Il mercato come luogo di socialità
L'amministrazione milanese in carica – ma a ben guardare anche la precedente – non ha mai fatto mistero del suo interesse per la riqualificazione dei mercati rionali. L'esempio più concreto è quel Mercato del Suffragio ripensato alla fine del 2015 per accogliere artigiani di tutto rispetto (pensiamo al pane di Davide Longoni, che del progetto è stato fautore, in prima linea) e dotato di uno spazio attrezzato per vivere di cibo consumato sul posto, eventi culturali, iniziative di quartiere. Una dimensione privilegiata, certo, seppur in qualche modo snaturata della sua dimensione più popolare. Ma comunque un'idea di valorizzazione di spazi comuni andata decisamente a buon fine. E peraltro servita da incentivo per progetti più attinenti alla natura e alla storia del mercato coperto, come il rinnovamento della struttura di Lorenteggio o il rilancio del mercato di piazza Wagner. Mentre storia a sé fa il mercato della Darsena, trainato dall'entusiasmo di Giuseppe Zen da tempi non sospetti. Di “fondamentali luoghi di socialità e presidio territoriale” parlava qualche mese fa l'assessore al commercio Cristina Tajani ribadendo l'impegno di Palazzo Marino a proposito del rilancio del maggior numero di plateatici possibile. Incentivando la costituzione di cooperative e consorzi in grado di presentare progetti originali e portarli a buon fine, con il sostegno (anche economico) del Comune.
Il futuro dei mercati coperti. Gli obiettivi del 2018
E nei primi giorni del 2018 si rinnova l'intenzione a favorire innovazione e socialità all'interno dei mercati cittadini: alla fine di dicembre, la giunta ha approvato le linee di indirizzo per il rilancio della rete mercatale nata negli Anni ‘50, 23 strutture distributive in tutto che tramandano la memoria sociale e commerciale di Milano, ma necessitano adeguamenti – anche strutturali – alle esigenze di consumo moderne. E quindi via libera alla creazione di spazi per la somministrazione di cibi e bevande “sul modello dei food market presenti in tutte le capitali europee”. Il lavoro di Palazzo Marino in questa direzione, per ora, ha privilegiato la definizione di condizioni attrattive per potenziali investitori che vogliano scommettere sul futuro dei mercati. La formula che più piace al Comune, infatti, passa dall'individuazione di gestori unici, anche di natura consortile, che possano accentrare la gestione delle strutture, e per questo garantisce un ampliamento dei tempi di concessione, fino a 15/20 anni. Altro punto all'ordine del giorno è la caduta di vincoli merceologici troppo rigidi, con l'obiettivo di stimolare la concorrenza e la competitività, migliorando l'offerta commerciale complessiva. E poi c'è la chiamata alle armi: nuovi bandi e avvisi pubblici per incentivare il rinnovo generazionale degli operatori, ripristinando i numerosi banchi sfitti, anche grazie alla riqualificazione degli impianti e del contesto edilizio.
Milano Food City 2018. L'invito a partecipare
E dal bisogno di partecipazione collettiva nasce anche l'avviso pubblico per la presentazione di progetti, eventi e attività che animeranno la seconda edizione della Milano Food City, in programma dal 7 al 13 maggio 2018. Fino al 31 gennaio, i soggetti interessati – chef, aziende, ristoranti, cooperative, fondazioni – potranno presentare progetti volti alla valorizzazione del settore gastronomico, da concretizzare con appuntamenti aperti al pubblico diffusi sul territorio urbano. E chissà che anche quest'anno tra i contesti privilegiati non figurino proprio i mercati, protagonisti di molte iniziative nel corso dell'edizione 2017. Sul sito del Comune termini e dettagli dell'avviso.
a cura di Livia Montagnoli