Il terreno era stato trasformato da boschivo a oliveto e nell’istanza urbanistico-edilizia si chiedeva di usare una minima quantità di materiali di risulta e calcinacci solo per la realizzazione della strada d’accesso. Le indagini del Corpo Forestale dello Stato hanno scoperto che, a differenza di quanto dichiarato, l’intero appezzamento di due ettari era invece stato trasformato in una discarica abusiva. È successo nel comune di Arcola, in provincia di La Spezia. Nella zona, posta sotto vincolo paesaggistico, venivano ammassati fanghi provenienti dalla lavorazione di marmo e granito. I materiali, che comprendevano tonnellate di rocce e terre da scavo, provenivano in parte dalle attività svolte in alcuni insediamenti produttivi nella provincia di Massa Carrara e in parte da aziende edili dello spezzino.È stato stimato che dal 2011 a oggi sono stati sotterrati nella zona circa 40mila metri cubi di fanghi di lavorazione, superando così i limiti di legge previsti per la concentrazione di idrocarburi, e circa 100mila metri cubi di terre e rocce da scavo. I materiali sono stati classificati come rifiuti speciali e, almeno per questa volta, non pericolosi. Ma il loro smaltimento doveva comunque avvenire secondo regole ben precise e in appositi impianti. La Forestale ha sequestrato alle aziende implicate beni per oltre 1.800.000 euro e ha deferito all'Autorità Giudiziaria i proprietari dell'area, i legali rappresentanti delle società che conferivano i rifiuti e i tecnici incaricati della direzione lavori. L’accaduto, che può sembrare di scarsa entità, assume però un valore maggiore se si pensa che pratiche analoghe sono diffuse su tutto il territorio nazionale e che a farne le spese non sono solo paesaggio e prodotti. L’olio extra vergine di oliva ligure è, senza dubbio, una delle eccellenze fiore all’occhiello del Made in Italy. Ma la credibilità e la garanzia di qualità delle produzioni che provengono da territori sfruttati in questo modo vengono a decadere e riguadagnare la fiducia del mercato e molto più difficile che perderla. Ed è proprio in un’ottica di tutela, sia della qualità del prodotto che della sicurezza del consumatore, che sta per uscire la guida Oli d’Italia, in cui gli esperti degustatori di Gambero Rosso hanno segnalato le migliori produzioni nostrane.