Ha lavorato dalle 18.00 a mezzanotte e il proprietario del locale, a fine turno, gli ha dato 20 euro. Il ragazzo non ci ha più visto e ha ripreso lo scontro verbale con lo pseudo datore di lavoro pubblicandolo sul suo profilo Tik Tok. Il video è presto diventato virale.
Anche i giorni di prova vanno pagati
Il video non lascia spazio a dubbi: si vede il giovane, con una banconota da 20 € in mano, litigare con il proprietario del locale dove ha lavorato per l'intero turno serale. Il proprietario si giustifica con la classica scusa della “serata di prova”. Una scusa che puzza di anni '90 quando la “prova” quasi mai veniva pagata. Ma cosa dice la legge? Nessun dubbio a riguardo, i giorni di lavoro in prova vanno pagati per un semplice motivo: il lavoro in prova è lavoro a tutti gli effetti. Nel video in questione si sente il ragazzo dire che non si è fermato un attimo, che è andato avanti e indietro tutta la serata, sopportando anche comportamenti poco educati da parte dei clienti. Pertanto, non è difficile da comprendere, la sua prestazione di lavoro, pur in prova, è del tutto simile a quella di ipotetici colleghi in regola e (si spera) pagati regolarmente.
La possibilità dei voucher per il lavoro occasionale
La principale differenza tra il periodo di prova e l’assunzione sta nella facoltà di licenziare il lavoratore senza il rispetto dei vincoli normalmente previsti dalla legge in caso di licenziamento. Certo è che, pure la prova, dovrebbe risultare da atto scritto. Troppa burocrazia per un lavoro così “occasionale”? La legge di Bilancio 2023 ha resuscitato i tanto contestati voucher per il lavoro occasionale il cui importo è pari a 10 euro all’ora lordi, ovvero circa 7,50 euro netti. Non ci sono scuse per non pagare una prestazione di lavoro, in prova e non. E se la povertà, ricordiamolo, non è un crimine. È un crimine incentivarla sfruttando persone spesso inconsapevoli dei propri diritti.