Se facessimo un sondaggio tra i padovani, con un'età che si aggira tra i venti e i sessant'anni, siamo certi che una generosa percentuale in tarda mattinata di ogni Vigilia si dà appuntamento all'Enoteca Severino. Credeteci, per molti è un appuntamento imprescindibile, tanto che durante questa occasione passare per via del Santo, all'altezza del civico 44, diventa impresa impegnativa.
La storica Enoteca Severino a Padova
La strada, gremita di belle persone sorridenti, è una gioia per gli occhi e l'umore. «Quest'anno pare che il Comune chiuderà la strada per qualche ora, nonostante sia uno snodo cruciale per chi vuole raggiungere il centro in macchina. Apprezziamo molto questo segnale di comprensione», ci racconta Francesco, fidato “dipendente” dell'Enoteca Severino che si fa portavoce di tutta la squadra, a cominciare da Odone Scanferla, per tutti Lupo. «È il soprannome che gli hanno appioppato fin da ragazzetto, è sempre stato un giovane solitario». Ex rugbista ad alti livelli, ha vinto pure uno scudetto con il Petrarca (1984-85), è lui che nel 2000 ha preso in mano le redini dell'enoteca fondata nel 1901 dallo zio di Severino Carpanese.
Tra i primi a parlare di “vini naturali” a Padova, ma non solo
A dare, però, una marcia in più a questa enoteca storica il cambio societario avvenuto tra il 2006 e il 2007, quando sono entrati a far parte della società Paola e Fulvio. «Hanno cominciato un viaggio alla ricerca di vini naturali - o come vogliamo chiamarli -, è stato un percorso di scoperta pionieristico in città, ma non solo: all'epoca venivi guardato come se servissi aceto. Ma Lupo è una persona determinata e negli anni ha fatto, si è fatta la differenza. Anche oggi, insieme ai colleghi Gianluca e Filippo, viviamo questo lavoro come un continuo percorso di scoperta, chiaro, non abbiamo la verità in tasca ma siamo curiosi e vogliamo condividere le nostre scoperte».
Così, minimo due volte l'anno fanno un viaggio in Francia per conoscere nuovi vigneron, spesso produttori di etichette non distribuite in Italia, cosa che poi si traduce in una bellissima selezione con un ottimo rapporto qualità prezzo, con dei ricarichi assolutamente fuori norma. «Abbiamo lavorato molto affinché i giovani approcciassero al vino in maniera più sensibile, tramite una mescita attenta a fasce di prezzo ben distribuite: c'è sempre un vino base, artigianalmente ben fatto, a 2,5 euro».
La Vigilia da Severino
Lo scopo è di rendere quotidiano, e dunque non esclusivo, l'approccio al vino. È anche per questo che l'Enoteca Severino è rimasto uno dei pochi posti a Padova “ultra transgenerazionale”: «C'è Gianni Formenti – ex antiquario, conosciutissimo in città - che tutte le sere da 50 anni a questa parte viene a farsi un bicchiere di rosso e il ragazzo al primo anno di Scienze Politiche che viene a bersi il suo bianco». Che bellezza. E come è nata la tradizione dell'aperitivo della Vigilia? «Totale passa parola. È sempre stato un giorno in cui venivano i clienti fedeli a farci gli auguri, con l'occasione ognuno portava qualcosa da mangiare e si condivideva, poi questo meccanismo di condivisione si è allargato prendendo la forma che ha negli ultimi anni. Durante quel giorno la mescita è diversa e approfittiamo dell'ospitalità della pizzeria Pago Pago che ci fa usare le sue celle frigorifere, ma l'allure di spontaneità rimane invariata». Appuntamento dalle 12 finché c'è da bere.
Enoteca Severino - Via del Santo, 44 Padova - www.enotecaseverino.it