Il premio agli extravergine migliori del mondo
Chiusa l'edizione 2017 dell'Orciolo d'Oro. Tutti al mare, ci rivediamo il prossimo anno. Dopo la premiazione degli oli italiani e dell'emisfero nord, avvenuta il 10 giugno in una cena di gala presso l'Hotel Excelsior, sul lungomare di Pesaro, pochi giorni fa sono stati assegnati i premi degli oli prodotti a sud dell'Equatore. Se la selezione nazionale del più antico concorso che premia l'oro giallo di qualità è la sezione primordiale che ha avviato, 26 anni fa, la competizione creata e tuttora organizzata da Marta Cartoceti, nel corso del tempo l'iniziativa si è voluta aprire al resto del mondo istituendo l'International Competition of extravirgin olive oils, oggi alla 19ª edizione.
Gli oli primi classificati
Dalle finali dei prodotti dell'emisfero meridionale, che si sono tenute il 3 luglio a Gradara, nel castello malatestiano che la leggenda lega all'amore di Paolo e Francesca, sulla prima collina alle spalle di Rimini, è scaturita una classifica con la rosa dei vincitori. I primi classificati per le singole categorie di fruttato sono i seguenti:
- fruttato leggero: Canepa Extra Virgin Olive Oil, Empresa Terramater S.A., Santiago (Cile);
- fruttato medio: Estate blend, Willow Creeck Olive Estate, Worcester - Western Cape (Sud Africa);
- fruttato intenso: Bravo Finca Maipù, Familia Zuccardi, Beltran - Maipu, Mendoza (Argentina).
La produzione di extravergine a sud dell'Equatore
“Così come esiste la BRICS, acronomico che indica le 5 maggiori economie emergenti, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica,allo stesso modo riguardo all'olio si potrebbe parlare di BAGAS, Brasile, Argentina, Cile, Australia e Sudafrica, i Paesi in ascesa nella produzione dell'oro giallo – spiega Giulio Scatolini, capo panel Unaprol e di tutte le sezioni di assaggio dell'Orciolo d'Oro –. Nel 19° International Competition of extravirgin olive oils southern hemisphere traspare un'equa distribuzione dei primi premi: un cileno per il fruttato leggero, un sudafricano per il medio, un argentino per l'intenso”.
A differenza delle selezioni degli oli dell'emisfero nord, avvenute nel marzo scorso dopo almeno 3 mesi dalla produzione (in alcuni casi anche 6 mesi per le aziende che hanno cominciato la campagna olearia a fine settembre-inizio ottobre), quelle dell'emisfero sud sono state effettuate nel giugno scorso ad appena un paio di mesi dalla produzione degli extravergine. Condizione che avrebbe consentito, potenzialmente, di assaggiare oli più freschi, vivaci e aromatici. Ma i risultati sono stati lontani dalle aspettative. “Tranne il prodotto argentino, vincitore della categoria fruttato intenso, che esprimeva tutte le caratteristiche del buon olio giovane, freschezza e complessità, amaro e piccante, profumi e ricchezza di polifenoli – continua Giulio Scatolini – quest'anno la qualità degli extravergine a sud dell'Equatoreha lasciato a desiderare. Anche i primi classificati tra i fruttati leggeri e medi non erano eccellenti, comunque non all'altezza dei buoni oli italiani”. Va detto che le condizioni climatiche del 2016-2017 non sono state favorevoli, ma non è solo questo. “Mentre nell'emisfero nord, soprattutto in Italia e Spagna, la qualità della produzione dell'olio sta crescendo grazie alle nuove tecnologie, in quello australe le cose vanno a rilento: solo da poco tempo le aziende stanno investendo nell'innovazione del processo produttivo, dalla raccolta alla molitura delle olive, all'estrazione dell'olio. Non è semplice cambiare il frantoio, è un'operazione che ha un costo elevato. Due le riflessioni sul risultato ottenuto dall'olio primo classificato tra i fruttati intensi, l'argentino Bravo Finca Maipù, ilmiglior extravergine dell'emisfero sudin lizza: il produttore è laFamilia Zuccardi, nome che fa supporre le origini italiane, l'Argentina fra i Paesi BACAS, con i suoi 100mila ettari di oliveti, rappresenta da sola la somma degli altri 4: Brasile, Cile, Australia e Sudafrica”.
a cura di Mara Nocilla