Nei terreni situati nell'immenso Feudo Moncada, alle pendici dell'Etna, gli Scuderi hanno sempre coltivato grano e olivi, con tecniche non proprio all'avanguardia come ci dice Salvatore, ultima generazione di questa famiglia dalla tradizione agricola: «L'oliveto gestito dai miei genitori piano piano è stato abbandonato, ma in realtà anche quando si produceva olio lo si faceva soprattutto per l'autoconsumo, mentre il grosso della produzione agricola riguardava il grano e seminativi». Una storia tutta da scoprire quella dell'azienda Fattoria Sant'Anastasia premiata per il migliore olio Igp nella guida Oli d'Italia 2024 del Gambero Rosso.
L'oliveto rivoluzionato
Come spesso accade anche in questo caso il ricambio generazionale è stato provvidenziale per la rinascita dell'azienda e della produzione olivicola, ed è con questo spirito innovativo che Salvatore Scuderi 25 anni fa decise di riprendere in mano i terreni di famiglia. Tante idee e buona volontà che però rischiarono di scontrarsi con dinamiche più grandi di lui: «Quando decisi di ricominciare a fare olio cominciai a farmi fare preventivi per ricostituire l'oliveto con nuove piante con un sesto d'impianto più funzionale alle nuove tecniche agronomiche. I preventivi che mi fecero erano in lire, ma quando andai a pagare dovetti farlo in euro. Mi ero ritrovato nel mezzo di quel passaggio storico. Il problema fu che con l'euro mi ritrovai a pagare praticamente il doppio. Quella fu una situazione scoraggiante che mi obbligò a trovare escamotage per ridurre gli iniziali costi fissi. Devo dire che in quella situazione mi fu di grande aiuto la disponibilità di molte persone della zona che lavoravano nel settore. Anche perché l'idea di mollare non mi era mai passata per la testa».
Inizialmente i risultati in termini di qualità dell'olio non erano quelli sperati. «Col senno di poi posso dire che all'inizio facevamo olio pessimo. Mi ci sono voluti due anni per capire che l'olio di qualità era un'altra cosa e così mi sono messo a studiare e capire come produrre un olio extravergine di livello».
Fattoria Sant'Anastasia
Oggi l'azienda di Salvatore Scuderi può contare su 20 ettari (15 di oliveto) e circa 4.500 olivi coltivati in regime biologico certificato. Tra le scelte commerciali del titolare va sicuramente evidenziata quella di certificare molta della sua produzione come Igp Sicilia: «La certificazione Igp in Sicilia ha fatto passi da gigante ed è importante per i produttori, perché il consumatore legge in etichetta "Sicilia" e si sente garantito nell'acquisto».
Una scelta lodevole così come eccellente il contenuto delle bottiglie tanto da aver vinto il premio come "miglior olio Igp" sulla guida Oli d'Italia 2024. Ed è proprio sulla guida che Salvatore fa alcune riflessioni: «Lo scorso anno l'olio acquistato dai buyer stranieri è stato venduto tutto grazie alla presenza della mia azienda sulla guida del Gambero Rosso. Mi chiedevano l'olio perché lo avevano visto sulla guida. Devo dire che è stato un risultato importante perché per me l'estero è circa il 30% della fetta di mercato e durante il periodo della pandemia le vendite oltreconfine si erano un po' abbassate».