La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne, non tanto perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale parlare e sensibilizzare sulla parità di genere. Ed è altrettanto fondamentale farci portavoce di donne che hanno raggiunto importanti obiettivi nel proprio settore. Qui l'intervista a Letizia Sebregondi: fondatrice di Grapes, la prima società di consulenza in Italia a supporto delle aziende vinicole nello sviluppo delle vendite online.
Intervista a Letizia Sebregondi
Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati – se ce ne sono stati - gli ostacoli che lei ha dovuto affrontare in quanto donna?
Ritengo di essere una persona molto fortunata sul lavoro, ma un ostacolo che affronto ancora oggi è la poca professionalità dell’interlocutore. Questo è un problema per ambo i sessi, ma come donna si traduce in due problematiche: dover dimostrare che si è arrivati ad un certo risultato grazie all'impegno e alle proprie capacità, e non per favoritismi, e dover “spiegare” che educazione e gentilezza, non sono da scambiare con interessi al di fuori dell’ambito lavorativo.
Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?
Come manager cerco di applicare la regola della meritocrazia, indipendentemente da qualunque altro fattore demografico. Capisco che nelle grandi aziende sia oggi importante imporre la quota rosa ma, a mio parere, questa deve essere una fase di transizione che porta ad un cambio di mentalità generale. La soluzione non è obbligare le aziende ad assumere qualcuno, ma metterle nelle condizioni di poterlo fare.
Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?
Supporto economico alle aziende che hanno dipendenti in congedo parentale e congedo parentale
egualitario tra uomo e donne.
Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap?
Nelle scuole, l’educazione civile dovrebbe dedicare una parte del programma a spiegare ai ragazzi l’importanza dell’uguaglianza. In età adulta credo che dati chiari sulle perdite e incentivi economici per l’attuazione di certe pratiche siano il primo seme, almeno per attirare l’attenzione sul tema. Infatti, quando si è in una posizione “di privilegio” si dà spesso per scontato cose che per altri non lo sono. Se questo privilegio viene toccato, allora il focus dell’attenzione cambia.
Ci racconti un aneddoto di una delle sue esperienze sul tema.
Forse uno dei momenti più difficili è stato quando dopo un anno e mezzo in un’azienda, ho dovuto chiedere al mio superiore (non era il mio capo ma era ad un livello più alto) di non toccarmi più neanche un capello. Questa persona infatti ogni mattina quando entrava in ufficio (ed era il mio vicino di scrivania), mi toccava la spalla, il braccio o il collo. Mi ricordo che ero arrivata ad un punto di tale agitazione e malessere che tremavo dalla frustrazione. Questa, anche se non è una vera e propria violenza fisica, era comunque una violenza emotiva.