Il bando
30 ettari di terreno per sviluppare l'agricoltura periurbana della città. Accade a Milano, dove il Comune ha deciso di mettere a disposizione i terreni a tutti gli interessati, attraverso un bando voluto dall'Amministrazione e aperto fino al prossimo 30 settembre 2017. Si chiama OpenAgri, e rappresenta un'opportunità concreta per la creazione di una nuova tipologia di imprenditorialità in campo agroalimentare. Con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale, la valorizzazione del patrimonio rurale e del paesaggio. L'iniziativa è rivolta a imprenditori agricoli già attivi, ma anche a tutti i giovani under 40, le startup, le cooperative sociali, onlus e ong. L'obiettivo? Realizzare un nuovo polo per l'agricoltura periurbana nell'area sud di Milano, tra il quartiere Corvetto, l'area Porto di Mare e la campagna. E contribuire così alla crescita del comparto agroalimentare, sempre più al centro di iniziative e bandi dedicati.
Come funziona
Oltre a ottenere l'assegnazione in comodato d'uso gratuito dei terreni (da 1 a un massimo di 8 ettari per progetto) da parte dell'Amministrazione, tutti gli operatori selezionati potranno accedere a un ampio programma di attività, formazione, corsi di aggiornamento, workshop e supporto tecnico-scientifico. Gli agricoltori avranno, inoltre, la possibilità di incontrare e intrattenere relazioni con possibili investitori a seconda delle caratteristiche dei singoli progetti. A finanziare l'iniziativa, il bando Urban Innovative Actions con il fondo europeo di sviluppo regionale, che conta circa 6 milioni di euro totali, destinati alla riqualificazione e l'integrazione tra spazi urbani e campagna. Un progetto che punta a sviluppare un nuovo modello di impresa agricola in cui, come ha spiegato l'assessore al Lavoro del Comune Cristina Tajani, “l'innovazione vada di pari passo con il recupero della tradizione, toccando l'intero ciclo alimentare, dalla produzione alla trasformazione, logistica, distribuzione, consumo e riciclo virtuoso degli scarti di lavorazione”.
a cura di Michela Becchi