Ma davvero esiste ancora una possibile classificazione del cibo di destra e del cibo di sinistra? Cominciò Giorgio Gaber, con il famoso testo “Cos’è la Destra cos’è la Sinistra?”… Ma cominciò per gioco, prima ancora che il gioco diventasse virale (e anche un po’ infetto come sembra oggi!).
Destra-sinistra, il gioco di Giorgio Gaber
Erano gli anni del “ritorno al privato”, erano gli strascichi del “privato è politico”. Erano gli anni Novanta, erano da poco nati Slow Food e Gambero Rosso. Poi, con la Sinistra che arriva al governo, arrivò pure Bruno Vespa a cavalcare destra e sinistra sul fronte culinario: Massimo D’Alema (qui per leggere la nostra intervista) con Gianfranco Vissani e poi Gianfranco Fini con Antonello Colonna. E soprattutto, ci fu il “patto della crostata”, il dinner-summit a casa di Gianni Letta nel tentativo di salvare l’insalvabile Bicamerale, suggellato dalla crostata offerta dal padrone di casa.
La Nutella da sinistra passa a destra
“Io direi che il culatello è di destra, la mortadella è di sinistra; se la cioccolata svizzera è di destra, la nutella è ancora di sinistra”, cantava Gaber. Soffiava ancora il vento di Bianca, il film di Nanni Moretti in cui scorrevano barattoloni di Nutella. Ma ormai, Antonello Caporale su Il Fatto Quotidiano ci spiega invece che la crema di nocciole “piemontese” è passata alla destra. «Sarebbe facile liquidarla con Flaiano – ironizza il giornalista – “non sono comunista perché non me lo posso permettere”… Ma è meglio Gaber “il vecchio moralismo è di sinistra”. Ma sulla Nutella sbagliava. È di destra».
“La Nutella e il Campo Largo”
Lo chiediamo così ad Antonello Colonna, lo “chef-non-chef” che da Vespa faceva la comparsa per la destra e che di lì a poco fece col Gambero un libro di racconto autobiografico dal titolo Un anarchico ai fornelli. Ecco, che dice oggi quell’anarchico? Da che parte sta la Nutella? «Eh, la Nutella sta nel Campo Largo – sorride dal suo resort di Labico alle porte di Roma (ma sarà di Destra o di Sinistra?) dove hanno alloggiato per diversi giorni i Coldplay in concerto a Roma –Ma no… alla fine è di destra». Insomma… se ai tempi di Gaber sembrava tutto un po’ più chiaro, dopo la caduta del Muro (e per fortuna, diciamo noi!) tutto ha cominciato un po’ a ingarbugliarsi. E il caos è diventato grande sotto al cielo.
Di che colore sono minestrina e minestrone?
Ma anche questo lo stesso Gaber – che, ripetiamo, giocava e provocava – lo aveva previsto e anzi lo aveva messo alla base del suo gioco: “Le parole, definiscono il mondo, se non ci fossero le parole, non avremmo la possibilità di parlare, di niente. Ma il mondo gira, e le parole stanno ferme, le parole si logorano invecchiano, perdono di senso, e tutti noi continuiamo ad usarle, senza accorgerci di parlare, di niente”, dice introducendo il testo cantato. Tanto che se allora “la minestrina” veniva ascritta alla Destra e “il minestrone” alla Sinistra, oggi potremmo quasi cambiar di fronte ai due piatti: la minestrina diventa comfort food e coccole serali nel privato (quindi, forse, più di sinistra?) mentre il minestrone nella sua essenziale e diretta identità terragna potrebbe essere passato a destra?
Bistecca, tofu e la visione di Churchill
«Forse si – spiega Colonna – Compreso il formaggino Mio che avrei ascritto alla Destra e che oggi, in chiave di coccole intimistiche, potrebbe anche passare a Sinistra. Ma sapete da quanti anni lo fanno il formaggino Mio e anche il Galbanino? Sono 70 anni. Evidentemente qualcuno se li mangia, o no?». Ecco, cambiano idee, mode e percezioni. Come diceva Gaber, cambia il senso delle cose. E ancora per fortuna, diciamo noi. «Alla fine, io direi che la Destra è più conservatrice e la Sinistra più intellettuale e innovatrice», butta là Antonello Colonna. E qui potremmo trovare il filo per cui la bistecca fiorentina sarebbe di Destra mentre il tofu (o la carne coltivata) di Sinistra, anche se poi pure un grande conservatore come Churchill preconizzava la realizzazione in laboratorio di pezzi di carne di pollo mentre sorseggiava Pol Roger (ma lo Champagne? sarà di Destra o di Sinistra? Vallo a capire! perché se una volta erano di sinistra gli sciarponi di lana, oggi nell’immaginario collettivo fanno più Sinistra i golfini di cashmere).
Culatello e mortadella: cambio di casacca
Eppure, tornando a Gaber: sarà vero che il culatello è di destra e la mortadella di sinistra? A proposito di culatello e di destra, una domanda ce la fa pure Antonello Colonna: «Ma il Gambero Rosso è di destra o di sinistra?». Non abbiamo risposte immediate e nella pausa di riflessione, è l’anarchico ai fornelli a rispondere: «Ma è di sinistra, no? E ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione della moderna cultura gastronomica italiana». Certo, nacque alla metà degli anni Ottanta come costola del Manifesto. Ma questa cosa destò scalpore e polemiche, tanto da esser tacciati da alcuni (a sinistra) come eretici. Tanto che uno dei primi racconti di Stefano Bonilli fu proprio la “scoperta” dell’osteria di Peppino e Mirella Cantarelli, sperduta nelle nebbie della Bassa Parmense, a Samboseto, dove si aprivano spettacolari culatelli e si sorseggiavano memorabili Champagne (che sarebbero tutti terreni della Destra). Ecco il cambio di senso. Ecco che le categorie ideologiche si infrangono contro le scogliere della evoluzione del pensiero e degli stili di vita. «Ma del resto – sorride ancora Colonna – se ogni giorno entrano al Colosseo 25mila visitatori e se a Roma si cucinano il doppio di amatriciane, questo vorrà pur dire qualcosa o no? L’identità non è di Destra o di Sinistra, è di tutti».