Domino’s. Pizza “italiana” dal 1960
A Milano sbarca Domino’s, in Australia va forte la pizza napoletana… Vegana. Sembra non conoscere limiti il successo planetario della pizza, che sa conquistare fan accaniti ai quattro angoli del globo, anche quando l’interpretazione della più classica della tradizioni italiane non è proprio quella che ci aspetteremmo. Per esempio, chissà cosa direbbe un napoletano trovandosi a varcare la soglia del primo punto vendita italiano di Domino’s, celebre catena statunitense fondata negli anni Sessanta seconda per fama solo a Pizza Hut (con un fatturato di quasi 9 miliardi di dollari). La pizza di Domino’s è già arrivata in 73 Paesi e conta oltre 10mila punti vendita, a cui da qualche giorno si è aggiunto anche il negozio di via della Martinella, nel capoluogo lombardo. E il business plan parla chiaro: l’espansione sarà rapida e capillare, con altre due aperture in città entro Natale. E poi in tutta Italia, sfruttando anche lo strumento del franchising.
Solo prodotti italiani. Domino’s sul mercato nazionale
Certo è che la pizza americana dovrà darsi molto da fare per resistere alla concorrenza fuori casa; il primo passo è stato quello di assicurarsi una rete di produttori locali per servire pizze 100% made in Italy, con ingredienti selezionati, dal prosciutto di Parma alla mozzarella di bufala campana. In menu, disponibile anche per l’ordine online, Margherita e tanti classici, scongiurato il pericolo di ritrovarsi a ordinare una Honolulu Hawaiian Pizza o un Ultimate Pepperoni Feast.
Ma se la pizza italiana è così famosa nel mondo il merito è soprattutto di chi se ne fa ambasciatore, per divulgare i valori della tradizione partenopea.
Da Gigi a Sydney. La pizza vegana
A volte, l’idea vincente è legata alla capacità di rinnovare le regole, come sta succedendo a Sydney da Gigi, la pizzeria di Marco e Daniela Matino che rivendica con orgoglio l’autenticità della pizza tradizionale napoletana. Ma sono anche particolarmente abili nell’elaborare strategie di comunicazione efficaci. E così, dopo sette anni di attività, la pizza di Gigi diventa vegana e rinuncia a tutti gli ingredienti di origine animale, mozzarella compresa. Ora, i più pignoli rileveranno che di invenzione proprio non si tratta, visto che una pizza marinara sarebbe compatibile con le esigenze della dieta vegana. Ma in questo caso si tratta di una vera dichiarazione di intenti, che ha convinto i proprietari a seguire convinzioni etiche e ambientaliste. A costo di rinunciare a insaccati e salumi, formaggi e mozzarella. Intanto la notizia ha fatto il giro del mondo, regalando al progetto visibilità e schiere di fan e curiosi.