Risalente al 1500, la Masseria Il Frantoio sorge tra olivi centenari e offre ospitalità e cibo in una suggestiva location. L'azienda di Maria Ciannamea gestisce in biologico 70 ettari di oliveti con 4.200 piante (molte secolari) e produce anche ottimi rosoli e confetture. Un contesto affascinante e curato a cui quest’anno va il premio “Olio & Turismo”. Ne abbiamo parlato con la responsabile commerciale Lucia Leone.
Quali sono state le tappe principali nella vostra storia che vi hanno portato a questi risultati?
La storia del Frantoio nasce 30 anni fa, come una storia di passione per il “buono, pulito e giusto”, prima ancora che Carlo Petrini lo diffondesse. La passione per prodotti gustosi e non banali, per cibo e ambiente non inquinati, per correttezza nei confronti di collaboratori, clienti e ospiti, ci ha spinto fin dall’inizio a percorrere le strade del biologico, della DOP Collina di Brindisi, del denocciolato, e così via, incuranti delle ironie di coloro che non hanno mai creduto a un approccio di questo tipo”.
Come si raggiunge un tale livello di qualità?
Quando abbiamo iniziato si parlava poco di olio di qualità. E come in tutti i settori, si migliora se si studia. Con il passar del tempo sono nati dei corsi di formazione e noi con molta umiltà abbiamo subito colto la possibilità di imparare cosa fosse l’olio di eccellente qualità e cosa avremmo potuto fare per ottenerlo. Anche grazie alle nuove tecnologie di cui si sono dotati i frantoi è stato possibile ottenere negli anni dei prodotti migliori. Importante anche la presenza di un agronomo che sappia interpretare al meglio i bisogni delle piante e accompagnale nella loro crescita e produzione, sempre sostenibile.
Come si muove l'azienda sul fronte commerciale?
Essendo un’azienda agrituristica con migliaia di ospiti che arrivano da tutto il mondo, la migliore arma commerciale è raccontar loro la nostra storia, mostrare la tenuta e infine far assaggiare l’olio e spiegare metodi di produzione. L'offerta di un prodotto eccellente associato a un'efficace comunicazione sono le armi vincenti.
Quali sono gli ostacoli più evidenti che vi trovate a dover affrontare da questo punto di vista?
Un ostacolo invece è rappresentato da elevati costi di produzione soprattutto relativamente all’uliveto millenario e dunque non poter essere competitivi sul mercato Ho.re.ca.
Quali sono, a vostro avviso, le azioni necessarie per migliorare il comparto olivicolo?
Anzitutto far in modo di aumentare la redditività per l’olivicoltore. Valorizzare l’olio italiano e promuoverlo al meglio in tutto il mondo con campagne d’informazione istituzionali rivolte ai consumatori finali e operatori del settore (ristoratori e negozianti). Incentivare la coltivazione al fine di aumentare la produzione, creare reti di impresa per razionalizzare i costi.
Come andrebbe cambiata o migliorata secondo voi la comunicazione dell'extravergine di qualità? Quali sono le giuste parole chiave per incrementare l'uso di questo prodotto tra i consumatori?
La parola chiave è “nutraceutico”. Far comprendere al consumatore che consumare olio extravergine di qualità può apportare grandi benefici al corpo ed allo spirito; l’olio non è solo un condimento!
Qual è il vostro approccio al concetto di sostenibilità ambientale?
L’aria, il cibo e l’acqua del Frantoio erano purissimi trent’anni fa e tali sono ora, poiché abbiamo sempre pensato ai nostri figli e nipoti e a quelli dei nostri collaboratori, clienti e ospiti, che meritavano di vivere in un mondo migliore. Quindi azienda biologica, depuratore delle acque reflue, pochissima plastica e oggetti monouso, materie prime a chilometro zero, possibilmente selvatiche, riscaldamento con propria legna di potatura, ecc.
Masseria Il Frantoio - Ostuni (BR) - Strada Statale 16, km 874 - 0831 330276 - www.masseriailfrantoio.it
Oli d'Italia 2022 – pp. 544 – 13,90 euro - acquistabile in libreria e on line
a cura di Indra Galbo