A Roma, le notti non finiscono mai senza una tappa obbligata: il pangocciolaio. Se prima il cornettaro era il re della notte, oggi i giovani – la GenZ in particolare – non possono fare a meno di un pangocciole caldo. Soffice, dolce, pieno di gocce di cioccolato e, soprattutto, farcito con ogni crema immaginabile : nutella, pistacchio, crema chantilly, marmellata, zabaione (e chi più ne ha, più ne metta). La giusta dose di carboidrati e zuccheri che chiude una serata e serve per cadere nel sonno profondo delle 5 del mattino.
Il rituale del pangocciolaio
Passeggiare di notte per Roma significa incrociare, prima o poi, le lunghe file di persone che aspettano il loro turno - dal marciapiede fino ad arrivare su strada - fuori dai pangocciolai (che in dialetto romano sono comunemente chiamati pangocciolari). Non si sa esattamente quando e come il pangocciolaro romano abbia soppiantato il caro e vecchio cornettaro, ma una cosa la sappiamo: era il 2004 e la Mulino Bianco lanciava per la prima volta la pubblicità dei suoi pangoccioli, le prime merendine a base di soffici panini con gocce di cioccolato. Lo spot pubblicitario mostrava due bambini barattare tra loro dei giocattoli pur di ottenere il nuovo pangocciole Mulino Bianco. Da lì, la popolarità del pangocciole si è diffusa a macchia d’olio, conquistando prima le famiglie e poi i giovani ragazzi cresciuti con questa merenda. Forse così, da semplice colazione snack, il pangocciole è diventato il protagonista delle notti romane.
Punti di ritrovo e regole (per un buon pangocciolaio)
Ostiense, Ponte Milvio, Tuscolana: ogni zona ha il suo negozio dedicato al dolce della GenZ. I pangoccioli vengono sfornati caldi a ogni ora, ma è il buio che li rende speciali. La notte infatti, hanno tutto un altro aspetto, le stesse pasticcerie notturne non si riconoscono se ci si passa davanti la giornata seguente (sarà l'insegna che da coloratissima e luminosa torna più sbiadita e uguale alle altre), o comunque, quando si azzarda a comprare un pangocciole con il sole, non ha lo stesso sapore di quello caldo notturno. A fare la differenza è anche il contesto; questi luoghi diventano il punto di incontro dove le persone condividono l’ultima risata della serata e si raccontano la notte appena trascorsa.
Non solo pangoccioli, però: il segreto per un buon pangocciolaro è proprio quello di non essere categorico con l’offerta dolce. Sì a pangoccioli, ma nella parte in fondo al bancone a vetri – generalmente sporco di impronte di dita di tutti i ragazzi che hanno indicato il loro bottino – devono esserci le pizzette. Quelle che a Roma sono croccantissime (“scrocchiarelle”), con un abbondante olio, salsa al pomodoro e origano che bagnano la bustina di carta bianca.
I pangocciolai di Roma
Tra i più famosi c’è Superciccio, nome d’arte del proprietario della pasticceria Te la do io la brioscia, che da anni produce file e file di ragazzi che aspettano su via Anicio Gallo - in una traversa della via Tuscolana - per poter mangiare il pangocciole di Ciccio, che è aperto dalle 13 alle 4:30 di notte. Qui il pangocciole si trova in moltissime varianti: semplice, con nutella, pistacchio, zabaione e tutti i possibili ed immaginabili gusti kinder (bueno, cereali, duplo ecc...). Chi frequenta il locale lo sa: dietro al bancone ci sono sempre Superciccio o suo figlio, romanisti – molto – appassionati che rendono l’atmosfera ancora più familiare. Prezzi? 1,50 euro per un pangocciole vuoto, 2 euro per quelli super farciti.
Te la do io la brioscia - viale Anicio Gallo, 170 - sito
In zona Ostiense, invece, il punto di riferimento è Il Pangocciolaio, gestito da Marco e Michela, una coppia che nel 1995 ha trasformato una cornetteria in un laboratorio di dolcezze. Qui il pangocciole è personalizzabile: dal cioccolato bianco al bacio perugina, dalla crema al caramello alla marmellata di visciole e tanti zuccherini colorati o smarties da aggiungerci come topping a piacimento. Per accontentare tutti, il pangocciolaio offre anche un’ampia selezione di gustose scelte salate. Aperto dal martedì al sabato dalle 20 alle 3 di notte.
Il Pangocciolaio - via dei Magazzini generali, 15 - sito
Accanto alla città universitaria Sapienza, in zona piazza Bologna, si trova Matrem bakery. Si fanno file lunghissime per i suoi famosissimi pangoccioli, realizzati anche in versione cornetto a tutte le ore, per colazione, pranzo e cena. Troviamo il farcito (ad esempio con nutella o pistacchio), il bigusto, al caramello, kinder cereali, nutella biscuits, kinder bueno, ferrero roches, raffaello. Il costo del panino varia a seconda della tipologia, si parte da 2,20 euro fino ad arrivare a 6 euro per quelli più farciti. Un plus: in questa bakery il morbido impasto del pangocciole si trasforma anche in pizzette salate (da leccarsi i baffi).
Matrem bakery - viale delle Province, 82-90 - sito
Nel quartiere Balduina, a nord di Roma, c'è una famosa panetteria, situata in via Elio Donato (una parallela di viale delle Medaglie d'oro), nota per la sua produzione artigianale di pangoccioli. Piccolini, morbidi e leggermente dolci, costano solo 35 centesimi l'uno. Vengono preparati con farina, latte, zucchero, uovo, burro, lievito fresco e cioccolato. Neanche qui però manca il suo lato del bancone salato: pizze, pizzette, panini con noci o con olive.
Pangocciolaio - via Elio Donato, 53
Spostandoci fuori la grande città, ai Castelli Romani, si va da Cesare, dal nome del proprietario del forno la Bottega do’ pa’ sul corso principale di Grottaferrata. Aperto tutti i giorni fino alle 4 tranne il lunedì e il martedì. Anche se il fondatore Cesare Ceraglia è scomparso ormai quasi 5 anni fa, la tradizione continua, con file di clienti che si affollano per un pangocciole caldo o una pizzetta croccante. La mattina invece questa è un’ottima bottega del pane di paese, dove si incontrano le nonne con le buste piene di verdura dal rientro del mercato di Grottaferrata del lunedì.
La bottega do' pa' - corso del Popolo, 54 - 00046 Grottaferrata (Rm)