Si avvia alla conclusione l’iter dell’olio extravergine di oliva calabrese verso il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (Igp). Dopo la Sicilia è ora la volta della Calabria di valorizzare i suoi prodotti agroalimentari. La domanda effettiva di registrazione dell’Igp è stata pubblicata il 20 agosto 2016 nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (C 304/08), come reso noto dal Presidente della Regione Mario Oliverio.
Il marchio
Quello dell’Igp è “un marchio che premierà l’impegno, i sacrifici e la serietà degli agricoltori calabresi che producono olio di grande qualità”, ha commentato Oliverio, “un marchio che certificherà che la coltivazione, la molitura e il processo di produzione vengano realizzati interamente in Calabria”. Una certificazione a tutela del comparto oleario calabrese ma anche, e soprattutto, del consumatore finale, “poiché sarà garantita la tracciabilità su tutta la filiera produttiva”. La procedura comunitaria prevede ora cinque mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Dopo la registrazione, il marchio Igp dell’Olio di Calabria diverrà operativo a tutti gli effetti.
Ma l’approvazione dell’Igp è solo un primo passo verso la rivalutazione e la promozione dell’extravergine calabrese di livello. La Regione, infatti, si impegna a perseguire una politica di “rilancio della qualità, sostenendo l’aggregazione tra i produttori, favorendo l’aumento di imbottigliamento dell’olio calabrese e tutelando le eccellenze”, ora e dopo l’autorizzazione del marchio. Il marchio non è dunque un punto di arrivo, piuttosto quello di partenza, “il passo iniziale per la costruzione di un “sistema olio” nella nostra regione”, e, più genericamente, un sistema agricolo. Perché l’olio è solo una delle tante ricchezze di questa terra, un luogo dove la comunicazione del territorio è ancora una sfida aperta, rivelante in tutta la Penisola ma ancora di più in una regione difficile come questa. Una battaglia considerevole che può partire proprio dall’agroalimentare, a cominciare dall’olio.
Le aziende migliori
Certificazione a parte, l’olivicoltura calabrese ha da anni i suoi punti fermi in fatto di qualità. La nostra guida Oli d’Italia raccoglie il meglio della produzione nazionale e, in quest’ultima edizione, ha individuato ben 11 aziende valide nella regione Calabria.
Roberto Ceraudo(Strongoli, KR): Sviluppata su 40 ettari di oliveto, la produzione di Roberto Ceraudo è incentrata su varietà autoctone, carolea e tonda di Strongoli, per un totale di 7mila piante.
Frantoio Converso(Rossano, CS): Azienda a conduzione familiare, oggi nelle mani di Guglielmo Converso. Carolea, nocellara, dolce di Rossano e coratina sono le cultivar principali presenti in azienda.
Francesco Corigliano Badia(Limbadi, VV): Circa 6mila piante distribuite in 33 ettari di terreno compongono la produzione di questa azienda, la cui storia risale all’inizio del secolo scorso. Le varietà principali sono nocellara messinese, ottobratica e carolea, tutte a coltivazione biologica.
Diana(Cosenza): Biagio Diana ha scelto metodi di agricoltura biologici per i suoi 9 ettari di oliveto, che comprendono 4600 piante. Le cultivar principali sono Roggianella, Tondina e Coratina.
Doria(Cassano Allo Ionio, CS): Si estendono nella piana di Sibari i 130 ettari dell’azienda, di cui 13 a uliveto. Le 6500 piante sono di diverse varietà, fra cui ottobratica, coratina, nocellara del Belice, cassanese.
Frantoio Figoli(Corigliano Calabro, CS): 45 ettari totali, di cui 32 di uliveto, costituiscono la produzione dell’azienda. Con 13mila piante di diverse varietà – frantoio, coratina, carolea – Frantoio Figoli suddivide la sua coltivazione in tradizionale e biologica.
Grimoli(Botricello, CZ): Una delle realtà cooperative più importanti della regione. Grimoli (Gruppo Imprese Olivicole Italiane) conta 200 soci che si dividono circa 3mila ettari di uliveti. Carolea, dolce di Cassano, nocellara e coratina fra le cultivar principali.
Rosa Laino(Cerchiara di Calabria, CS): L’azienda si estende su 9 ettari di terreno nella piana di Sibari, a ridosso del Parco Nazionale del Pollino. 3mila piante a coltivazione biologica costituiscono la produzione di Rosa Laino.
Tenute Librandi Pasquale(Vaccarizzo Albanese, CS): 153 ettari di uliveti a coltivazione biologica per questa realtà fondata nel 1967. Dolce di Rossano, Frantoio, Nocellara Messinese, Nocellara Etnea, Carolea, Nocellara del Belice sono le varietà principali presenti in azienda.
Olearia San Giorgio(San Giorgio Morgeto, RC): Fondata nel 940 da Domenico Fazari, l’azienda è ancora oggi a gestione familiare. 140 ettari di uliveto con ben 25mila piante d’ulivo di varietà carolea, roggia nella, ottobratica e sinapolese.
Sorelle Garzo(Seminara, RC): Consuelo, Alessia e Maria sono le 3 sorelle a capo dell’azienda, fondata da Pietro Garzo nel ’65. 45 ettari di uliveto coltivati con metodo tradizionale vanno a comporre le tenute dell’azienda, che si estende fra la costa Viola e le pendici dell’Aspromonte.
a cura di Michela Becchi