“Nutrizione e sicurezza specializzate”, il marchio dell’Aiipa per il Baby Food. Il parere dell’esperto

5 Feb 2017, 10:30 | a cura di

Un marchio di garanzia per gli alimenti destinati ai bambini, promosso dall’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa). Si chiama “Nutrizione e sicurezza specializzate” ed ha già fatto scoppiare polemiche fra pediatri e nutrizionisti: l’accusa? Far marketing sulla pelle dei più piccini.  


Il marchio per il baby food e la campagna dell’Aiipa

“Nutrizione e sicurezza specializzate”, il marchio Aiipa per il baby food, ha l’obiettivo di “fare chiarezza sulle caratteristiche e sulla qualità nutrizionale degli alimenti specifici per la prima infanzia”. È destinato agli alimenti per bambini fino ai 3 anni di età e sarà dato in licenza alle aziende che si impegnano a sottoscrivere il codice deontologico dell’associazione “Alimenti prima infanzia”. Ma l’operazione ha fatto scoppiare le polemiche nel mondo dei pediatri, che si sono divisi sul senso della campagna e sulla qualità del marchio: da un lato la Società italiana di pediatria (Sia) e la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) hanno accolto con favore e hanno appoggiato l’iniziativa, dall’altro l’Associazione culturale pediatri (Acp) ha criticato duramente l’Aiipa. Con un comunicato, i pediatri Acp si sono dissociati dal parere positivo delle altre associazioni, invitando i colleghi medici a non aderire all’iniziativa.“Gli alimenti in commercio sono già controllati per legge – ha spiegato Sergio Vicario Nibali, dell’associazione culturale pediatri – e la filiera del prodotto fresco è validata dai ministeri dell’Agricoltura e della Salute: i medici non si facciano portavoce dell’industria, creando confusione nei genitori. No al marketing sulla pelle dei bambini”

 

Il parere dell’esperto

Noi abbiamo chiesto alla dottoressa Sara Farnetti, specialista in medicina interna e malattie del metabolismo affiliata all'Università di Miami, cosa ne pensa del marchio. “Ben venga un’attenzione particolare a categorie sensibili come bambini e anziani. Ma l’Italia” ha spiegato la dottoressa,“è uno dei paesi al mondo che ha meno residui chimici nel cibo e che effettua i controlli più serrati sugli alimenti, insieme al Giappone. Partendo dal presupposto che il cibo che mangiamo è sano, un marchio del genere non ha senso di esistere, non aggiunge nulla, rischia piuttosto di generare confusione”.

Nello specifico, l’operazione dell’Aiipa “attribuisce un marchio ad alimenti prodotti industrialmente, che di base hanno una vocazione ‘di massa’ e non tengono conto di tanti parametri specifici, come il livello degli zuccheri e il carico glicemico, per fare un esempio fra tanti. Si mette l’accento su qualità come le proprietà nutrizionali, senza considerare tutta una serie di altri elementi, come la parte funzionale-ormonale, ma anche quella nutrigenetica”. Un marchio che si basa su proprietà nutrizionali standard e che rischia di offuscare la validità del parere del nutrizionista e del pediatra: “ 'L’intelligenza del cibo’ non si misura solo sulle qualità nutrizionali, cioè sul contenuto calorico, zucchero, grassi, vitamine aggiunte, ci sono tanti altri aspetti da considerare, e un bollino non può sostituirsi alla valutazione dell'esperto”.

 

I pericoli dell’operazione Aiipa

Ma qual è il pericolo che un marchio di qualità sul cibo destinato ai bambini comporta? “Il bollino rischia di creare un alibi per bypassare i consigli di pediatri e nutrizionisti. Dovremmo essere noi operatori del settore a proporre ricette e soluzioni all’industria e non il contrario”. E allora come devono comportarsi i medici di fronte alle paure di un genitore? “Un metodo che utilizzo per spiegare ai genitori come regolarsi con l'alimentazione del figlio si basa su strategie associative. Spiego al genitore quali sono i prodotti da non associare, oppure quelli che insieme invece aumentano il plusvalore del pasto, in modo che abbiano una bussola per regolarsi. E poi spiego bene come si leggono le etichette, non bisogna essere terrorizzati di fare scelte sbagliate”.

 

a cura di Francesca Fiore

 

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