Londra chiama Italia
A Londra è il momento delle pizzerie italiane. L'interesse di grandi attori della scena nazionale come la famiglia Condurro, i fratelli Aloe, i fratelli Salvo – rispettivamente alla guida di corazzati brand della pizza, Da Michele, Berberè e l'omonima insegna della famiglia Salvo a San Giorgio a Cremano – conferma la ricettività di una scena gastronomica che oggi, come mai prima d'ora, è pronta a recepire la qualità e l'autenticità della tradizione culinaria italiana. Tanto che nella capitale inglese, poliedrica e dinamica sul versante ristorativo, sono molti gli esperimenti che proprio alla cucina italiana e alla sua reintepretazione strizzano l'occhio per ingolosire una clientela parecchio esigente. A questo proposito sarà opportuno citare la parentesi tricolore del team di The Clove, chef Isaac McHale in testa, che da un paio di mesi si cimenta a Clerkenwell con la proposta di Luca, “ingredienti stagionali inglesi interpretati in prospettiva italiana”, recita il mantra della casa. In linea con un approccio “britalian”, per usare un neologismo che non lascia adito a dubbi. Con focus sui primi piatti e la pasta, secca, all'uovo, ripiena, in brodo, e tante specialità in arrivo dal Belpaese. Ma il made in Italy gastronomico attira i capitali di tanti altri investitori londinesi.
Fucina. La scommessa tricolore di Marylebone
Come Kurt Zdesar, all'attivo due insegne in città (Chotto Matte e Black Roe), recentemente diventare tre, con l'apertura di Fucina, un grande spazio improntato alla cucina italiana ideato in collaborazione con Stefano Stecca, che vanta trascorsi nella brigata di Locatelli. Menu tricolore, pasta fatta in casa, forno a legna per la pizza. Di tutto un po' per raccontare agli inglesi la tavola di casa nostra. Con l'obiettivo di perseguire l'artigianalità che della cultura gastronomica italiana è un vanto da esportare, dagli insaccati alla pasticceria, al gelato, una produzione rigorosamente homemade. E del resto leggenda vuole che prima di concepire Fucina, Kurt Zdesar abbia speso mesi a girare in lungo e largo la Penisola in cerca dei prodotti e delle realtà più autentiche d'Italia.
La Panetteria by Fucina
Chissà che proprio una delle sue scorribande italiane l'abbia portato a incrociare la strada di Massimiliano Porta, capo panettiere di Princi (che a Londra ha un punto vendita in Wardour Street e nel corso del 2017 capitalizzerà il sodalizio con Starbucks, verso una dimensione sempre più internazionale) fino a qualche tempo fa. A lui, l'imprenditore ha deciso di affidare la guida dello spazio probabilmente più interessante dell'intero progetto, la panetteria adiacente al ristorante che è prossima all'inaugurazione. Annunciata da tempo, la bakery di Marylebone sfornerà cinque differenti tipologie di pane da farine biologiche a lievitazione naturale, pizza per ogni momento della giornata e dolci da forno. Con la possibilità di consumare sul posto, panini farciti con la carne alla brace in arrivo dal ristorante o prodotti made in Italy importati da Zdesar e disponibili anche per la vendita al dettaglio, dai tartufi Savini alle confetture altoatesine Alpe Pragas, all'aceto balsamico di Modena di Alessandro Biagini, alla pasticceria secca dei Fratelli Lunardi. La panetteria - che ospiterà al piano interrato un'enoteca e lavorerà dalla mattina alla sera, 7 su 7, proponendo anche una carta di cucina - inaugurerà ufficialmente il 1 febbraio al numero 22 di Paddington street, qualche civico più in là rispetto al ristorante. Ma il locale è già operativo in soft opening per i primi clienti e aggiunge alla mappa della ristorazione made in Italy a Londra un'altra esperienza da seguire.
Panetteria by Fucina | Londra | Paddington street, 22 | www.facebook.com/PanetteriaLDN/?fref=ts| www.fucina.co.uk
a cura di Livia Montagnoli