre state le donne a gestire il “tesoretto” dell’olio di oliva, puntando anche sull'educazione e una nutrizione corretta. In questo ambito, sono state centinaia le iniziative nelle scuole che Pandolea in questi 20 anni di vita ha organizzato sotto il claim Bruschetta vs Merendina e mirate ad avvicinare i ragazzi, specialmente i più piccoli, alla comprensione del valore dell’extravergine a partire dagli assaggi. Parliamo con lei di cosa significa e abbia significato essere donna in un mondo molto maschile, come quello dell’impresa agricola.
Intervista a Loriana Abbruzzetti
Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati – se ce ne sono stati - gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna?
Ho iniziato a lavorare nel frantoio di famiglia all’inizio degli anni 90, giovanissima, in un piccolo paese di provincia e in un settore a forte impronta maschile e maschilista. Nonostante tutto, però, non è stato molto difficile perché ho potuto contare sulla totale fiducia di mio padre che mi ha affidato la responsabilità dell’azienda e il conseguente potere decisionale. Ho frequentato corsi di aggiornamento, partecipato a convegni, dibattiti, fiere e iniziative di settore: questo mi ha dato la possibilità di conoscere tante “donne dell’olio” con cui mi sono sempre confrontata e con cui ho condiviso problematiche ed elaborato soluzioni. Nel 2003 ho fondato l’associazione Pandolea - Donne dell’olio, con lo scopo di fare rete: sostenerci e scambiarsi informazioni, portare avanti progetti comuni per diffondere la cultura dell’olio di qualità come con l’iniziativa Bruschetta vs Merendina che quest’anno, nel mese di febbraio, si è svolta in diversi Paesi del bacino del Mediterraneo con la collaborazione di tante nostre colleghe.
Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?
La mia azienda è da sempre a gestione femminile e quando possibile anche il personale è composto da donne. Ritengo che le donne oltre a svolgere il lavoro nel migliore dei modi abbiano più capacità di collaborazione, responsabilità, e sono spesso propositive. Certo, il lavoro in agricoltura è impegnativo fisicamente e quindi non tutti i ruoli sono adatte le donne.
Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?
Non sono molto d’accordo con una legge per le pari opportunità perché secondo me quello che conta è il merito. Sono convinta però che le donne spesso rinunciano a una famiglia: soprattutto quando hanno la possibilità di fare carriera. In questo ambito leggi per favorire la maternità o la possibilità di occuparsi della cura delle persone care dovrebbero essere prese in maggiore considerazione dalle istituzioni.
Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Un gap che, peraltro, ha conseguenze anche sul Pil.
Il lavoro agricolo/olivicolo è svolto frequentemente da donne, ma si può notare – a livello istituzionale e politico – una minima presenza femminile soprattutto in ruoli apicali. Non credo sia una questione di consapevolezza che di certo esiste: molto probabilmente invece è che gli uomini sono poco propensi a lasciare ruoli di potere alle donne e in questo fanno fronte comune. Anche inconsciamente.
Ci racconti un aneddoto (positivo o negativo) di una delle sue esperienze sul tema.
Non ho un racconto in particolare da fare, ma il tema di genere mi appartiene profondamente. Sono stata sempre affascinata dal mondo femminile, ho cercato di occuparmi di tematiche relative alle donne e questo mi ha portata a creare L’Oro di Loriana, prima una etichetta di extravergine e ora una linea cosmetica a base di olio evo ed estratti di piante officinali: prodotti 100% naturali e biologici. Le donne, a mio avviso, vanno aiutate con azioni concrete, portando avanti iniziative che valorizzano il loro essere, la loro bellezza, sia interiore che esteriore.
Illustrazione di Ilenia Tiberti