Parabere Forum. Gli obiettivi
Va in scena nonostante le difficoltà legate al dilagare nel mondo del Coronavirus, l'edizione 2020 del Parabere Forum, quest'anno ospite a Istanbul, in Turchia. La manifestazione ideata dalla giornalista Maria Canabal nel 2015 ha l'obiettivo di accendere i riflettori sulle donne che lavorano nel mondo della cucina e dell'agroalimentare: cuoche, agronome, pasticcere, scienziate, antropologhe, imprenditrici che ce l'hanno fatta in un settore a dominanza maschile, dove riservare una categoria “protetta” al riconoscimento del talento femminile è ancora considerato accettabile. Anzi, è la prassi. Eppure, di professioniste talentuose e capaci al pari dei loro colleghi, nel mondo gastronomico, oggi se ne conta un numero sempre maggiore. Quattrocento di loro costituiscono il nucleo riunito dal forum itinerante, l'anno scorso organizzato in Norvegia, negli ultimi giorni al lavoro nella metropoli turca, per la prima volta così a Oriente.
Le guide al femminile di Parabere
Nel frattempo, il progetto è cresciuto con l'idea di supportare materialmente le donne impiegate nel settore, costituendo un network che non è più semplicemente chiamato a raccontarsi una volta all'anno sul palco del forum: dal 2018, le storie al femminile di Parabere sono riunite in un database che copre oltre 40 Paesi del mondo, alimentando una serie di guide cittadine consultabili tramite app (gratuita) online. Gli indirizzi segnalati - da Berlino a Bangkok, passando per New York, Istanbul, Parigi, Città del Messico, mentre manca ancora l'Italia, ma chissà che il forum non arrivi in futuro anche da noi – sono tutti gestiti da donne, con l'obiettivo di sostenere concretamente il talento e l'imprenditoria femminile nel mondo.
Edizione 2020. I temi sul palco di Istanbul
Ma quali sono stati i temi trattati nella due giorni della sesta edizione di Parabere? Di scena al teatro Emek Sahnesi del Grand Pera Palace, l'1 e 2 marzo, il forum ha raccolto come di consueto testimonianze e punti di vista diversi, ospitando, tra tante voci femminili, anche un relatore d'eccezione come Alain Ducasse, chiamato a parlare della sua idea di cucina come espressione di un nuovo Umanesimo. Per la Turchia è salita sul palco Sibel Kutlusoy, food designer impegnata a delineare il futuro del cibo; ma si è discusso anche dell'importanza di educare al gusto sin dall'infanzia (con la food writer Bee Wilson: “Il vero valore del cibo supera le considerazioni sul costo, dobbiamo recuperare la consuetudine a riconoscere e apprezzare il gusto, e la varietà”), di preservare le tradizioni gastronomiche per tutelare l'identità di una comunità (con l'australiana Janet de Neefe, adottata dall'isola di Bali), di rigenerazione del suolo e sviluppo sostenibile con l'irlandese Darina Allen, promotrice del concetto di “intelligent eating”: “Il cibo dev'essere la nostra medicina, ognuno di noi ha bisogno di cibo nutriente”. Sulla necessità di ripensare le filiere produttive e la catena di distribuzione del cibo si è pronunciata anche la professoressa Corinna Hawkes, docente di Food Policy all'università di Londra; mentre dal Brasile è arrivata l'esperienza di Roberta Sudbrack, patronne chef del ristorante che porta il suo nome a Rio de Janeiro, dove da anni si impegna a promuovere tradizioni e ingredienti dimenticati. Come pure l'antropologa egiziana Claude Roden, che ha dedicato tutta la sua vita a collezionare ricette e testimonianze che preservano le identità gastronomiche del mondo (“per guardare avanti, dobbiamo guardare indietro”).
Ad accomunare ogni intervento, la voglia di favorire il cambiamento, con tutta l'energia che sanno metterci le donne. Il forum, pur poco sponsorizzato, si conferma uno degli appuntamenti di approfondimento gastronomico più interessanti nel panorama internazionale. E nel 2021? Si vola a Parigi, per la settima edizione in programma per il 7 e 8 marzo.
a cura di Livia Montagnoli