Oscar Farinetti vende una quota di Eatinvest, la holding di cui fa parte Eataly, e si assicura 120 milioni di euro che, in parte, serviranno a finanziare la vasta mole di aperture previste per il futuro prossimo. L'operazione assume un'importanza strategica anche in vista della quotazione azionaria, con cui diverrà una public company globale che, pur con un profilo sempre più internazionale, rappresenterà con più forza l'Italian lifestyle grazie ai benefici finanziari e di visibilità.
Eataly è attualmente presente in Italia, Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente con un network di 30 store già operativi, mentre sono già state contrattualizzate le prossime aperture di Mosca, San Paolo del Brasile e Londra. Negli Stati Uniti, grazie al grande successo avuto dagli store di New York e Chicago, è prevista, nel prossimo triennio, l'apertura a Los Angeles, Washington D.C., Boston e New York - World Trade Center. E non è tutto, l'apertura per il 18 marzo prossimo di un punto vendita di 5.500 mq al Teatro Smeraldo di Milano è stata confermata come una seconda apertura nel centro di Roma, a Piazza Esedra, da noi anticipata molti mesi fa. Milano avrà 13 luoghi di ristorazione monotematica, un ristorante stellato, 5 spazi di produzione artigianale a vista e una grande enoteca. Eataly fa parte di Eatinvest, la holding della famiglia Farinetti cui fanno capo, oltre ai food store, diverse aziende dell'agroalimentare italiano. Ora il 20% di questo impero è stato ceduto al fondo Tamburi, una banca di investimenti che l'ha rilevato per 120 milioni di euro (ciò sta a significare, aritmeticamente, che Eataly viene valutata qualcosa come 600mln di euro). “L'abbiamo fatto per due motivi”, ha spiegato Oscar Farinetti. “Il primo riguarda una futura quotazione in Borsa, che ci piacerebbe raggiungere entro il 2017, dove l'esperienza del team Tamburi potrà essere fondamentale; il secondo è mettere liquidità in azienda, visto l'importante piano di sviluppo italiano ed estero previsto nei prossimi anni”. Il timone resta comunque in mano a Farinetti con una quota di famiglia (lui e gli attivissimi figlioli) che scende dall'80 al 60%.
Eataly è attualmente presente in Italia, Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente con un network di 30 store già operativi, mentre sono già state contrattualizzate le prossime aperture di Mosca, San Paolo del Brasile e Londra. Negli Stati Uniti, grazie al grande successo avuto dagli store di New York e Chicago, è prevista, nel prossimo triennio, l'apertura a Los Angeles, Washington D.C., Boston e New York - World Trade Center. E non è tutto, l'apertura per il 18 marzo prossimo di un punto vendita di 5.500 mq al Teatro Smeraldo di Milano è stata confermata come una seconda apertura nel centro di Roma, a Piazza Esedra, da noi anticipata molti mesi fa. Milano avrà 13 luoghi di ristorazione monotematica, un ristorante stellato, 5 spazi di produzione artigianale a vista e una grande enoteca. Eataly fa parte di Eatinvest, la holding della famiglia Farinetti cui fanno capo, oltre ai food store, diverse aziende dell'agroalimentare italiano. Ora il 20% di questo impero è stato ceduto al fondo Tamburi, una banca di investimenti che l'ha rilevato per 120 milioni di euro (ciò sta a significare, aritmeticamente, che Eataly viene valutata qualcosa come 600mln di euro). “L'abbiamo fatto per due motivi”, ha spiegato Oscar Farinetti. “Il primo riguarda una futura quotazione in Borsa, che ci piacerebbe raggiungere entro il 2017, dove l'esperienza del team Tamburi potrà essere fondamentale; il secondo è mettere liquidità in azienda, visto l'importante piano di sviluppo italiano ed estero previsto nei prossimi anni”. Il timone resta comunque in mano a Farinetti con una quota di famiglia (lui e gli attivissimi figlioli) che scende dall'80 al 60%.