«Uniamo esperienza, tradizione e innovazione con il profondo rispetto per la terra di Sicilia, con la consapevolezza di esserne solo ospiti e con l’impegno di lasciare al futuro il miglior presente che possiamo immaginare». Il progetto di creare Miceli & Sensat come realtà agricola all'avanguardia nasce nel 2017 dalla volontà di Paolo Miceli e Sergio Sensat che si trovano uniti dalla profonda passione e dal legame con gli olivi che da generazioni sono al centro della loro vita familiare. Dopo aver passato anni dividendo il proprio tempo tra l’agricoltura e il lavoro nell'ambito della comunicazione in Spagna, nel 2015 hanno deciso di concentrare le loro forze in un unico progetto comune in Sicilia dove si sono definitivamente trasferiti nel 2020. Una realtà innovativa che, dopo aver vinto lo scorso anno il premio come migliore new entry, quest'anno è stata premiata come migliore Azienda dell'anno durante la presentazione della guida Oli d'Italia 2024 del Gambero Rosso a Verona in occasione del Vinitaly - Sol Agrifood.
L'azienda che guarda al futuro
Nello splendido territorio tra Monreale e il lago Garcia, immerso in una zona incontaminata dell’entroterra siciliano, la famiglia materna di Paolo Miceli acquistò 230 ettari destinati quasi esclusivamente alla coltivazione del grano. Oggi sono circa 115 gli ettari olivetati in regime biologico certificato, circa 50mila alberi, con un sistema di sub irrigazione la cui acqua proviene dai due laghi aziendali, garantendo così un'ottimale gestione delle risorse idriche senza sprechi. Le varietà oggi coltivate rappresentano le due anime dell’azienda coniugando quella italiana di Paolo con le tre cultivar autoctone principali di questa zona della Sicilia - ovvero la Nocellara del Belice, la Biancolilla e la Cerasuola - con quella spagnola di Sergio con le due varietà spagnole più importanti, la Picual e l'Arbequina.
La particolarità è che tutte le piante, sia italiane che spagnole, sono state innestate su olivo selvatico siciliano, andando controcorrente rispetto alla tendenza attuale di piantare olivi clonati e tornando invece al metodo tradizionale di propagazione dell’olivo. Una vocazione prettamente olivicola che però non ha lasciato indietro la tradizione cerealicola della famiglia di Sergio e di questo territorio, tant'è che nel resto della proprietà, un centinaio di ettari, ancora vengono coltivati grani antichi siciliani con l’obbiettivo di contribuire alla loro salvaguardia e rivalorizzazione.
Il frantoio al centro dell'oliveto
«Per poter produrre profili aromatici unici pieni degli aromi della nostra terra abbiamo scelto un frantoio all’avanguardia, con un impianto di raffreddamento delle olive in caso di alte temperature nel periodo di raccolta, che permette di processare i frutti a bassa temperatura oltre che a ridurre al minimo l’ossidazione naturale che avviene durante la lavorazione grazie all’utilizzo di gas nobili nel momento della frangitura. Grazie a questa tecnologia, sapientemente utilizzata dal nostro maestro frantoiano, possiamo estrarre il massimo degli aromi e conservare inalterate tutte le componenti salutari e antiossidanti delle nostre olive».
Quello che ci descrive Paolo Miceli è un impianto all'avanguardia situato proprio nel cuore dell'oliveto così da poter garantire la lavorazione delle olive in arco di tempo di 2 ore dalla raccolta. Una volta estratto il prezioso oro verde viene subito filtrato e conservato sotto azoto in contenitori di acciaio inox a temperatura controllata, proprio per preservarne le caratteristiche organolettiche e nutrizionali al loro massimo per il più a lungo possibile nel tempo.