Obesità infantile nel Regno Unito: una lotta senza sosta
È inarrestabile la battaglia del Regno Unito contro l’obesità infantile, un tema caldo, sempre più battuto da nutrizionisti, medici, chef e addetti ai lavori di tutto il mondo. Soprattutto in Inghilterra dove, nell'estate del 2016, le dichiarazioni della premier Theresa May, che aveva scelto di privilegiare l’industria alimentare, avevano scatenato la reazioni di chi nella lotta al junk food ci ha sempre creduto (chef Jamie Oliver, tanto per citarne uno). Progetti, eventi, manifestazioni e campagne promozionali dedicate all’alimentazione sana continuano a prendere vita in Gran Bretagna, ormai da anni al centro dei riflettori del sistema alimentare: in particolare, mai come nel 2017 il tema dei pasti dei più piccoli ha infiammato gli animi di genitori e operatori scolastici, che continuano a battersi per dirimere l'annosa gestione del servizio di ristorazione delle mense e non solo.
Fra le ultime iniziative, quella del sindaco di Londra, Sadiq Khan, che, stando a quanto riportato dall'Evening Standard, ha annunciato di voler istituire un divieto a livello cittadino per tutti i ristoranti fast food che hanno intenzione di aprire una nuova sede entro 400 metri dal territorio scolastico. Con oltre il 40% di bambini in sovrappeso, la capitale britannica detiene, infatti, il primato nazionale di obesità infantile, una problematica da risolvere al più presto, definita da Khan come una “bomba a orologeria”. Un progetto che non ha tardato a incontrare l’ostilità delle tante catene di ristorazione veloce presenti in città, e ancora tutto in divenire.
Gli sconti sugli snack ipocalorici
Nel frattempo, con l’anno nuovo la lista dei buoni propositi del Regno Unito aumenta, con una nuova idea che coinvolgerà alcuni supermercati selezionati del Paese per 8 settimane. Un progetto che fa leva su uno dei temi più cari ai consumatori: la spesa, e soprattutto, l’economia domestica. Si tratta, infatti, di un sistema di sconti pensato per tutti gli snack e le merendine al di sotto delle 100 calorie, considerati quindi “innocui”. A ideare la campagna, la Public Health England (Phe), agenzia governativa britannica afferente al Dipartimento salute, intenzionata a fare luce sulla quantità di zuccheri nascosti nella maggior parte degli alimenti che i più piccoli consumano abitualmente. Gli incentivi, sotto forma di sconti, cercheranno di ‘spingere’ i genitori all’acquisto di prodotti come frutta, yogurt a basso contenuto di zuccheri e crackers al riso, snack dall’apporto calorico ben inferiore a quello di un sacchetto di patatine (190 calorie) o un gelato (175), per esempio.
Le prossime mosse
“Se si gira per un supermercato si vedono molti più snack rispetto al passato”, ha spiegato Alison Tedstone, capo nutrizionista di Phe. “I cestini della merenda dei bambini sono pieni di prodotti che portano con loro molte calorie. Dalle nostre ricerche spesso i genitori sono sorpresi di sapere quanto zucchero i figli consumano in queste merende”. Ma l’educazione alimentare – si sa – comincia proprio in età infantile, e sono proprio genitori e insegnanti le prime figure adulte a indirizzare i giovani verso un consumo consapevole, una dieta equilibrata e ponderata. La campagna di sconti, però, è solo il primo di una serie di passi verso la sconfitta dell’obesità in Inghilterra, fra cui – lo ricordiamo – una tassa sulle bibite gassate che diventerà operativa a cominciare dal mese di aprile, e sulla quale torneremo a soffermarci in futuro. I dati della ‘National Diet and Nutritional Survey’ della Phe, del resto, parlano chiaro: ogni anno i bambini britannici consumano, in media, circa 400 biscotti, 120 tortine, ciambelle e pasticcini, 100 porzioni di dolciumi e caramelle, 70 tavolette di cioccolato e gelati e 150 confezioni di succhi e lattine di bibita gassata. Numeri critici e preoccupanti, che possono ancora, però, essere modificati. Perché il percorso verso una nuova consapevolezza deve essere graduale e costante. E comincia fin da bambini.
a cura di Michela Becchi