“Nessun overtourism. A Roccaraso c'è da sempre un gran turismo domenicale”. Lo chef Raffele Trilli smonta il caso

31 Gen 2025, 07:02 | a cura di
"A Roccaraso è dagli anni Novanta che c'è un turismo domenicale perché la città si presta bene a una giornata sulla neve. I roccolani accolgono tutti". Lo chef del ristorante Chichibio non è d'accordo con “l'effetto influencer”

Se il problema di Roccaraso lo scorso anno era la mancanza di neve, quest'anno sembra essere l'overtourism. Di che parliamo: domenica 26 gennaio più di duecento pullman turistici hanno raggiunto Roccaraso, in provincia de L'Aquila, pare in seguito a dei video pubblicati su TikTok da Rita De Crescenzo, nei quali l'influencer napoletana consigliava la visita a questa località turistica. Dopo “l'assalto” la stessa De Crescenzo ha poi lanciato un appello ai suoi follower (1,7 milioni solo su TikTok) invitandoli a «fare i bravi, a non buttare a terra cartacce e sigarette, a non fare le “braciate”». «Siate più responsabili», ha detto in uno dei suoi ultimi video, aggiungendo che tornerà a Roccaraso.

Il turismo domenicale a Roccaraso

Ma le cose sono andate proprio così? «A Roccaraso è dagli anni Novanta che c'è un turismo domenicale perché la città si presta bene a una giornata sulla neve», ci spiazza così lo chef Raffele Trilli del ristorante Chichibio a Roccaraso, con il quale volevamo affrontare proprio il problema dell'overtourism. «Parliamo di 20mila turisti sugli impianti, ai quali si aggiungono circa 10mila presenze solo la domenica. È chiaro che c'è stata qualche ricaduta sul traffico - bene che la prossima domenica sia consentito l'accesso a soli 100 autobus - ma sono cose che capitano anche sulla costa dei Trabocchi a Ferragosto, chi si è lamentato è quasi sicuramente chi non ha una p.iva». Si spieghi: «Sono chiacchiere di paese, chi fa il mio lavoro o chi in generale lavora nel settore dell'ospitalità sa bene che il comprensorio di Roccaraso, con 24 impianti e oltre 100 km di piste, ha retto benissimo e che, nonostante in molti si portino il pranzo a sacco da casa, un flusso di cassa lo portano».

Certo, non nel ristorante di Trilli, che con i suoi 25 coperti non ha è stato sfiorato dal “problema”. «È questione di posizionamento, a me piace quello che faccio ma bisogna essere oggettivi: non tutti in Italia hanno la stessa possibilità di spesa e ben vengano pure quelle famiglie che trascorrono una giornata a Roccaraso entrando anche solo in un bar per un caffè. E poi - ci tiene ad aggiungere lo chef – smettiamola di giudicare il potere di spesa degli altri». Un discorso, il suo, che non fa una piega. Chapeau.

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