Promozione e pubblicità per il vino. Le decisioni del Mipaaf
La scorsa settimana il Mipaaf ha reso noto che il decreto sulle modalità attuative dell’Ocm Vino, è stato approvato in sede di Consiglio dei Ministri (CdM). L’approvazione, evidenzia il Mipaaf in una nota “è avvenuta con deliberazione motivata, per la mancata intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni, dove la sola Lombardia aveva votato contro”. Il decreto riguarda l’assegnazione dei fondi Ue - 102 milioni gestiti a livello nazionale e regionale - per la promozione del vino nei Paesi terzi nel 2017/2018. “Diamo così un quadro normativo più chiaro ai produttori che vogliono investire nella promozione sui mercati extraeuropei" ha dichiarato il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina "è uno strumento importante per rilanciare le esportazioni dei nostri vini, in un contesto che vede una concorrenza sempre più agguerrita. Dobbiamo riuscire a comunicare sempre meglio il patrimonio di varietà e qualità che rende uniche e distintive le nostre esperienze vitivinicole”.
Come si legge nel testo, le azioni di comunicazione e promozione ammesse, da attuare in uno o più Paesi terzi, riguardano le pubbliche relazioni, la promozione e la pubblicità; la partecipazione
a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; le campagne di informazione, sulle denominazioni di origine, le indicazioni geografiche e la produzione biologica ed infine,
gli studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione. La promozione potrà riguardare i vini Dop, Igp oltre a vini spumanti di qualità; vini spumanti di qualità aromatici;
vini con l’indicazione della varietà.
Spazio ai bandi di competenza regionale
"La filiera in questi mesi ha spinto per la formulazione di un decreto" è il commento del direttore di Federvini, Ottavio Cagiano "Infatti, la scelta era tra l'immobilismo, con tutti i problemi che ne conseguono, oppure la navigazione a vista ma con un decreto. Adesso almeno si creano le condizioni per sbloccare i bandi di competenza regionale permettendo alle aziende di iniziare a programmare". Di fatto, è partita una lotta contro il tempo per recuperare i ritardi accumulati. Agosto, mese festivo per antonomasia, non aiuterà affatto, considerando che ci sarà pure la definitiva prova del fuoco dei registri telematici di cantina sottoposti al primo vero stress test nazionale con le vendemmie in corso. Secondo Paolo Castelletti, segretario generale dell'Unione Italiana Vini "Non tutte le colpe dei ritardi possono essere accollate al Ministero, bensì grandi responsabilità sono nel meccanismo farraginoso della Conferenza Stato Regioni. Se non sarà riformato, è probabile che anche in futuro si potrebbero creare le medesime condizioni di stallo e di litigiosità con l'Amministrazione. Comunque il decreto sblocca situazione e permette di guardare avanti in una situazione in cui occorre agire, perché le esportazioni stanno perdendo colpi".
Ora, il prossimo passo, a seguito dell'approvazione in CdM, è la registazione del decreto presso la Corte dei Conti – tempi tecnici previsti circa 20-30 giorni – a cui seguirà la pubblicazione dell’avviso di gara, che il Mipaaf appronterà anche alla luce dei nuovi regolamenti sull'Ocm Vino (Reg. n° 1149 e 1150/2016 operativi dal 1 luglio 2016), oggetto di una comunicazione Ue recentemente inviata al Ministero.Inoltre, sempre a giorni è attesa la sentenza del Tar del Lazio sui 12 ricorsi (erano 13 ma uno è stato rigettato) relativi alle graduatorie del bando Ocm Vino Promozione 2016-2017 che, nel caso di accoglimento totale o solo parziale, potrebbe rimettere in discussione il decreto dello scorso 7 luglio che aveva rimodulato i 13.2 milioni di euro ancora non assegnati, ad altre voci del Pns vitivinicolo, proprio a causa dei 12 ricorsi presentati.
I tavoli con la filiera
La Regione Veneto ha già convocato una riunione per la parte di sua competenza, mentre giunge notizia di altre Regioni che stanno indicendo tavoli con la filiera, per predisporre sin d'ora, terminati tutti passaggi burocratici necessari, i bandi.
Al di là dello stato di incertezza continuo, che ormai dura da più di un anno sui fondi per la promozione del vino nei Paesi terzi, è possibile ipotizzare che nella migliore delle ipotesi – stante i tempi burocratici di Agea e quelli necessari alla formalizzazione dei contratti di assegnazione dei fondi agli aventi diritto – i nuovi programmi di promozione, non potranno essere operativi se non tra qualche mese. Stante le difficoltà del mercato domestico, l'export – seppur in presenza di qualche defaillance su alcuni mercati - continua ad essere una strada obbligata per gran parte delle aziende. Sulla strada della nostra competitività, però, pesano – e peseranno – i ritardi e i maggiori costi che le nostre cantine hanno dovuto sostenere per avviare le campagne di promozione. Non è il momento di lasciare spazio né ai francesi né agli spagnoli né a nessun altro, su molti mercati internazionali. Per questo il freno a mano tirato sull'utilizzo dei fondi per la promozione, non sarà senza conseguenze. Quando tra un paio d'anni si faranno i conti dell'export italiano, si vedrà.
a cura di Andrea Gabbrielli